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Tenuità del fatto e evasione: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per evasione dagli arresti domiciliari, criticando la motivazione della Corte d’appello. I giudici di merito avevano negato l’applicazione della causa di non punibilità per la tenuità del fatto in modo generico e apodittico. La Cassazione ha ritenuto tale motivazione ‘apparente’ e ‘illogica’, rinviando il caso per una nuova valutazione specifica sulla non trascurabilità della lesione al bene giuridico protetto.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tenuità del fatto per evasione: non basta un no generico

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 19121/2025, offre un importante chiarimento sull’applicazione della tenuità del fatto al reato di evasione dagli arresti domiciliari. Questo principio, sancito dall’art. 131-bis del codice penale, stabilisce che un reato, pur sussistendo, non sia punibile quando l’offesa è particolarmente lieve. La Corte ha annullato una condanna proprio perché i giudici di merito avevano escluso questa possibilità con una motivazione generica e illogica, senza analizzare concretamente la gravità della condotta.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado alla pena di un anno di reclusione per il reato di evasione dagli arresti domiciliari (art. 385 c.p.). La sua difesa aveva sostenuto che l’allontanamento era stato minimo e che, al momento del controllo di polizia, l’imputato si trovava in doccia e non aveva sentito il campanello. Di fronte ai giudici, la difesa aveva chiesto l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, sottolineando lo scarso allarme sociale generato dalla condotta.

Tuttavia, la Corte d’appello aveva rigettato questa richiesta, affermando che il reato comportava una “lesione non trascurabile del bene giuridico protetto, anche alla luce delle reiterate condanne riportate dall’appellante”. Insoddisfatto, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione e la valutazione sulla tenuità del fatto

La Suprema Corte ha esaminato i due motivi di ricorso. Il primo, relativo alla mancata audizione del campanello, è stato dichiarato inammissibile in quanto riguardava una ricostruzione dei fatti, materia non di competenza della Cassazione.

Il secondo motivo, invece, è stato accolto. La Corte ha giudicato la motivazione della Corte d’appello “apparente e manifesta illogicità”. Secondo gli Ermellini, negare la tenuità del fatto basandosi su una generica “lesione non trascurabile” e sui precedenti penali, senza un’analisi specifica del comportamento contestato, equivale a non motivare affatto. Si tratta di una clausola di stile che potrebbe essere applicata a qualsiasi caso di evasione, svuotando di significato la norma dell’art. 131-bis c.p.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha chiarito che la valutazione sulla tenuità del fatto non può essere esclusa a priori per determinate categorie di reati, nemmeno per quelli che ledono l’autorità delle decisioni giudiziarie come l’evasione. Il giudice di merito ha l’obbligo di esaminare in concreto la gravità della condotta. Affermare che ogni allontanamento dagli arresti domiciliari costituisca, per sua natura, una violazione grave è un’affermazione apodittica e illogica.

In sostanza, la motivazione del giudice di appello è stata censurata perché si è limitata a una formula prestampata, senza spiegare perché, nel caso specifico, la condotta dell’imputato dovesse essere considerata di una gravità tale da superare la soglia della non punibilità. La decisione della Cassazione ribadisce che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede un’analisi fattuale e non può risolversi in una petizione di principio basata sul solo titolo di reato.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un monito per i giudici di merito: la negazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto deve essere sempre supportata da una motivazione specifica, concreta e non apparente. Non è sufficiente fare riferimento alla natura del reato o ai precedenti dell’imputato in modo generico. Occorre spiegare nel dettaglio perché quella specifica condotta, per le sue modalità e per l’entità del danno o del pericolo, non possa essere considerata lieve. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, limitatamente al punto sul diniego dell’art. 131-bis c.p., e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’appello per una nuova e più approfondita valutazione.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza?
La sentenza è stata annullata perché la Corte d’appello aveva negato l’applicazione della causa di non punibilità per la tenuità del fatto con una motivazione giudicata ‘apparente e manifesta illogicità’, ovvero troppo generica e non ancorata alle specificità del caso concreto.

È possibile applicare la tenuità del fatto al reato di evasione dagli arresti domiciliari?
Sì, la sentenza conferma che non vi è un’esclusione automatica. Il giudice deve valutare caso per caso se la specifica condotta di evasione, per le sue modalità concrete, possa essere considerata di lieve entità ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ secondo la Corte?
Per ‘motivazione apparente’ si intende un ragionamento del giudice che esiste solo formalmente ma che, in realtà, si basa su frasi di stile, generiche e apodittiche, senza fornire una spiegazione concreta e specifica delle ragioni che hanno portato alla decisione. Equivale, di fatto, a una mancanza di motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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