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Tentato furto in abitazione: quando è inammissibile?

Un individuo, condannato per tentato furto in abitazione per essersi introdotto nel giardino di una casa ed essere stato sorpreso vicino a una finestra, ha presentato ricorso in Cassazione. Sosteneva che i suoi atti costituissero solo una violazione di domicilio, non essendo idonei e univoci per configurare un tentativo di furto. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di valutare la legittimità e la logica della motivazione delle sentenze precedenti. Poiché il ricorso chiedeva una nuova valutazione delle prove, è stato respinto.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentato Furto in Abitazione: la Cassazione Definisce i Limiti del Ricorso

La distinzione tra una semplice violazione di domicilio e un tentato furto in abitazione è spesso al centro di complesse vicende giudiziarie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso presentato contro una condanna per questo reato, ribadendo il ruolo del giudice di legittimità. Il caso analizzato riguarda un individuo condannato per essersi introdotto nel giardino di un’abitazione con l’intento, secondo i giudici di merito, di commettere un furto.

I Fatti di Causa

L’imputato veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di tentato furto in abitazione. Secondo la ricostruzione, si era introdotto nel giardino di pertinenza di un’abitazione e, dopo aver spostato alcune suppellettili, si era avvicinato a una finestra. La sua azione veniva interrotta dalla pronta reazione di una delle persone presenti in casa, che lo metteva in fuga. Successivamente, veniva bloccato dal compagno della donna e da altri vicini.

I Motivi del Ricorso: Tentato Furto in Abitazione o Violazione di Domicilio?

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali, tutti volti a contestare la qualificazione del fatto come tentato furto in abitazione.

Mancanza di Univocità e Idoneità degli Atti

In primo luogo, si sosteneva che la condotta dell’imputato non integrasse gli estremi del tentativo. Secondo la difesa, gli atti compiuti – la mera introduzione nel giardino e lo spostamento di oggetti – non erano ‘univocamente’ diretti a commettere un furto. Al contrario, la condotta sarebbe stata al massimo riconducibile al reato di violazione di domicilio (art. 614 c.p.). Inoltre, la presenza dei proprietari in casa rendeva l’azione oggettivamente ‘inidonea’ a portare a termine il furto.

Assenza dell’Elemento Psicologico

Un ulteriore motivo di ricorso contestava la sussistenza del dolo specifico, ovvero il ‘fine di profitto’ richiesto per il reato di furto. L’imputato aveva dichiarato di essersi introdotto nel giardino solo per guardare all’interno e di essere fuggito per lo spavento, una volta scoperto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Le motivazioni di tale decisione sono fondamentali per comprendere i limiti del giudizio di legittimità.

La Corte ha ribadito che il suo compito non è quello di effettuare una nuova valutazione del merito degli elementi di prova, ma di controllare la coerenza logica e giuridica della motivazione della sentenza impugnata. I giudici di primo e secondo grado avevano già esaminato le prove, incluse le testimonianze, e avevano concluso, con argomentazioni ritenute logiche e complete, che la condotta dell’imputato fosse finalizzata al furto.

Il ricorso, secondo la Suprema Corte, non evidenziava vizi di legittimità (come una motivazione mancante, manifestamente illogica o contraddittoria), ma si limitava a proporre una rilettura alternativa dei fatti. Chiedere di rivalutare le dichiarazioni della persona offesa o ipotizzare una diversa qualificazione giuridica basata su una differente interpretazione delle prove costituisce un tentativo di trasformare la Corte di Cassazione in un terzo giudice di merito, funzione che non le compete.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia conferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è un’ulteriore opportunità per discutere i fatti. Per avere successo, un ricorso deve concentrarsi su specifiche violazioni di legge o su vizi logici evidenti nel ragionamento del giudice di grado inferiore. Non è sufficiente sostenere che le prove potessero essere interpretate diversamente. La decisione di condannare l’imputato per tentato furto in abitazione è stata quindi confermata, non perché la Cassazione abbia riesaminato i fatti, ma perché ha ritenuto che la valutazione compiuta dai giudici di merito fosse stata adeguatamente e logicamente motivata, rendendo le censure del ricorrente generiche e inammissibili.

Qual è la differenza tra violazione di domicilio e tentato furto in abitazione secondo la valutazione dei giudici?
La differenza risiede nella finalità della condotta. Mentre la violazione di domicilio si esaurisce nell’introdursi illegalmente nella sfera privata altrui, il tentato furto in abitazione richiede che tale introduzione sia il mezzo per compiere atti idonei e diretti in modo non equivoco a sottrarre beni, con l’intenzione di trarne profitto. La valutazione di tale finalità spetta ai giudici di merito sulla base delle prove raccolte.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove o le testimonianze di un processo?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria. Non può riesaminare le prove per giungere a una diversa ricostruzione dei fatti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, la condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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