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Tentato furto aggravato: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto aggravato. La decisione si fonda sulla natura fattuale e ripetitiva dei motivi di ricorso e sul rigetto della richiesta di attenuante per danno lieve, specificando che va considerato il pregiudizio complessivo e non solo il valore del bene.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentato furto aggravato: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di un tentato furto aggravato, offrendo importanti chiarimenti sui limiti del ricorso in sede di legittimità e sui criteri per la concessione dell’attenuante del danno di particolare tenuità. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna dell’imputato e fornendo una lezione sulla corretta formulazione dei motivi di impugnazione.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna, confermata sia in primo grado che in appello, di un individuo per il reato di tentato furto aggravato. L’imputato, ritenuto responsabile del delitto, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, sperando in un annullamento della sentenza della Corte di Appello di Torino.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha basato il suo ricorso su diversi motivi, tra cui:
1. Un’erronea applicazione della legge penale e vizi di motivazione riguardo all’affermazione della sua responsabilità.
2. La richiesta di riqualificare il fatto non come tentato furto, ma come semplice danneggiamento.
3. La contestazione della mancata concessione della circostanza attenuante del danno di particolare tenuità, prevista dall’articolo 62 n. 4 del codice penale.

In sostanza, la difesa ha tentato di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove già effettuate dai giudici di merito.

La Decisione della Corte sul tentato furto aggravato

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. La decisione della Corte si basa su principi procedurali e sostanziali ben consolidati.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione. In primo luogo, ha sottolineato che i primi tre motivi di ricorso erano inammissibili perché si limitavano a riproporre le stesse doglianze già presentate e respinte in appello. La Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio sui fatti, ma di un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità). Pertanto, le critiche che mirano a una nuova valutazione delle prove sono inammissibili.

In secondo luogo, riguardo al quarto motivo, relativo alla mancata concessione dell’attenuante del danno di particolare tenuità, la Corte lo ha ritenuto manifestamente infondato. Ha richiamato un principio giuridico consolidato (ius receptum), secondo cui tale attenuante richiede che il pregiudizio economico causato sia ‘lievissimo’, quasi ‘irrisorio’. La valutazione, ha precisato la Corte, non deve limitarsi al solo valore della cosa che si è tentato di sottrarre, ma deve estendersi a tutti gli ‘ulteriori effetti pregiudizievoli’ subiti dalla persona offesa. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato la presenza di danni complessivi che impedivano di qualificare il pregiudizio come di lieve entità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza due importanti principi. Primo: un ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità (violazioni di legge o difetti di motivazione evidenti) e non può essere una semplice riproposizione di argomenti fattuali già esaminati. Secondo: la concessione dell’attenuante per danno di lieve entità è soggetta a una valutazione rigorosa che comprende l’intero danno subito dalla vittima, non solo il valore dell’oggetto del furto. Per i professionisti legali, ciò significa che la preparazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi giuridica approfondita e non una mera insistenza su questioni di fatto. Per i cittadini, è una conferma che il sistema giudiziario pone dei limiti precisi ai gradi di giudizio per garantire la certezza del diritto.

È possibile presentare in Cassazione le stesse argomentazioni già respinte in Appello?
No, la Cassazione ha chiarito che la pedissequa reiterazione di motivi già dedotti in appello e motivatamente disattesi dal giudice di merito non è consentita, in quanto tali doglianze si risolvono in una richiesta di rivalutazione dei fatti non ammessa in sede di legittimità.

Come si valuta l’attenuante del danno di particolare tenuità nel tentato furto aggravato?
Per concedere l’attenuante, il pregiudizio deve essere lievissimo, quasi irrisorio. La valutazione non si limita al valore della cosa che si è tentato di sottrarre, ma considera anche tutti gli ulteriori effetti dannosi subiti dalla vittima a causa del reato.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, l’imputato viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con la condanna al versamento di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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