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Tentativo di Sostituzione di Persona: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha chiarito la differenza tra reato consumato e tentativo di sostituzione di persona. Un individuo, utilizzando tesserini di polizia falsi in una stazione ferroviaria, non è riuscito a ingannare il personale, che si è subito insospettito. La Corte ha stabilito che, mancando l’effettiva induzione in errore della vittima, il reato non può considerarsi consumato ma solo tentato. La sentenza è stata quindi parzialmente annullata con rinvio per una nuova valutazione limitatamente a questo capo d’accusa.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentativo di Sostituzione di Persona: Quando il Reato Non Si Consuma

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2901/2024, offre un importante chiarimento sulla distinzione tra reato consumato e tentativo di sostituzione di persona. Il caso analizzato riguarda un individuo che ha cercato di superare i varchi di una stazione ferroviaria esibendo documenti di riconoscimento delle forze dell’ordine palesemente falsi. La pronuncia è fondamentale per comprendere quando l’inganno si ferma allo stadio del tentativo, senza arrivare alla consumazione del delitto.

I Fatti: L’uso di Tesserini Falsi in Stazione

Il protagonista della vicenda è stato condannato in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui il possesso di segni distintivi contraffatti (art. 497-ter c.p.), la sostituzione di persona (art. 494 c.p.) e il porto abusivo di armi (L. 110/75). Nello specifico, per superare i controlli di accesso ai binari di una grande stazione, l’uomo aveva esibito al personale addetto dei documenti falsificati riconducibili a diversi corpi di polizia. Tuttavia, l’addetto al controllo, un ex membro delle forze dell’ordine, si è immediatamente insospettito riguardo all’autenticità dei documenti. Pur consentendo all’imputato di superare il varco, lo ha seguito a distanza insieme a un collega, allertando nel frattempo la Polizia Ferroviaria, che ha poi fermato l’uomo a bordo del treno.

L’Iter Giudiziario e i Motivi del Ricorso

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione lamentando diversi vizi della sentenza d’appello. Tra i motivi principali, contestava la dichiarazione di abitualità nel reato, la presunta grossolanità del falso (che avrebbe dovuto rendere il reato impossibile) e il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il motivo più significativo, e l’unico accolto dalla Suprema Corte, riguardava la qualificazione giuridica del reato di sostituzione di persona, sostenendo che si fosse trattato, al massimo, di un tentativo.

L’Analisi della Cassazione sul tentativo di sostituzione di persona

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo relativo al tentativo di sostituzione di persona. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: il delitto di cui all’art. 494 c.p. si consuma nel momento in cui un soggetto viene effettivamente indotto in errore a causa della falsa identità o delle false qualità attribuitesi dall’agente. Se l’induzione in errore non si realizza, il reato non può dirsi consumato, ma si configura unicamente nella sua forma tentata.

Nel caso specifico, era pacifico che il personale di controllo non fosse stato ingannato. Anzi, il dubbio sull’autenticità dei documenti era sorto immediatamente. Il fatto che l’imputato sia stato lasciato passare era parte di una strategia per non allarmarlo e consentire l’intervento della Polfer in sicurezza. Poiché nessuno era stato tratto in inganno, mancava l’elemento costitutivo fondamentale per la consumazione del reato. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza su questo punto, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione che tenga conto della corretta qualificazione del fatto come delitto tentato.

Gli Altri Motivi di Ricorso: Perché Sono Stati Respinti

La Cassazione ha invece dichiarato inammissibili o infondati gli altri motivi di ricorso:

* Falso grossolano: Il motivo è stato giudicato inammissibile perché sollevato per la prima volta in Cassazione. Inoltre, la Corte ha sottolineato che un falso non è ‘grossolano’ solo perché un soggetto con competenze specifiche (come un ex Carabiniere) se ne accorge. La valutazione va fatta sulla capacità del falso di ingannare una persona media.
* Abitualità nel reato: La Corte ha precisato che i giudici di merito non avevano emesso una formale dichiarazione di ‘abitualità’, ma avevano semplicemente usato questo concetto per motivare il diniego della non punibilità per tenuità del fatto, valutazione ritenuta legittima.
* Particolare tenuità del fatto: La richiesta è stata respinta sulla base della valutazione complessiva della condotta, della presenza di più reati e dei precedenti penali dell’imputato, che dimostravano una propensione a delinquere incompatibile con il beneficio invocato.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della sentenza risiede nella rigorosa applicazione degli elementi costitutivi del reato di sostituzione di persona. La legge richiede, per la consumazione, che si verifichi un evento preciso: l’induzione in errore di un’altra persona. Se questo evento non si produce, l’azione criminosa si arresta a uno stadio precedente, quello del tentativo. La Corte ha evidenziato come la stessa sentenza d’appello descrivesse una dinamica in cui il sospetto era sorto ‘già al momento in cui il Passalacqua si era portato al varco’. Questa circostanza di fatto è stata decisiva per escludere la consumazione del reato, poiché l’inganno non aveva sortito alcun effetto sulla psiche del soggetto passivo.

Conclusioni: L’Importanza della ‘Induzione in Errore’

La decisione della Cassazione ribadisce un principio cruciale: per aversi il reato di sostituzione di persona consumato, non basta esibire un documento falso o mentire sulla propria identità; è necessario che la menzogna abbia successo e induca effettivamente qualcuno in errore. Se il destinatario dell’inganno non ci casca, rimanendo dubbioso o accorgendosi subito della frode, l’agente risponderà solo di tentativo di sostituzione di persona, con una conseguente riduzione della pena. Questa pronuncia serve da monito sulla necessità di analizzare attentamente l’esito concreto della condotta per qualificare correttamente il fatto illecito.

Quando il reato di sostituzione di persona si considera solo ‘tentato’ e non ‘consumato’?
Si considera ‘tentato’ quando l’agente compie atti idonei a indurre qualcuno in errore sulla propria identità (es. esibendo documenti falsi), ma non riesce a ingannare la persona, la quale si accorge o si insospettisce immediatamente della falsità. La consumazione richiede che la vittima sia stata effettivamente tratta in inganno.

Un falso è considerato ‘grossolano’ solo perché un esperto se ne accorge?
No. Secondo la Cassazione, la valutazione sulla ‘grossolanità’ del falso, che rende il reato impossibile, non deve basarsi sulle specifiche competenze di un soggetto qualificato (come un ex agente di polizia), ma sulla capacità del falso di ingannare una persona di comune discernimento e avvedutezza.

La presenza di più reati impedisce di applicare la non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’?
Non automaticamente. Tuttavia, la pluralità di reati, anche se unificati dal vincolo della continuazione, consente al giudice di effettuare una valutazione complessiva della condotta. In base a indicatori come la natura degli illeciti, la gravità, le modalità esecutive e i precedenti del reo, il giudice può concludere che la vicenda non sia di ‘minima offensività’ e quindi escludere il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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