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Tentativo punibile: quando gli atti sono punibili?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 34931/2024, dichiara inammissibili i ricorsi di tre imputati, chiarendo i confini del tentativo punibile. La Corte stabilisce che anche atti classificabili come preparatori possono integrare un tentativo punibile se dimostrano in modo inequivocabile l’inizio dell’esecuzione del piano criminoso. Vengono inoltre respinte le doglianze relative alle attenuanti generiche e alla recidiva, sottolineando la necessità di motivazioni specifiche e non generiche.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentativo Punibile: La Cassazione Chiarisce Quando gli Atti Preparatori Diventano Reato

La distinzione tra meri atti preparatori, non punibili, e un vero e proprio tentativo punibile rappresenta uno dei temi più dibattuti nel diritto penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo confine, stabilendo che anche azioni considerate ‘preparatorie’ possono integrare un reato tentato se dimostrano che il piano criminoso è già stato avviato e ha una significativa probabilità di successo. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Tre individui ricorrevano in Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello che li aveva condannati. Il motivo principale del ricorso si basava sulla presunta violazione di legge riguardo alla sussistenza del tentativo punibile. Secondo la difesa, le azioni compiute dai ricorrenti erano da considerarsi semplici atti preparatori, e quindi non punibili. Altri motivi di ricorso riguardavano il diniego delle attenuanti generiche per due degli imputati e una contestazione sulla recidiva per il terzo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i ricorsi inammissibili, confermando la decisione dei giudici di merito. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa dei principi che regolano il tentativo punibile, le attenuanti generiche e la specificità dei motivi di ricorso. Con questa pronuncia, la Corte condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Corte ha articolato le sue motivazioni affrontando punto per punto i motivi del ricorso, offrendo chiarimenti fondamentali.

Il Tentativo Punibile e il Superamento della Distinzione con gli Atti Preparatori

Il cuore della pronuncia risiede nella definizione di tentativo punibile. La Cassazione ribadisce un orientamento ormai consolidato: la vecchia distinzione tra atti preparatori (non punibili) e atti esecutivi (punibili), presente nel codice Zanardelli, è stata superata dal codice penale vigente.
Oggi, per la configurabilità del tentativo, sono rilevanti non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti che, sebbene classificabili come preparatori, soddisfano due condizioni cruciali:

1. Avvio dell’attuazione: L’agente deve aver definitivamente approntato il piano criminoso in ogni dettaglio e aver iniziato ad attuarlo.
2. Probabilità di successo: L’azione deve avere una significativa probabilità di raggiungere l’obiettivo, salvo l’intervento di eventi imprevedibili e indipendenti dalla volontà del reo.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza impugnata fosse puntuale nel dimostrare come le azioni degli imputati avessero superato la soglia della mera preparazione, integrando un vero e proprio tentativo.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche e la Recidiva

La Corte ha respinto anche le doglianze sulle attenuanti generiche, ricordando che queste non sono una ‘benevola e discrezionale concessione’ del giudice. Al contrario, la loro applicazione deve fondarsi sull’accertamento di situazioni concrete e specifiche che giustifichino un trattamento di favore. La semplice richiesta, priva dell’indicazione di tali elementi, non è sufficiente a far sorgere un obbligo di motivazione analitica da parte del giudice in caso di diniego.

Similmente, il motivo sulla recidiva è stato giudicato infondato, poiché la Corte territoriale aveva adeguatamente motivato la sua decisione basandosi sulla specificità dei precedenti e sulle modalità del fatto, elementi che dimostravano una crescente pericolosità criminale del ricorrente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione è un’importante conferma dei principi che governano il tentativo punibile nel nostro ordinamento. Sottolinea come la valutazione non debba essere formalistica, basata sulla distinzione tra preparazione ed esecuzione, ma sostanziale. Il giudice deve analizzare la concretezza del piano criminoso e la probabilità che questo venga portato a termine. La decisione serve anche da monito sull’importanza di formulare ricorsi specifici e ben motivati, specialmente quando si richiedono benefici come le attenuanti generiche, che non possono mai essere dati per scontati.

Quando un atto preparatorio diventa un tentativo punibile?
Un atto preparatorio diventa un tentativo punibile quando l’agente ha definito il piano criminoso in ogni dettaglio e ha iniziato ad attuarlo, e quando l’azione ha una significativa probabilità di successo, salvo il verificarsi di eventi imprevedibili e indipendenti dalla volontà del reo.

Le attenuanti generiche sono una concessione automatica del giudice?
No, non sono una concessione automatica o discrezionale. La loro concessione deve essere fondata sull’accertamento di situazioni specifiche e rilevanti che giustifichino un trattamento di speciale benevolenza. Una richiesta generica non obbliga il giudice a concederle.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione è considerato ‘aspecifico’?
Se un motivo di ricorso è aspecifico, cioè non si confronta adeguatamente con la motivazione della sentenza impugnata, viene dichiarato inammissibile. Questo significa che la Corte di Cassazione non entra nel merito della questione sollevata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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