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Tenuità del fatto: no alla guida senza patente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per guida senza patente e rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. La richiesta di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata respinta. Secondo la Corte, la guida senza patente, reato solo in caso di recidiva nel biennio, è per sua natura una condotta non occasionale. Inoltre, il rifiuto categorico di effettuare il test alcolemico, unito ai sintomi di assunzione di alcol, denota una gravità che esclude la possibilità di considerare il fatto di lieve entità.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del fatto: no se si guida senza patente e si rifiuta l’alcoltest

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta una valvola di sfogo del sistema giudiziario, consentendo di non punire condotte che, pur costituendo reato, risultano di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta del caso concreto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 19253/2025) offre importanti chiarimenti sui limiti di questa causa di non punibilità, in particolare con riferimento ai reati stradali come la guida senza patente e il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest.

I fatti del caso: Guida senza patente e rifiuto dell’alcoltest

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una donna che aveva proposto ricorso avverso la sentenza della Corte d’Appello che l’aveva condannata per due distinti reati:
1. Guida senza patente, con l’aggravante di non averla mai conseguita e di essere recidiva nel biennio.
2. Rifiuto di sottoporsi all’accertamento alcolemico, nonostante l’invito ripetuto degli agenti e la presenza di sintomi evidenti di assunzione di sostanze alcoliche.

L’unico motivo di ricorso si fondava sulla presunta violazione di legge per il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La decisione della Cassazione sulla tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato e generico. I giudici hanno confermato la correttezza della decisione della Corte d’Appello, che aveva escluso l’applicazione dell’art. 131-bis con una motivazione logica e giuridicamente ineccepibile.

Guida senza patente: una condotta intrinsecamente non occasionale

Per quanto riguarda la guida senza patente, la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: questo reato non è applicabile a chiunque guidi senza licenza, ma solo a chi commette tale violazione per la seconda volta nell’arco di un biennio (la cosiddetta “recidiva nel biennio”, prevista dall’art. 116, comma 15, del Codice della Strada). La struttura stessa della norma penale presuppone, quindi, un comportamento reiterato. Di conseguenza, difetta il requisito della “non abitualità del comportamento”, che è una delle condizioni essenziali per poter applicare la tenuità del fatto.

Il rifiuto del test alcolemico: indice di gravità

Anche in relazione al rifiuto di sottoporsi all’alcoltest, la Corte ha ritenuto impossibile qualificare la condotta come lieve. Le ragioni sono due:
1. La gravità del fatto: La reiterazione delle condotte illecite (guidare senza patente e poi rifiutare il test) è stata considerata un indicatore di una certa propensione a violare le norme sulla sicurezza stradale.
2. La modalità della condotta: L’imputata si era rifiutata categoricamente di collaborare con le forze dell’ordine, nonostante manifestasse i sintomi tipici dell’assunzione di alcol. Questo comportamento ostruzionistico e la consapevolezza di eludere un controllo fondamentale per la sicurezza pubblica sono stati valutati come elementi che aggravano il fatto, rendendolo incompatibile con la nozione di “tenuità”.

Le motivazioni

La Corte ha richiamato i principi espressi dalle Sezioni Unite nella nota sentenza “Tushaj” (n. 13681/2016). Il giudizio sulla tenuità del fatto non deve limitarsi a una valutazione astratta del tipo di reato, ma deve calarsi nella specificità della situazione concreta. Il giudice deve effettuare una valutazione complessa e congiunta di tutti gli elementi indicati dall’articolo 133 del codice penale, quali:
– Le modalità della condotta;
– Il grado di colpevolezza;
– L’entità del danno o del pericolo causato.

Nel caso di specie, l’analisi del “fatto storico” (la situazione reale e irripetibile realizzata dall’agente) ha portato i giudici a concludere che le condotte dell’imputata non potevano essere considerate di lieve entità, impedendo un giudizio favorevole.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento secondo cui la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non può essere applicata indiscriminatamente, specialmente in contesti che rivelano una tendenza del soggetto a infrangere le regole. Per i reati stradali, la valutazione deve essere particolarmente rigorosa, poiché essi mettono a repentaglio la sicurezza della collettività. La decisione sottolinea che la guida senza patente, quando penalmente rilevante, già implica una ripetizione della condotta, e che il rifiuto di sottoporsi a controlli essenziali come l’alcoltest costituisce un comportamento grave, che mal si concilia con l’idea di un’offesa minima.

È possibile invocare la tenuità del fatto per il reato di guida senza patente?
No, secondo la Corte la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile alla contravvenzione di guida senza patente. Questo perché il reato scatta solo in caso di recidiva nel biennio, il che fa venir meno il requisito della non abitualità del comportamento, necessario per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

Perché il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest è stato considerato un comportamento grave?
Il rifiuto è stato ritenuto grave per due motivi: in primo luogo, si inseriva in un contesto di reiterazione di condotte illecite; in secondo luogo, l’imputata si è rifiutata categoricamente nonostante manifestasse i sintomi tipici dell’assunzione di alcol, dimostrando una volontà di sottrarsi a un controllo fondamentale per la sicurezza stradale.

Cosa valuta il giudice per decidere sulla particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta. In base all’art. 133 del codice penale, deve tenere conto delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza che se ne desume e dell’entità del danno o del pericolo provocato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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