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Tenuità del fatto: la patente la sospende il Prefetto

La Corte di Cassazione ha confermato che, in caso di guida in stato di ebbrezza dichiarata non punibile per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida resta applicabile. Tuttavia, la competenza a irrogare tale sanzione non è del giudice penale, ma del Prefetto. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’automobilista, ribadendo un principio consolidato dalle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto per Guida in Ebbrezza: Chi Sospende la Patente?

La declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto in un procedimento per guida in stato di ebbrezza non salva dalla sospensione della patente. Questo è il principio chiave ribadito dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza. La sentenza chiarisce una volta per tutte la ripartizione di competenze tra giudice penale e autorità amministrativa, delineando un percorso che ogni automobilista dovrebbe conoscere. Analizziamo insieme questo importante caso per capire le implicazioni pratiche di tale decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un’automobilista accusata del reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’articolo 186 del Codice della Strada. In primo grado, il Tribunale aveva dichiarato l’imputata non punibile ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale, riconoscendo la particolare tenuità del fatto. Successivamente, la Corte d’Appello, riformando parzialmente la sentenza, aveva eliminato le statuizioni relative alla sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente, disponendo però la trasmissione degli atti al Prefetto di Torino per le determinazioni di sua competenza.

L’imputata ha proposto ricorso in Cassazione lamentando due aspetti: in primo luogo, il mancato riconoscimento della scriminante dell’adempimento di un dovere (art. 51 c.p.), sostenendo di essersi messa alla guida su invito delle forze dell’ordine; in secondo luogo, l’erronea trasmissione degli atti al Prefetto.

La questione della tenuità del fatto e la competenza del Prefetto

Il cuore della controversia non risiede tanto nella valutazione del comportamento dell’automobilista, quanto nelle conseguenze amministrative derivanti da una sentenza penale di non punibilità per tenuità del fatto. La difesa sosteneva che, venendo meno la condanna penale, dovesse decadere anche la sanzione accessoria. La Corte d’Appello, invece, ha seguito l’orientamento secondo cui la sanzione amministrativa sopravvive, ma la sua applicazione esula dalla giurisdizione penale per rientrare in quella amministrativa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo motivazioni chiare e fondate su principi giuridici consolidati.

Innanzitutto, ha rigettato la tesi della scriminante, specificando che l’invito degli operatori di polizia a recarsi in un determinato luogo non può essere considerato un ordine vincolante tale da giustificare la guida in stato di ebbrezza. L’imputata, secondo la Corte, avrebbe potuto e dovuto far presente il suo stato di alterazione e chiedere di essere accompagnata.

Ma il punto cruciale della decisione riguarda la seconda doglianza. La Corte ha richiamato la storica sentenza delle Sezioni Unite (n. 13681 del 2016), che ha risolto il contrasto giurisprudenziale in materia. Le Sezioni Unite hanno stabilito che l’esclusione della punibilità per tenuità del fatto non elimina l’illiceità del comportamento. Il fatto, sebbene non così grave da meritare una sanzione penale, rimane contrario alla legge.

Di conseguenza, le sanzioni amministrative accessorie, come la sospensione della patente, “riprendono la loro autonomia ed entrano nella sfera di competenza dell’amministrazione pubblica”. La non punibilità penale non cancella l’illecito amministrativo. Pertanto, la Corte d’Appello ha agito correttamente trasmettendo gli atti al Prefetto, unico organo competente a decidere se e in che misura applicare la sanzione della sospensione della patente di guida.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rafforza un principio fondamentale: ottenere una declaratoria di non punibilità per tenuità del fatto per il reato di guida in stato di ebbrezza non significa averla fatta franca. La giustizia penale e quella amministrativa viaggiano su binari paralleli. L’assenza di una condanna penale non preclude l’applicazione di sanzioni amministrative.

L’implicazione pratica è chiara: anche in caso di violazioni di lieve entità, chi guida dopo aver bevuto rischia concretamente la sospensione della patente. La decisione finale spetterà al Prefetto, che valuterà il caso sulla base degli atti trasmessi dal tribunale. Questa separazione di competenze garantisce che, anche quando il sistema penale opta per una risposta mite, la sicurezza stradale sia comunque tutelata attraverso gli strumenti del diritto amministrativo.

Se il reato di guida in stato di ebbrezza viene dichiarato non punibile per “particolare tenuità del fatto”, si subisce comunque la sospensione della patente?
Sì, la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida resta applicabile perché la non punibilità penale non elimina l’illiceità amministrativa del comportamento.

In caso di non punibilità per “tenuità del fatto”, chi decide sulla sospensione della patente: il giudice penale o il Prefetto?
La competenza a irrogare la sanzione della sospensione della patente spetta al Prefetto. Il giudice penale, una volta dichiarata la non punibilità, deve trasmettere gli atti all’autorità amministrativa.

L’invito delle forze dell’ordine a recarsi in un luogo può essere considerato un ordine che giustifica la guida in stato di ebbrezza?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che un semplice invito da parte degli operatori di polizia non costituisce un ordine che possa giustificare la commissione di un reato. La persona avrebbe dovuto rappresentare il proprio stato di alterazione e chiedere un mezzo alternativo per spostarsi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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