LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Tentativo di riciclaggio: quando è reato consumato?

La Corte di Cassazione chiarisce la linea di demarcazione tra tentativo di riciclaggio e reato consumato. In un caso riguardante un’autovettura rubata, i giudici hanno stabilito che lo smontaggio del veicolo e la separazione dei suoi componenti sono azioni sufficienti a integrare il reato consumato, poiché ostacolano concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa. L’ordinanza dichiara inammissibile il ricorso dell’imputato, confermando la condanna per riciclaggio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentativo di Riciclaggio o Reato Consumato? La Cassazione Chiarisce

L’ordinanza n. 22189/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulla distinzione tra tentativo di riciclaggio e reato consumato, un tema cruciale nel diritto penale. La Suprema Corte si è pronunciata sul caso di un’autovettura rubata, le cui parti erano state smontate, stabilendo che tale operazione è sufficiente per considerare il reato di riciclaggio perfezionato e non semplicemente tentato. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni dei giudici.

I Fatti alla Base della Decisione

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato nei gradi di merito per il delitto di riciclaggio. La sua difesa sosteneva un’errata qualificazione giuridica del fatto, asserendo che la condotta dovesse essere inquadrata come tentativo di riciclaggio e non come reato consumato. Il fulcro della questione verteva sulle operazioni effettuate su un’autovettura di provenienza illecita: il veicolo era stato smontato e i suoi pezzi separati.

Secondo la tesi difensiva, tali attività non avevano ancora pienamente ostacolato la tracciabilità del bene, configurando quindi solo un tentativo. Il ricorrente chiedeva inoltre la remissione della questione alle Sezioni Unite per dirimere i contrasti giurisprudenziali sulla configurabilità stessa del tentativo per questo specifico reato.

L’Analisi della Corte e il Tentativo di Riciclaggio

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso manifestamente infondato, ha innanzitutto ribadito un principio consolidato dalla giurisprudenza più recente (sent. n. 6586/2024). Contrariamente a quanto sostenuto in passato, il delitto di riciclaggio, secondo la sua attuale formulazione nell’art. 648-bis del codice penale, non è un “delitto a consumazione anticipata”.

Ciò significa che il reato non si perfeziona con il mero compimento di una qualsiasi azione potenzialmente idonea, ma richiede un effetto concreto. Di conseguenza, è giuridicamente ammissibile e configurabile il tentativo di riciclaggio. Questa premessa, tuttavia, non è stata sufficiente a dare ragione al ricorrente, poiché la Corte ha ritenuto che nel caso di specie la soglia del tentativo fosse stata ampiamente superata.

Le Motivazioni della Decisione: Perché il Riciclaggio è Consumato

Il cuore della motivazione risiede nella valutazione concreta della condotta. I giudici di legittimità hanno stabilito che l’attività di smontaggio del veicolo e di separazione delle sue componenti aveva già prodotto l’effetto richiesto dalla norma: ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa.

Secondo la Corte, attraverso queste operazioni, l’autovettura rubata “aveva ormai perso la sua identità”. Non si trattava più di un bene unitario e riconoscibile, ma di un insieme di pezzi la cui origine era stata efficacemente occultata. L’azione posta in essere, quindi, non era un semplice tentativo, ma una condotta che aveva già raggiunto l’obiettivo di rendere difficile, se non impossibile, ricondurre i componenti al veicolo originario e, quindi, al furto.

La ricostruzione dei fatti operata dalla Corte d’appello è stata ritenuta corretta e non sindacabile in sede di legittimità, portando alla conclusione che la qualificazione giuridica come riciclaggio consumato fosse pienamente legittima.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza consolida un importante principio: per integrare il delitto di riciclaggio consumato non è necessario che il bene illecito sia stato reimmesso nel mercato o abbia generato un profitto. È sufficiente che la condotta posta in essere abbia concretamente e significativamente ostacolato la tracciabilità della sua origine criminale.

Questa decisione ha rilevanti implicazioni pratiche, specialmente in settori come quello dei pezzi di ricambio per veicoli. Essa chiarisce che operazioni come lo smontaggio e la “cannibalizzazione” di auto rubate non costituiscono un’attività preparatoria o un mero tentativo, ma integrano pienamente il delitto di riciclaggio. Si tratta di un monito chiaro: qualsiasi attività che incida sull’identità di un bene di provenienza illecita, rendendone ardua l’identificazione, porta direttamente alla consumazione del reato.

È configurabile il reato di tentato riciclaggio?
Sì, la Corte di Cassazione, in linea con il più recente orientamento giurisprudenziale, afferma che è configurabile il tentativo di riciclaggio, in quanto la fattispecie di reato prevista dall’art. 648-bis del codice penale non è costruita come un delitto a consumazione anticipata.

Quando si considera consumato il reato di riciclaggio su un veicolo?
Il reato di riciclaggio su un veicolo si considera consumato nel momento in cui le operazioni effettuate, come lo smontaggio e la separazione dei pezzi, hanno di fatto ostacolato l’identificazione della sua provenienza delittuosa, causando la perdita dell’identità originaria del bene.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha stabilito che la condotta di smontaggio dell’autovettura rubata aveva già integrato tutti gli elementi del reato consumato di riciclaggio, rendendo corretta la qualificazione giuridica data dai giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati