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Tentato furto in abitazione: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per tentato furto in abitazione. L’imputato sosteneva si trattasse di semplice violazione di domicilio, ma la Corte ha stabilito che i motivi del ricorso erano basati su una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità, e che la motivazione della corte d’appello era logicamente ineccepibile nel ritenere l’intento di furto come unica spiegazione plausibile dell’ingresso nell’altrui dimora.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentato Furto in Abitazione: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i limiti del giudizio di legittimità in materia di tentato furto in abitazione, chiarendo perché un ricorso basato su una diversa interpretazione dei fatti non possa trovare accoglimento. La sentenza offre spunti cruciali sulla differenza tra la valutazione del fatto, riservata ai giudici di merito, e il controllo di legittimità, di competenza della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo condannato sia in primo grado dal Tribunale di Pescara sia in secondo grado dalla Corte di Appello di L’Aquila per il reato di tentato furto in abitazione, previsto dagli articoli 56 e 624-bis del codice penale. L’imputato, non accettando la condanna, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge penale. In particolare, sosteneva che la sua condotta dovesse essere riqualificata come semplice violazione di domicilio, asserendo che l’ingresso nell’abitazione altrui fosse avvenuto per un mero errore.

I Motivi del Ricorso e il Tentato Furto in Abitazione

L’unico motivo di ricorso si concentrava su due aspetti principali:
1. Errata qualificazione giuridica del fatto: L’imputato chiedeva alla Corte di riconsiderare la sua azione non come un tentativo di furto, ma come una meno grave violazione di domicilio.
2. Vizio di motivazione: Contestava la logica seguita dai giudici di merito nel desumere la sua intenzione di rubare.

In sostanza, la difesa mirava a una completa rilettura delle prove e delle circostanze fattuali, un’operazione che, come vedremo, esula dai poteri della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale, stabilendo che il ricorso non possedeva i requisiti per essere esaminato. Di conseguenza, ha confermato la condanna e ha imposto al ricorrente il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso sul Tentato Furto è Inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali del diritto processuale penale:

1. Il Ricorso Reiterativo e Basato sul Fatto

La Cassazione ha evidenziato come il motivo del ricorso fosse meramente reiterativo di argomenti già esaminati e respinti nei gradi di merito e, soprattutto, versato in fatto. Il compito della Corte di Cassazione non è quello di riesaminare le prove o di fornire una nuova interpretazione dei fatti, come se fosse un terzo grado di giudizio. Il suo ruolo, come precisato dalla giurisprudenza consolidata (sentenza Petrella, Sez. U, n. 47289/2003), è limitato a verificare la correttezza giuridica e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Chiedere alla Corte di stabilire se l’imputato volesse rubare o solo entrare per errore significa chiederle una valutazione del fatto, che le è preclusa.

2. La Manifesta Infondatezza del Motivo

In secondo luogo, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e priva di vizi. Aveva spiegato che l’azione di entrare in un’abitazione altrui, in quel specifico contesto, non poteva avere altra spiegazione logica se non quella di perpetrare un furto. La circostanza che l’imputato abitasse nelle vicinanze, anziché essere un’attenuante, è stata vista come un potenziale vantaggio, permettendogli di trovare un facile riparo in caso di problemi. Pertanto, la motivazione della corte di merito era solida e coerente, rendendo l’impugnazione priva di qualsiasi fondamento apprezzabile.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza per ridiscutere i fatti. È uno strumento di controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità delle motivazioni. Nel caso del tentato furto in abitazione, l’intenzione di sottrarre beni è l’elemento chiave che lo distingue dalla semplice violazione di domicilio. Se i giudici di merito hanno motivato in modo logico e coerente perché ritenessero sussistente tale intenzione, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella già effettuata.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è basato su una rivalutazione dei fatti, che non è consentita in sede di legittimità, oppure quando è manifestamente infondato, ossia privo di argomentazioni giuridiche valide e basato su motivazioni illogiche.

Qual è la differenza tra violazione di domicilio e tentato furto in abitazione secondo questa ordinanza?
La differenza fondamentale risiede nell’intenzione. Se l’azione di entrare nell’abitazione è chiaramente finalizzata a sottrarre beni, si configura il tentato furto. La Corte ha ritenuto che, nel caso specifico, l’unica spiegazione logica dell’ingresso nell’abitazione fosse l’intento di commettere un furto.

Perché l’argomento che l’imputato vivesse nelle vicinanze non è stato accettato come giustificazione?
La Corte ha ritenuto che la vicinanza della dimora non escludesse l’intenzione di rubare. Al contrario, ha specificato che questa circostanza avrebbe potuto essere vista come un vantaggio per l’imputato, consentendogli di trovare un facile riparo in caso di imprevisti durante il tentativo di furto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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