Sentenza di Cassazione Penale Sez. 6 Num. 16987 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 6 Num. 16987 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 26/03/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da
NOME COGNOME nato il 08/11/1992 in Marocco avverso la sentenza del 19/03/2024 della Corte di appello di Firenze; visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore generale NOME COGNOME che ha chiesto di annullare la sentenza impugnata limitatamente alla applicazione dell’art.131-bis cod. proc pen. con rinvio per nuovo giudizio sul punto.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza n. 1322 del 19/03/2024 la Corte di appello di Firenze ha confermato la condanna inflitta a NOME COGNOME per il reato ex art. 385 cod. pen. descritto nel capo di imputazione.
Nello ricorso presentato dal difensore di COGNOME si chiede l’annullamento della sentenza.
2.1. Con il primo motivo di ricorso, si deduce per violazione di legge nel disconoscere la particolate tenuità del fatto ex art. 131-bis cod. pen. trascurando
la breve durata dell’allontanamento dell’imputato dalla abitazione in cui era collocato agli arresti domiciliari.
2.2. Con il secondo motivo di ricorso, si deduce vizio della motivazione nell’applicare la recidiva, con giudizio di equivalenza alle circostanze attenuanti
generiche, sul mero presupposto della esistenza di precedenti penali, ma senza una valida motivazione circa la pericolosità sociale di NOMECOGNOME
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Nel primo grado di giudizio, il Tribunale ha determinato la pena nel minimo edittale e ha riconosciuto le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla
recidiva con una riduzione della pena nella massima estensione, evidenziando, al riguardo, il positivo atteggiamento processuale e «il comportamento complessivo
dell’COGNOME, il quale – contattato dalla sorella – è ritornato a casa dopo pochissimi minuti».
Invece, la Corte di appello ha motivato la esclusione della particolare tenuità del fatto – oggetto del primo motivo di appello – osservando che l’imputato si è allontanato dalla abitazione in cui stava agli arresti domiciliari «senza alcuna valida ragione».
Tuttavia, così argomentando, la Corte di appello si è limitata a rilevare la condizione costitutiva del reato di evasione, mentre – va ribadito – nel giudizio concernente l’applicabilità della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto ex art. 131-bis cod. pen., devono utilizzarsi i criteri indicati dall’art. 133, comma primo, cod. pen., anche se non è necessaria la disamina di tutti gli elementi di valutazione previsti, bastando l’indicazione di quelli riten rilevanti (Sez. 7, n. 10481 del 19/01/2022′ Rv. 283044; Sez. 6, n. 55107 del 08/11/2018, Rv. 274647; Sez. 7, n. 10481 del 19/01/2022, Rv. 283044).
Pertanto, il primo motivo di ricorso risulta fondato e questa conclusione priva di rilevanza attuale il secondo motivo di ricorso.
Ne deriva l’annullamento della sentenza impugnata limitatamente alla applicazione dell’art. 131-bis cod. proc pen. con rinvio per nuovo giudizio sul punto.
P.Q.M.
2 GLYPH Annulla la sentenza impugnata con rinvio per nuovo giudizio ad altra Sezione della Corte di appello di Firenze
Così deciso 26/03/2025.