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Tenuità del fatto e abusi edilizi: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto emessa da un Giudice per le Indagini Preliminari nell’ambito di un procedimento per decreto penale. Il caso riguardava abusi edilizi, tra cui l’ampliamento di un garage e la modifica della sua destinazione d’uso. La Suprema Corte ha ribadito che il proscioglimento per particolare tenuità del fatto non può essere dichiarato ‘inaudita altera parte’, ma richiede l’instaurazione di un contraddittorio per una completa valutazione del merito, specialmente in materia urbanistica, dove l’analisi deve essere olistica e non limitata alla sola dimensione dell’abuso.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Non si Applica Senza Contraddittorio nei Procedimenti per Decreto Penale

Introduzione: Un Principio Cardine della Procedura Penale

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 44348/2024, ha riaffermato un principio cruciale in materia di procedura penale e reati edilizi. La decisione chiarisce che il proscioglimento per particolare tenuità del fatto, previsto dall’art. 131-bis c.p., non può essere pronunciato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) quando riceve una richiesta di decreto penale di condanna. Questa causa di non punibilità, infatti, richiede una valutazione di merito che non può prescindere dal contraddittorio tra le parti, un diritto fondamentale dell’imputato.

I Fatti di Causa: Un Abuso Edilizio e la Decisione a Sorpresa del GIP

Il caso trae origine da una serie di interventi edilizi realizzati in assenza del necessario permesso di costruire. I due imputati, una in qualità di proprietaria e committente e l’altro come progettista e direttore dei lavori, avevano eseguito lavori di demolizione e ricostruzione di un garage, ampliandone la superficie di circa il 20%, modificando la distribuzione interna, predisponendo una cucina a gas e alterando i prospetti esterni. A fronte di tali abusi, la Procura aveva richiesto l’emissione di un decreto penale di condanna. Sorprendentemente, il GIP del Tribunale di Pesaro, invece di accogliere la richiesta, ha emesso una sentenza di non doversi procedere, ritenendo l’offesa di particolare tenuità del fatto.

Il Ricorso del Procuratore: Violazione di Legge e Mancanza di Motivazione

Il Procuratore Generale presso la Corte di Appello ha impugnato la decisione del GIP, sollevando due motivi principali:
1. Violazione di legge: L’applicazione dell’art. 131-bis c.p. non rientra tra le cause di proscioglimento immediato previste dall’art. 129 c.p.p. Essa richiede un apprezzamento di merito che può avvenire solo dopo l’instaurazione di un contraddittorio, garantito all’imputato in sede di opposizione al decreto penale.
2. Vizio di motivazione: La sentenza del GIP era carente, avendo limitato la sua valutazione al solo reato edilizio e trascurando le altre fattispecie contestate, senza spiegare adeguatamente le ragioni del suo convincimento.

Le Motivazioni della Cassazione: Inapplicabilità della Particolare Tenuità del Fatto senza Contraddittorio

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e ammissibile. Richiamando un consolidato orientamento, culminato nella pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Ksouri n. 20569/2018), i giudici hanno ribadito che l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto presuppone la previa instaurazione del contraddittorio tra accusa, difesa e, se presente, persona offesa. Questo perché la valutazione della tenuità implica un accertamento completo sulla sussistenza del fatto, la sua illiceità e la sua riferibilità all’imputato.
Il rito monitorio del decreto penale, caratterizzato dall’assenza di confronto preventivo per finalità di celerità, è intrinsecamente incompatibile con tale tipo di valutazione. Pertanto, il GIP non può prosciogliere un imputato ai sensi dell’art. 131-bis c.p. inaudita altera parte. La decisione del giudice di primo grado è stata quindi considerata illegittima e affetta da nullità di ordine generale per violazione del diritto al contraddittorio.

I Criteri di Valutazione per la Particolare Tenuità del Fatto in Materia Urbanistica

La Corte ha colto l’occasione per ribadire anche i criteri specifici per valutare la particolare tenuità del fatto nei reati urbanistici e paesaggistici. La valutazione non può limitarsi alla sola consistenza dell’intervento abusivo (tipologia, dimensioni). Deve invece essere ‘olistica’ e considerare una serie di parametri, tra cui:
* La destinazione dell’immobile.
* L’incidenza sul carico urbanistico.
* L’eventuale contrasto con gli strumenti urbanistici e l’impossibilità di sanatoria.
* La violazione di vincoli.
* Il collegamento con altri interventi preesistenti.
* La totale assenza di titolo abilitativo o il grado di difformità.
* Il rispetto o meno di provvedimenti autoritativi dell’amministrazione.
Il giudice di merito aveva omesso di considerare aspetti rilevanti come il cambio di destinazione d’uso, l’ampliamento e l’installazione di nuovi impianti, elementi che meritavano un adeguato apprezzamento.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, rinviando gli atti al Tribunale di Pesaro per un nuovo giudizio. Questa pronuncia consolida un principio fondamentale: la garanzia del contraddittorio è un pilastro del processo penale che non può essere sacrificato neppure in nome dell’efficienza. La valutazione sulla particolare tenuità del fatto è un giudizio di merito complesso che deve necessariamente svolgersi nel pieno rispetto dei diritti di tutte le parti processuali.

Un giudice può prosciogliere un imputato per ‘particolare tenuità del fatto’ quando gli viene richiesto di emettere un decreto penale di condanna?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la procedura per decreto penale è incompatibile con l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., poiché questa causa di non punibilità richiede una valutazione di merito che deve avvenire nel contraddittorio tra le parti, diritto non garantito in quella fase del procedimento.

Perché il contraddittorio è essenziale per applicare la causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto?
Il contraddittorio è essenziale perché l’applicazione di questa norma implica un accertamento completo sulla sussistenza del fatto, la sua illiceità e la sua attribuibilità all’imputato. Si tratta di una valutazione complessa che non può essere svolta ‘inaudita altera parte’ (senza sentire l’altra parte), ma necessita del confronto tra accusa e difesa per garantire un processo equo.

Quali elementi deve considerare un giudice per valutare la particolare tenuità del fatto in caso di abusi edilizi?
Il giudice deve compiere una valutazione ‘olistica’ che non si limiti alla sola dimensione dell’abuso. Deve considerare anche la destinazione d’uso dell’immobile, l’impatto sul carico urbanistico, l’eventuale contrasto con le norme urbanistiche, l’impossibilità di sanatoria, la violazione di vincoli, la totale assenza di titolo abilitativo e le modalità di esecuzione dell’intervento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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