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Tenuità del fatto: la Cassazione annulla la condanna

Un soggetto viene condannato per porto di coltello senza giustificato motivo. In Cassazione, lamenta la mancata valutazione del giustificato motivo e l’omessa pronuncia sulla richiesta di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La Corte Suprema rigetta il primo motivo, ribadendo che la giustificazione deve essere immediata, ma accoglie il secondo. La sentenza viene annullata con rinvio perché il giudice di merito ha l’obbligo di motivare la sua decisione sulla richiesta di applicazione della tenuità del fatto, non potendo ignorarla.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del Fatto: La Cassazione Annulla per Omessa Pronuncia

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: il giudice ha l’obbligo di pronunciarsi su ogni istanza della difesa, in particolare sulla richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. L’omissione di tale valutazione costituisce un vizio che porta all’annullamento della sentenza. Analizziamo il caso per comprendere le implicazioni pratiche di questa decisione.

I Fatti del Caso: La Condanna per Porto di Coltello

Un individuo veniva condannato dal Tribunale in composizione monocratica per il reato previsto dalla legge sulle armi (L. 110/1975), per aver portato fuori dalla propria abitazione un coltello di ragguardevoli dimensioni (20,5 cm di lunghezza totale) senza un giustificato motivo. La condanna consisteva in una pena di 1.500 euro di ammenda, oltre al pagamento delle spese processuali e alla confisca dell’oggetto.

I Motivi del Ricorso: Giustificato Motivo e Tenuità del Fatto

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava ricorso per cassazione basandosi su due distinti motivi:

1. Mancata Motivazione sul Giustificato Motivo: La difesa lamentava che il Tribunale non avesse considerato le ragioni addotte a giustificazione del possesso del coltello, emerse durante il dibattimento.
2. Omessa Pronuncia sulla Tenuità del Fatto: Si contestava al giudice di merito di non aver minimamente valutato né motivato in merito alla richiesta, formulata nelle conclusioni, di applicare l’esimente della particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

Il Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione aveva chiesto l’accoglimento del secondo motivo, ritenendo infondato il primo.

La Decisione della Corte: L’Obbligo di Motivazione sulla Tenuità del Fatto è inderogabile

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, seguendo le indicazioni della Procura Generale. Vediamo nel dettaglio il ragionamento seguito dai giudici.

La Questione del “Giustificato Motivo”

Sul primo punto, la Corte ha ritenuto il motivo infondato. Ha ribadito il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui il “giustificato motivo” deve essere allegato e dimostrabile nell’immediatezza del controllo da parte delle forze dell’ordine. Non sono valide le giustificazioni addotte a posteriori, nel corso del processo. Questo rigore è dettato dalla ratio legis, che mira a limitare al massimo la circolazione di oggetti potenzialmente lesivi per la sicurezza pubblica. Nel caso di specie, la giustificazione era emersa solo dalla difesa in giudizio e non dall’imputato al momento del fatto.

Le Motivazioni

Il cuore della sentenza risiede nell’accoglimento del secondo motivo. La Corte ha riscontrato una “mancanza anche grafica di motivazione” sulla richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. Il Tribunale, pur avendo ricevuto una specifica richiesta dalla difesa, non ha concesso l’esimente né ha spiegato perché la riteneva non applicabile. Secondo la Cassazione, tale silenzio non può essere interpretato come un rigetto implicito, ma costituisce una vera e propria omessa pronuncia, un vizio che invalida la sentenza.

Il giudice di merito ha il dovere di esaminare ogni punto sollevato dalle parti. La richiesta di valutazione della tenuità del fatto è un punto specifico che impone una decisione esplicita e motivata. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza impugnata, ma con rinvio al Tribunale di origine per un nuovo giudizio, limitato esclusivamente alla valutazione della sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

Infine, la Corte ha colto l’occasione per ricordare un importante principio relativo alla prescrizione: in caso di annullamento con rinvio limitato a una causa di non punibilità come questa, il giudice del rinvio non potrà dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata dopo la sentenza di annullamento, in virtù delle nuove norme sull’improcedibilità (art. 344-bis c.p.p.).

Le Conclusioni

Questa pronuncia sottolinea l’importanza cruciale per la difesa di formulare esplicitamente tutte le richieste rilevanti, inclusa quella sulla tenuità del fatto. Al contempo, essa funge da monito per i giudici di merito, i quali sono tenuti a fornire una risposta motivata a ciascuna di esse. Un’omissione su un punto così dirimente non è tollerabile e comporta l’annullamento della decisione, garantendo il pieno rispetto del diritto di difesa dell’imputato. Il nuovo giudizio sarà circoscritto a questo singolo aspetto, lasciando impregiudicato l’esito finale sulla punibilità del soggetto.

Quando deve essere fornito il “giustificato motivo” per il porto di un oggetto atto ad offendere?
Secondo la Corte di Cassazione, il giustificato motivo deve essere addotto nell’immediatezza del controllo da parte dei verbalizzanti, in quanto deve essere attuale e suscettibile di verifica immediata. Le giustificazioni fornite a posteriori nel corso del giudizio non sono considerate valide.

Cosa accade se un giudice non si pronuncia sulla richiesta di applicazione della “tenuità del fatto”?
Se la difesa formula una specifica richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e il giudice omette di decidere e motivare su tale punto, la sentenza è viziata da omessa pronuncia. Di conseguenza, la Corte di Cassazione annulla la sentenza con rinvio per un nuovo giudizio limitato a quella valutazione.

In caso di annullamento parziale per valutare la tenuità del fatto, il reato può estinguersi per prescrizione?
No. Per i reati commessi dopo il 1° gennaio 2020, la sentenza specifica che il giudice del rinvio non può dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata successivamente alla sentenza di annullamento parziale, a causa dell’applicazione delle norme sull’improcedibilità per superamento dei termini massimi di durata del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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