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Statuizioni civili: annullate se manca la querela

La Corte di Cassazione ha annullato le statuizioni civili a carico di due imputati. Sebbene assolti per i reati edilizi e prosciolti per esercizio arbitrario delle proprie ragioni per difetto di querela, la Corte d’Appello aveva erroneamente confermato il risarcimento del danno. La Cassazione ha chiarito che, venendo meno il reato per cui la parte civile si era costituita, anche l’obbligo risarcitorio deve essere revocato.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Statuizioni Civili e Improcedibilità: Quando il Risarcimento Cade Insieme al Reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un principio fondamentale nel rapporto tra azione penale e azione civile: se il reato per cui la vittima ha chiesto i danni viene dichiarato improcedibile, le relative statuizioni civili devono essere revocate. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere come la mancanza di una condizione di procedibilità, come la querela, possa avere effetti diretti e definitivi anche sulla richiesta di risarcimento del danno.

I Fatti del Caso: Abuso Edilizio e Giustizia “Fai da Te”

Due persone vengono accusate di aver commesso reati edilizi, realizzando opere abusive su un terreno soggetto a vincoli, e del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 392 c.p.). Quest’ultima accusa derivava dalla demolizione di una parte di un muro di contenimento, azione compiuta per esercitare un presunto diritto sulla proprietà di un terreno confinante. La proprietaria del terreno danneggiato si costituiva parte civile nel processo penale, ma limitatamente al reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, chiedendo il risarcimento dei danni.

Il Percorso Giudiziario: Dalla Condanna alla Riforma Parziale

In primo grado, il Tribunale condannava entrambi gli imputati per tutti i reati contestati, imponendo loro una multa e condannandoli al risarcimento del danno in favore della parte civile, con la concessione di una provvisionale.

La Corte di Appello, tuttavia, ribaltava parzialmente la decisione. In primo luogo, dichiarava l’improcedibilità dell’azione penale per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni a causa della mancanza della querela della persona offesa. In secondo luogo, pur riconoscendo la sussistenza dei reati edilizi, assolveva gli imputati per la particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). Sorprendentemente, però, la Corte territoriale confermava le statuizioni civili disposte dal primo giudice.

Il Ricorso in Cassazione e le Statuizioni Civili

Gli imputati, attraverso il loro difensore, hanno presentato ricorso in Cassazione, contestando proprio la conferma delle statuizioni civili. La loro tesi era semplice e lineare: la parte civile si era costituita esclusivamente in relazione al reato di cui all’art. 392 c.p. Una volta che tale reato è stato dichiarato improcedibile, è venuto meno il presupposto stesso della richiesta risarcitoria, che quindi non poteva sopravvivere autonomamente.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso. I giudici hanno sottolineato che dall’analisi degli atti processuali emergeva chiaramente come la costituzione di parte civile fosse stata ammessa solo per il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La condanna al risarcimento in primo grado era stata fondata proprio sulla ritenuta colpevolezza per tale delitto.

La declaratoria di improcedibilità da parte della Corte di Appello ha fatto venir meno il fondamento giuridico della condanna civile. Se l’azione penale per quel reato non poteva essere esercitata, allora non poteva sussistere una condanna penale da cui far discendere l’obbligo risarcitorio. La Corte di Appello ha quindi errato nel confermare le disposizioni civili, che avrebbero dovuto essere revocate contestualmente alla declaratoria di improcedibilità.

Conclusioni: L’Importanza della Procedibilità per il Risarcimento

La sentenza in esame ribadisce un principio cruciale: nel processo penale, la condanna al risarcimento del danno è strettamente dipendente dall’accertamento di un reato. Se il reato per cui la parte civile ha agito viene a mancare – non perché il fatto non sussiste, ma per una ragione procedurale come il difetto di querela – anche la condanna al risarcimento del danno pronunciata in quella sede deve cadere. La Suprema Corte, pertanto, ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente alla conferma delle statuizioni civili, revocandole in modo definitivo.

Se un reato viene dichiarato improcedibile per mancanza di querela, cosa succede alla richiesta di risarcimento danni della parte civile?
Secondo questa sentenza, se la costituzione di parte civile era legata esclusivamente a quel reato, la richiesta di risarcimento e le relative statuizioni civili (come la condanna a pagare una provvisionale) devono essere revocate, poiché viene meno il loro presupposto giuridico.

È possibile che le statuizioni civili restino valide anche se l’imputato viene assolto per altri reati?
Il punto cruciale non è l’assoluzione per altri reati, ma la sorte del reato specifico per cui la parte civile si è costituita. Se quel reato viene dichiarato improcedibile, le statuizioni civili ad esso collegate non possono sopravvivere, indipendentemente dall’esito degli altri capi d’imputazione.

Cosa significa “annullamento senza rinvio limitatamente alle statuizioni civili”?
Significa che la Corte di Cassazione ha emesso una decisione finale che cancella in modo definitivo solo la parte della sentenza precedente relativa al risarcimento dei danni. Non ci sarà un nuovo processo su questo punto. Le altre parti della sentenza (in questo caso, l’assoluzione per i reati edilizi e l’improcedibilità per l’altro reato) rimangono valide.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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