LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tenuità del fatto: no danni in udienza predibattimentale

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di proscioglimento per la particolare tenuità del fatto deciso durante l’udienza predibattimentale, il giudice penale non ha il potere di condannare l’imputato al risarcimento del danno in favore della parte civile. La sentenza, emessa in un caso di diffamazione online, chiarisce che una pronuncia di questo tipo non costituisce un accertamento definitivo della colpevolezza e, pertanto, non può fondare una statuizione sugli effetti civili, a differenza di una sentenza emessa dopo un completo dibattimento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: Niente Risarcimento Danni in Udienza Predibattimentale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un’importante questione procedurale: quando un imputato viene prosciolto per la particolare tenuità del fatto durante l’udienza predibattimentale, il giudice può condannarlo al risarcimento dei danni civili? La risposta della Corte è netta e segna una distinzione cruciale tra le sentenze emesse prima e dopo il dibattimento.

I Fatti del Caso: Dalla Diffamazione Online alla Tenuità del Fatto

Il caso nasce da un commento pubblicato su un noto social network. Un individuo era stato accusato di diffamazione aggravata per aver definito un’altra persona “villano” e averle attribuito una condotta maleducata. Durante l’udienza predibattimentale, il Tribunale ha ritenuto che, sebbene il commento fosse oggettivamente offensivo, il fatto fosse di particolare tenuità, anche perché il post era stato rimosso immediatamente. Di conseguenza, il giudice ha emesso una sentenza di non luogo a procedere ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Tuttavia, nella stessa sentenza, il Tribunale ha condannato l’imputato a risarcire la parte civile con una somma di 4.000 euro per il danno non patrimoniale. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso, lamentando sia la violazione del diritto di difesa sia l’errata condanna al risarcimento.

La Questione Giuridica: I Poteri del Giudice in Fase Predibattimentale

Il cuore della controversia risiede nei poteri del giudice durante l’udienza predibattimentale, una fase filtro introdotta per snellire i processi. La domanda centrale è: una sentenza di proscioglimento per tenuità del fatto emessa in questa fase preliminare può contenere una statuizione sulle richieste della parte civile?

L’imputato sosteneva che tale decisione, pur essendo formalmente un proscioglimento, presuppone un accertamento di colpevolezza e che, in questa fase, non gli era stata data la possibilità di difendersi pienamente nel merito. La Corte di Cassazione ha quindi dovuto chiarire la natura e gli effetti di questa specifica tipologia di sentenza.

Le Motivazioni della Cassazione sulla Tenuità del Fatto e i Danni

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, annullando la condanna al risarcimento del danno. Il ragionamento dei giudici si basa su una distinzione fondamentale tra le sentenze emesse all’esito dell’udienza predibattimentale (o preliminare) e quelle pronunciate dopo un completo dibattimento.

La Differenza tra le Fasi Processuali

Una sentenza di proscioglimento per tenuità del fatto emessa dopo il dibattimento si fonda su un completo accertamento del fatto, della sua illiceità penale e della sua attribuzione all’imputato. Per questo motivo, secondo l’art. 651-bis cod. proc. pen. e una sentenza della Corte Costituzionale (n. 173/2022), tale pronuncia ha efficacia di giudicato nel successivo giudizio civile per il risarcimento del danno. In questo scenario, il giudice penale può e deve decidere sulla domanda civile.

La Sentenza Predibattimentale non ha Efficacia di Giudicato Civile

Al contrario, una sentenza emessa in udienza predibattimentale non ha la stessa forza. Essa, pur riconoscendo la sussistenza di un fatto reato, non costituisce un accertamento definitivo e non è idonea ad acquisire efficacia di giudicato nel giudizio civile. Lo stesso art. 651-bis cod. proc. pen. esclude esplicitamente che le sentenze predibattimentali abbiano tale effetto.

Di conseguenza, se la sentenza penale non vincola il giudice civile, viene a mancare il presupposto logico e giuridico per cui il giudice penale possa decidere sulla pretesa risarcitoria. In questa fase, il suo potere è limitato alla sola declaratoria di non punibilità per la particolare tenuità del fatto.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente alle statuizioni civili, rigettando invece il ricorso per quanto riguarda gli effetti penali. Questa decisione ha un’importante implicazione pratica: chi viene prosciolto per la tenuità del fatto in una fase preliminare del processo non può essere condannato al risarcimento del danno in quella stessa sede. La persona offesa, se intende ottenere un risarcimento, dovrà necessariamente avviare un’autonoma causa civile, dove il fatto verrà nuovamente accertato senza essere vincolata dalla decisione penale.

Un giudice può pronunciare una sentenza di non luogo a procedere per particolare tenuità del fatto durante l’udienza predibattimentale?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che il giudice dell’udienza predibattimentale ha il potere di applicare la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

Se un imputato viene prosciolto per tenuità del fatto in udienza predibattimentale, può essere condannato al risarcimento dei danni?
No. La Corte ha stabilito che il giudice che pronuncia una sentenza di non luogo a procedere per particolare tenuità del fatto in questa fase non ha il potere di decidere sulla domanda di risarcimento del danno proposta dalla parte civile.

Perché c’è differenza tra una sentenza per tenuità del fatto emessa prima e una dopo il dibattimento, riguardo ai danni civili?
La differenza risiede nell’efficacia della sentenza. Una pronuncia emessa dopo il dibattimento si basa su un accertamento completo della colpevolezza e ha efficacia di giudicato nel giudizio civile (art. 651-bis c.p.p.). Invece, una sentenza emessa in udienza predibattimentale non ha tale efficacia, non costituisce un accertamento definitivo del fatto illecito e quindi non può fondare una condanna al risarcimento dei danni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati