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Tentativo di acquisto di stupefacente: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio un’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva revocato una misura cautelare. Il Tribunale aveva escluso la gravità indiziaria per il tentativo di importazione di droga, ma aveva omesso di motivare in merito all’autonoma ipotesi di reato contestata, ovvero il tentativo di acquisto di stupefacente. La Suprema Corte ha chiarito che la mancata motivazione su uno dei reati contestati rende l’ordinanza illegittima, richiedendo un nuovo esame sul punto.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Tentativo di Acquisto di Stupefacente: Quando la Motivazione del Riesame è Incompleta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale nel diritto processuale penale: il giudice del riesame deve motivare su tutte le ipotesi di reato contestate che fondano una misura cautelare. L’omissione su una di esse, come il tentativo di acquisto di stupefacente, può portare all’annullamento della sua decisione. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Palermo aveva applicato la misura della custodia cautelare a un soggetto per diversi reati legati al traffico di droga, tra cui uno specifico capo di imputazione (il capo 10) che contestava sia il tentativo di importazione sia il tentativo di acquisto di stupefacente.

Successivamente, il Tribunale del Riesame, adito dalla difesa, ha annullato l’ordinanza del GIP limitatamente a quel capo 10, ritenendo assente la gravità indiziaria. Tuttavia, la motivazione del Riesame si era concentrata esclusivamente sulla mancanza di prove per il tentativo di importazione, senza analizzare minimamente l’ipotesi alternativa del tentativo di acquisto.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando proprio tale omissione motivazionale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso del Procuratore, ritenendo fondato il motivo relativo alla mancata motivazione. Gli Ermellini hanno osservato che il GIP aveva emesso la misura cautelare per un’imputazione che conteneva due distinte fattispecie di reato tentato: l’importazione e l’acquisto. Il Tribunale del Riesame, invece, aveva annullato integralmente la misura per quel capo, ma giustificando la sua decisione solo in relazione al tentativo di importazione.

Analisi del Tentativo di Acquisto di Stupefacente

La Corte ha distinto nettamente le due condotte. Per quanto riguarda il tentativo di importazione, la decisione del Riesame è stata ritenuta corretta e inattaccabile. Le trattative con il fornitore estero si erano interrotte bruscamente per disaccordo sull’anticipo e sulla quantità, con un “secco rifiuto” da parte dell’esportatore. Questa situazione rendeva l’attività di importazione sostanzialmente impossibile, facendo venir meno l’idoneità degli atti e, quindi, la configurabilità del tentativo.

Il problema, però, risiedeva nel fatto che il Riesame non aveva speso una sola parola sul tentativo di acquisto di stupefacente. Anche se l’importazione era fallita, gli stessi atti (contatti con il narcotrafficante, trattative avviate) avrebbero potuto integrare, in astratto, un tentativo punibile di acquisto. Omettendo completamente di valutare questa ipotesi, il Tribunale ha commesso un vizio di motivazione.

L’Obbligo di Motivazione Completa

La Cassazione ha ribadito che il giudice del riesame ha l’obbligo di esaminare e motivare su ogni singola accusa che sorregge la misura cautelare. Annullare un’ordinanza senza spiegare perché mancano i gravi indizi di colpevolezza per tutte le condotte contestate in quel capo d’imputazione costituisce un errore di diritto che impone l’annullamento della decisione.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su una chiara distinzione logico-giuridica. Il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile per quanto concerneva il tentativo di importazione, poiché il Tribunale del Riesame aveva fornito una motivazione congrua e logicamente corretta, spiegando che l’inesistenza di una seria volontà delle parti e l’impossibilità concreta dell’operazione escludevano il reato tentato. Il ricorso, su questo punto, non si confrontava adeguatamente con la complessità di tale argomentazione, limitandosi a una critica parziale e risultando quindi privo di specificità estrinseca.

Al contrario, il motivo relativo all’omessa motivazione sul tentativo di acquisto di stupefacente è stato ritenuto fondato. La Corte ha evidenziato che l’ordinanza impugnata, pur annullando integralmente la misura per il capo 10, aveva completamente ignorato la seconda ipotesi di reato contestata. Questo silenzio costituisce un vizio insanabile, poiché il giudice ha il dovere di rendere conto delle ragioni per cui ritiene insussistenti gli indizi per ogni fattispecie contestata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame limitatamente al delitto di tentativo di acquisto di stupefacente. Il caso è stato rinviato allo stesso Tribunale per un nuovo giudizio, che dovrà questa volta valutare specificamente se le condotte dell’indagato integrino o meno gli estremi di tale reato. La decisione sottolinea l’importanza di una motivazione esaustiva da parte dei giudici della libertà, che non possono trascurare alcuna delle contestazioni mosse dall’accusa.

Perché il Tribunale del Riesame aveva inizialmente annullato la misura cautelare?
Il Tribunale del Riesame aveva annullato la misura perché riteneva insussistente la gravità indiziaria per il reato di tentativo di importazione di sostanze stupefacenti, dato che le trattative si erano interrotte per il rifiuto del fornitore, rendendo l’operazione impossibile.

Qual è stato l’errore commesso dal Tribunale del Riesame secondo la Cassazione?
L’errore è stato quello di non motivare affatto sulla seconda ipotesi di reato contestata nello stesso capo di imputazione, ovvero il tentativo di acquisto di stupefacente. Il Tribunale ha annullato la misura senza spiegare perché gli indizi fossero insufficienti anche per questa autonoma fattispecie.

Cosa succede ora nel procedimento?
L’ordinanza è stata annullata limitatamente al punto omesso e il caso è stato rinviato al Tribunale del Riesame di Palermo. Quest’ultimo dovrà effettuare un nuovo giudizio, valutando specificamente se sussistono o meno i gravi indizi di colpevolezza per il reato di tentativo di acquisto di stupefacente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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