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Tenuità del fatto: no con armi potenzialmente letali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per porto abusivo di armi (un coltello e una mazza da baseball). La Corte ha confermato che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile a causa dell’elevata potenzialità offensiva degli oggetti sequestrati, ribadendo che il giudizio di legittimità non consente una nuova valutazione del merito.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto e Porto d’Armi: La Decisione della Cassazione

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno degli istituti più discussi e rilevanti del diritto penale moderno. Essa consente al giudice di non punire l’autore di un reato quando l’offesa al bene giuridico tutelato sia minima. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e incontra precisi limiti, come chiarito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda il porto abusivo di armi e offre spunti fondamentali per comprendere quando questo beneficio può essere escluso.

Il Caso: Ricorso Contro la Condanna per Porto d’Armi

Un individuo veniva condannato dalla Corte d’Appello di Bologna per il porto abusivo di un coltello e una mazza da baseball in metallo di circa 75 cm. L’imputato, non accettando la decisione, proponeva ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. In sostanza, egli riteneva che la sua condotta dovesse essere considerata non punibile per la particolare tenuità del fatto, contestando la valutazione della Corte territoriale.

La difesa sosteneva che i giudici d’appello non avessero adeguatamente considerato tutti gli elementi a favore dell’imputato, chiedendo di fatto una riconsiderazione del merito della vicenda.

La Tenuità del Fatto e la Valutazione della Pericolosità

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella corretta e logica motivazione fornita dalla Corte d’Appello nel negare l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. I giudici di merito avevano infatti sottolineato la “particolare potenzialità offensiva delle armi sequestrate”. Il possesso contemporaneo di un coltello e di una mazza da baseball in metallo non è stato ritenuto un fatto di lieve entità, ma una condotta intrinsecamente pericolosa.

La Suprema Corte ha precisato che il mancato riconoscimento dell’attenuante della lieve entità per il porto di un’arma impropria (la mazza da baseball) è un elemento che, di per sé, osta alla declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto. Questo perché i due istituti, pur diversi, si basano su una valutazione complessiva della gravità della condotta.

Le Motivazioni della Cassazione

La motivazione della Corte di Cassazione si articola su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, si ribadisce il principio secondo cui la valutazione sulla tenuità del fatto deve tenere conto non solo delle modalità della condotta, ma anche dell’entità del pericolo creato. Il possesso di strumenti chiaramente idonei a offendere, come quelli sequestrati, configura un livello di pericolosità che supera la soglia della tenuità. La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha fornito una motivazione adeguata e non contraddittoria su questo punto, rendendo la sua decisione incensurabile in sede di legittimità.

In secondo luogo, la Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sul merito. Il ricorso dell’imputato, pur formalmente denunciando vizi di legge, mirava in realtà a ottenere una diversa valutazione delle prove e delle circostanze di fatto. Questo tipo di richiesta è preclusa nel giudizio di legittimità, che si limita a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. L’impugnazione, suggerendo una lettura alternativa degli elementi processuali, è stata quindi giudicata inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: la non punibilità per tenuità del fatto non è un beneficio applicabile incondizionatamente. La natura degli strumenti portati illegalmente e la loro intrinseca capacità di offendere sono elementi decisivi che il giudice deve valutare. Chi viene trovato in possesso di armi proprie o improprie con un’elevata potenzialità offensiva difficilmente potrà beneficiare dell’art. 131-bis c.p.

Inoltre, la decisione riafferma i limiti del ricorso per Cassazione: non è possibile utilizzare questo strumento per tentare di ribaltare l’apprezzamento dei fatti compiuto dai giudici di merito, a meno che la loro motivazione non sia palesemente illogica, contraddittoria o del tutto assente. La conseguenza di un ricorso inammissibile, come in questo caso, è la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile invocare la particolare tenuità del fatto se si viene trovati in possesso di un’arma come una mazza da baseball?
No, secondo questa ordinanza, la particolare potenzialità offensiva di armi come una mazza da baseball in metallo e un coltello impedisce l’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione chiede una nuova valutazione dei fatti già giudicati in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito, e non può riesaminare le valutazioni sui fatti già compiute dai giudici dei gradi precedenti, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica o assente.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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