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Tenuità del fatto: no se c’è professionalità

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per spaccio di stupefacenti, rigettando il ricorso dell’imputato. La Corte ha chiarito che l’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile quando elementi concreti, come la quantità di droga (40 dosi), il possesso di bilancino e materiale per il confezionamento, e precedenti specifici, dimostrano la professionalità dell’attività criminale.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio e Particolare Tenuità del Fatto: Quando Non Si Applica

La recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto nel contesto dei reati legati agli stupefacenti. La decisione sottolinea come la presenza di indici di ‘professionalità’ nello spaccio possa precludere il ricorso a questo istituto, anche a fronte di un quantitativo di droga non eccezionale. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Processo

Un soggetto veniva condannato in primo grado a due anni e sei mesi di reclusione e 5.000 euro di multa per detenzione a fini di spaccio di eroina. La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza, riduceva la pena a due anni di reclusione e 3.000 euro di multa. Nonostante la riduzione di pena, la difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando principalmente la mancata applicazione di due istituti favorevoli: la non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e l’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.).

I Motivi del Ricorso e la Particolare Tenuità del Fatto

Il fulcro del ricorso si concentrava sulla richiesta di applicare l’articolo 131-bis del codice penale. Questo istituto permette di non punire l’autore di un reato quando l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento non è abituale. La difesa sosteneva che le circostanze del caso rientrassero in questa previsione.

Il secondo motivo, subordinato al primo, riguardava la mancata concessione dell’attenuante per aver agito al fine di conseguire un profitto di speciale tenuità, un’altra circostanza che avrebbe potuto portare a un’ulteriore riduzione della pena.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, fornendo una motivazione chiara e basata su principi giurisprudenziali consolidati.

La Valutazione Complessiva per la Tenuità del Fatto

I giudici hanno innanzitutto ribadito che la valutazione sulla tenuità del fatto è un giudizio complesso che spetta al giudice di merito. Questa valutazione deve tenere conto di tutti gli aspetti della vicenda, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo, secondo i criteri generali dell’articolo 133 del codice penale. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione del giudice di merito è assente o manifestamente illogica, non potendo sostituire la propria valutazione a quella già effettuata.

Gli Indici di Professionalità che Escludono il Beneficio

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente escluso la tenuità del fatto sulla base di tre elementi specifici e convergenti, che insieme delineavano un quadro di non occasionalità dell’attività di spaccio:

1. La modalità della condotta: L’imputato deteneva un quantitativo di eroina non esiguo, dal quale si potevano ricavare circa 40 dosi totali.
2. La chiara professionalità: Durante la perquisizione erano stati rinvenuti materiale per il confezionamento delle dosi e un bilancino di precisione. Questi strumenti sono considerati dalla giurisprudenza come chiari indicatori di un’attività di spaccio strutturata e non estemporanea.
3. I precedenti penali: L’imputato aveva a suo carico precedenti penali specifici, un fattore che incide sulla valutazione della non abitualità del comportamento, requisito necessario per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma un orientamento ormai consolidato: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un’esimente applicabile in modo automatico. La sua concessione è frutto di un’attenta e discrezionale valutazione del giudice, che deve analizzare la fattispecie concreta nella sua interezza. In materia di stupefacenti, la presenza di indici che suggeriscono una ‘professionalità’ criminale, come il possesso di strumenti per il confezionamento, un quantitativo di droga significativo e la presenza di precedenti specifici, costituisce un ostacolo quasi insormontabile per l’applicazione del beneficio. La decisione serve da monito: non basta che il singolo episodio possa apparire di modesta entità se il contesto generale rivela una dedizione all’attività illecita.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di spaccio di stupefacenti?
Sì, in linea di principio è possibile, ma la sua applicazione non è automatica. La decisione della Corte chiarisce che il beneficio non può essere concesso se emergono elementi concreti che dimostrano una certa professionalità e non occasionalità nell’attività di spaccio.

Quali elementi possono escludere la particolare tenuità del fatto in un caso di spaccio?
Secondo questa ordinanza, elementi decisivi per escludere la tenuità del fatto sono: un quantitativo di sostanza non esiguo (nel caso specifico, circa 40 dosi), il possesso di materiale per il confezionamento e di un bilancino di precisione, e la presenza di precedenti penali specifici a carico dell’imputato.

Il giudice deve analizzare ogni singolo elemento previsto dalla legge per decidere sulla tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che non è necessaria una disamina di tutti gli elementi di valutazione. È sufficiente che il giudice motivi la sua decisione indicando gli elementi ritenuti più rilevanti e decisivi, a condizione che il ragionamento non sia illogico o basato su mere clausole di stile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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