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Tentato furto: quando il ricorso è inammissibile

Un uomo, condannato per tentato furto di rame, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile poiché i motivi erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello. La sentenza sottolinea che gli strumenti usati erano idonei e che la mancata concessione delle attenuanti era giustificata dalla pericolosità del fatto e dai precedenti penali dell’imputato.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentato Furto: La Cassazione chiarisce quando il ricorso è inammissibile

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’Ordinanza n. 19321/2024, offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di ammissibilità di un’impugnazione. Il caso riguardava un tentativo di furto aggravato, ma la lezione che se ne trae è di portata generale: presentare un ricorso inammissibile perché generico equivale a perdere un’opportunità processuale. La Corte ha ribadito che un ricorso non può essere una semplice fotocopia delle argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti.

I Fatti del Caso

Un individuo era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale di Marsala che in secondo grado dalla Corte di Appello di Palermo per il reato di tentato furto aggravato. L’uomo aveva cercato di impossessarsi di fili di rame dalla rete elettrica pubblica, utilizzando una scala e una tronchesina. Il tentativo, tuttavia, non andò a buon fine: l’imputato rimase folgorato da una scarica elettrica, evento che ne interruppe l’azione criminosa e rese necessario l’intervento dei sanitari e delle forze dell’ordine.

I Motivi del Ricorso e la Genericità dei Motivi

Di fronte alla condanna, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo principalmente su due punti:
1. Inidoneità degli atti: Sosteneva che gli strumenti utilizzati (scala e tronchesina) fossero totalmente inadeguati a commettere il furto, rendendo quindi il tentativo non punibile.
2. Trattamento sanzionatorio: Lamentava un’eccessiva severità della pena e la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

La Corte Suprema, però, ha stroncato sul nascere queste argomentazioni, qualificando il ricorso come una pedissequa reiterazione di quanto già discusso e rigettato dalla Corte di Appello. Questo è un punto cruciale: un ricorso in Cassazione deve contenere una critica argomentata e specifica alla sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse doglianze. In assenza di una correlazione critica tra le ragioni della decisione appellata e i motivi dell’impugnazione, il ricorso diventa solo apparente e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha smontato punto per punto le tesi difensive, confermando la correttezza della decisione della Corte di Appello.

Sull’Idoneità degli Strumenti

I giudici di legittimità hanno chiarito che la valutazione sull’idoneità degli atti in un tentativo di reato va fatta con un giudizio ex ante, cioè basandosi sulla situazione esistente al momento dell’azione. La presenza di una scala e di una tronchesina sul luogo del reato costituisce un insieme di mezzi astrattamente idonei a tagliare dei fili di rame. Il fatto che l’azione non sia riuscita a causa di un evento imprevisto (la scarica elettrica) non rende gli atti inidonei, ma semplicemente dimostra che il tentativo non si è trasformato in un reato consumato.

Sul Diniego delle Attenuanti Generiche

La Cassazione ha anche confermato la decisione di non concedere le circostanze attenuanti generiche. La Corte di Appello aveva motivato tale scelta evidenziando due fattori negativi preponderanti:
* L’offensività della condotta: Il tentativo di danneggiare la rete elettrica pubblica è un’azione di notevole pericolosità, capace di causare un danno significativo alla collettività.
* I precedenti penali dell’imputato: La presenza di precedenti per reati gravi indicava una tendenza a delinquere, un elemento che il giudice può legittimamente considerare per negare il beneficio.

La Corte ha ricordato che, per motivare il diniego delle attenuanti, il giudice non è tenuto ad analizzare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma può concentrarsi su quelli ritenuti decisivi, come in questo caso la personalità del colpevole e la gravità del fatto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza. Un ricorso, specialmente in Cassazione, non è un’ulteriore occasione per ridiscutere i fatti, ma un momento di controllo sulla corretta applicazione della legge. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è essenziale che l’atto di impugnazione si confronti criticamente con la motivazione della sentenza precedente, evidenziandone vizi logici o giuridici specifici. Ripetere stancamente le stesse argomentazioni, ignorando le ragioni dei giudici dei gradi precedenti, è una strategia processuale destinata al fallimento, con l’ulteriore conseguenza della condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte di Appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. Questo comportamento rende il ricorso generico e non specifico.

Gli strumenti usati per il tentato furto erano considerati inidonei?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che la presenza di una scala e di una tronchesina costituiva un complesso di mezzi astrattamente idonei a commettere il furto di cavi di rame. Il fallimento del tentativo, dovuto a una scossa elettrica, non ha reso gli atti inidonei, ma ha solo impedito la consumazione del reato.

Per quale motivo non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche?
Le attenuanti generiche non sono state concesse a causa della notevole offensività e pericolosità della condotta (tentativo di danno alla rete elettrica pubblica) e della presenza di gravi precedenti penali a carico dell’imputato, che indicavano una sua tendenza a delinquere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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