LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Suggestione di folla: quando non è attenuante

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. La Corte ha chiarito che l’attenuante per suggestione di folla non si applica quando la partecipazione all’azione criminosa è consapevole e attiva, anziché una mera sottomissione psicologica a un tumulto. Il ricorso è stato respinto perché i motivi erano ripetitivi e manifestamente infondati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Suggestione di Folla: La Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito importanti chiarimenti sui limiti di applicabilità della suggestione di folla come circostanza attenuante. La pronuncia riguarda il caso di un individuo condannato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto meramente ripetitivo e manifestamente infondato. Analizziamo i dettagli di questa decisione per comprendere meglio i principi applicati dai giudici.

I Fatti del Caso

L’imputato aveva proposto ricorso contro la sentenza della Corte d’Appello che confermava la sua condanna per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, commessi in concorso con altri. I motivi del ricorso si concentravano su tre punti principali:

1. La presunta erronea dichiarazione di parziale inammissibilità dei motivi d’appello relativi al suo concorso morale nei reati.
2. Il mancato riconoscimento delle attenuanti del contributo di minima importanza e, soprattutto, dell’aver agito per suggestione di folla in tumulto.
3. La valutazione della pena, ritenuta eccessiva, con particolare riferimento all’applicazione della recidiva.

La difesa sosteneva che l’imputato fosse stato trascinato dagli eventi, agendo sotto l’impulso psicologico derivante dalla situazione di tumulto collettivo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. I giudici hanno ritenuto che i motivi proposti non fossero altro che una riproposizione di argomenti già vagliati e respinti nel giudizio d’appello, senza introdurre nuove e valide critiche alla sentenza impugnata. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Analisi dell’inammissibilità e della suggestione di folla

La Corte ha articolato le sue motivazioni affrontando punto per punto i motivi del ricorso, offrendo spunti di riflessione sia sul piano processuale che sostanziale.

L’approccio “sostanzialistico” alla valutazione dei motivi d’appello

Sul primo punto, la Cassazione ha adottato un approccio pragmatico. Pur riconoscendo che, in astratto, il motivo d’appello non presentava un vizio di genericità, ha osservato che la Corte d’Appello, nonostante la formale dichiarazione di inammissibilità, aveva comunque effettuato una valutazione nel merito. I giudici di secondo grado avevano infatti considerato elementi concreti come il travisamento del volto, la consapevolezza dell’agire criminoso e la condotta violenta, motivando così, di fatto, la responsabilità penale dell’imputato. Questo approccio “sostanzialistico” ha portato a ritenere inammissibile il motivo di ricorso, poiché l’errore formale non aveva prodotto un reale pregiudizio.

I requisiti dell’attenuante per suggestione di folla

Il cuore della decisione risiede nell’analisi dell’attenuante della suggestione di folla (art. 62, n. 3, c.p.). La Corte ha ribadito che per l’applicazione di tale attenuante non è sufficiente trovarsi in un assembramento, ma sono necessari requisiti specifici. La giurisprudenza consolidata richiede che:

* L’agente non abbia avuto in precedenza l’intenzione di commettere il reato.
* Esista un nesso di causalità psichica tra la suggestione derivante dalla folla e la condotta illecita.
* L’agente non abbia contribuito a provocare l’assembramento.
* La riunione di persone sia imponente, disordinata e agisca sulla base di una spinta puramente emozionale.

Nel caso di specie, la Corte ha concluso che tali elementi non ricorrevano. Il contributo dell’imputato è stato giudicato concreto e pienamente aderente all’azione collettiva, sia sotto il profilo psichico che materiale. Non si è trattato di una passiva sottomissione a una forza psicologica esterna, ma di una partecipazione attiva e consapevole all’azione criminosa.

La congruità della pena

Infine, anche i motivi relativi alla misura della pena sono stati respinti. La sentenza impugnata aveva adeguatamente motivato la severità della sanzione, tenendo conto della maggiore pericolosità sociale dell’imputato, desunta non solo dai fatti contestati ma anche dai suoi numerosi e gravi precedenti penali. L’applicazione della recidiva e il bilanciamento con le attenuanti generiche sono stati quindi ritenuti corretti e incensurabili in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame riafferma un principio fondamentale: l’attenuante della suggestione di folla non è un salvacondotto per chi partecipa attivamente a reati collettivi. Essa è riservata a situazioni eccezionali in cui la volontà individuale è significativamente affievolita dalla pressione psicologica di un tumulto non preordinato. La decisione evidenzia anche l’importanza di un approccio sostanziale nella valutazione degli atti processuali, dove la sostanza della decisione prevale su eventuali vizi formali che non incidono sul diritto di difesa. Per i cittadini, il messaggio è chiaro: la partecipazione consapevole a condotte illecite di gruppo comporta una piena responsabilità penale, non mitigabile dalla semplice presenza in un contesto di agitazione collettiva.

Quando si applica l’attenuante della suggestione di una folla in tumulto?
L’attenuante si applica solo quando una persona, senza una precedente intenzione di delinquere, commette un reato perché psicologicamente trascinata da una folla numerosa e disordinata, e non abbia contribuito a creare tale assembramento.

Un errore formale nella sentenza d’appello ne causa sempre l’annullamento?
No. Come dimostra questo caso, se il giudice d’appello, pur dichiarando erroneamente inammissibile un motivo, di fatto lo esamina nel merito, la Corte di Cassazione può ritenere l’errore formale irrilevante e non annullare la sentenza.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una mera ripetizione di argomenti già esaminati e respinti nel giudizio precedente e, comunque, sono stati ritenuti manifestamente infondati. La Corte ha confermato la correttezza del ragionamento dei giudici di merito su tutti i punti, inclusa la responsabilità, le attenuanti e la misura della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati