Furto e Stato di Necessità: la Salute Giustifica il Reato?
La delicata questione del confine tra un’azione criminale e un gesto disperato dettato da un bisogno impellente è al centro di una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso analizzato offre spunti cruciali per comprendere quando le difficoltà personali, in particolare quelle legate alla salute, possono configurare uno stato di necessità e, di conseguenza, escludere la punibilità per un reato come il furto. La Corte ha fornito una chiara interpretazione dei requisiti di attualità e inevitabilità del pericolo, ribadendo la necessità di esplorare ogni alternativa lecita prima di infrangere la legge.
Il Caso: Dal Furto al Ricorso in Cassazione
La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un uomo per furto aggravato, emessa dal Tribunale e parzialmente riformata, solo nel trattamento sanzionatorio, dalla Corte d’Appello. L’imputato, attraverso il proprio difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: il mancato riconoscimento della causa di giustificazione dello stato di necessità. La tesi difensiva sosteneva che le precarie condizioni di salute dell’uomo lo avessero costretto a commettere il furto per fronteggiare un pericolo grave e immediato per la sua integrità fisica.
Lo Stato di Necessità e i suoi Rigorosi Limiti
Lo stato di necessità è una scriminante prevista dal codice penale che rende non punibile un’azione illecita se compiuta per la necessità di salvare sé stessi o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. Tuttavia, la sua applicazione è soggetta a condizioni molto stringenti. La giurisprudenza, richiamata anche in questa ordinanza, ha costantemente affermato che per integrare questa esimente non è sufficiente la mera esistenza di un pericolo, ma sono necessari due elementi fondamentali: l’attualità e l’inevitabilità.
* Attualità del pericolo: Il rischio di un danno grave deve essere imminente e non futuro o meramente potenziale.
* Inevitabilità: L’azione illecita deve essere l’unica e ultima risorsa possibile per salvarsi. Non deve esistere alcuna altra concreta possibilità di salvezza priva di disvalore penale.
Proprio su quest’ultimo punto si è concentrata la valutazione della Corte Suprema.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Secondo i giudici, lo stato di salute dell’imputato non è di per sé sufficiente a giustificare il reato. Il fulcro della motivazione risiede nell’assenza del requisito dell’inevitabilità. La Corte ha osservato che l’imputato avrebbe potuto fronteggiare il pericolo per la sua salute attraverso “espedienti alternativi” e leciti. Avrebbe potuto, ad esempio, chiedere aiuto a familiari o amici, oppure rivolgersi al personale sanitario o ai servizi sociali. La possibilità di percorrere strade legali per ottenere aiuto esclude automaticamente la possibilità di invocare lo stato di necessità. La scelta di commettere un furto, in presenza di queste alternative, non è stata considerata una scelta obbligata e inevitabile, ma una tra le varie opzioni disponibili.
Le Conclusioni
La decisione riafferma un principio cardine del diritto penale: la commissione di un reato è l’extrema ratio, una soluzione ammissibile solo quando ogni altra via legale sia stata preclusa. Le difficoltà economiche o i problemi di salute, per quanto gravi, non costituiscono un “passaporto” per l’illegalità se esistono canali leciti, come il supporto sociale o familiare, per farvi fronte. Questa ordinanza serve da monito, sottolineando che la soglia per l’applicazione dello stato di necessità è molto alta e richiede una dimostrazione rigorosa dell’impossibilità assoluta di agire diversamente. La condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende sigilla la netta posizione della Corte sulla questione.
Avere un problema di salute è sufficiente per invocare lo stato di necessità se si commette un furto?
No, secondo la Corte di Cassazione, lo stato di salute dell’imputato non è di per sé idoneo a integrare la scriminante dello stato di necessità se esistono alternative lecite per fronteggiare il pericolo.
Quali sono i requisiti fondamentali perché la difesa dello stato di necessità possa essere accolta?
I requisiti sono l’attualità del pericolo di un danno grave alla persona e l’inevitabilità del comportamento illecito, ovvero l’assenza di qualsiasi altra concreta possibilità di salvezza priva di disvalore penale.
Cosa avrebbe dovuto fare l’imputato, secondo la Corte, per evitare di commettere il reato?
Secondo la Corte, l’imputato avrebbe potuto fronteggiare il pericolo per la sua integrità fisica mediante espedienti alternativi, come chiedere aiuto ad amici o familiari oppure richiedere l’intervento del personale sanitario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2875 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2875 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 12/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 11/03/1971
avverso la sentenza del 29/01/2024 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di L’Aquila ha parzialment riformato in punto di trattamento sanzionatorio la sentenza del Tribunale di Tera dell’Il novembre 2022 con cui COGNOME NOME era stato dichiarato colpevole d reato di cui all’art. 624, 625, nn. 2 e 7, cod. pen.
L’imputato, a mezzo del proprio difensore, ricorre per Cassazione avverso la sentenza della Corte di appello, lamentando violazione di legge e vizio di motivazio per omesso riconoscimento della causa di giustificazione dello stato di necessità.
3. Il ricorso è manifestamente infondato.
Con riferimento all’unico motivo di ricorso, va escluso che lo stato di sa dell’imputato sia di per sé idoneo ad integrare la scriminante dello stato di nec per difetto degli elementi dell’attualità e dell’inevitabilità del pericolo in quant dell’integrazione dell’esimente dello stato di necessità, accanto alla sussiste pericolo attuale del danno grave è necessario che non vi sia altra concreta possib di salvezza priva di disvalore penale (Sez. 3, n. 17592 del 12/01/2006, Paoleschi, 234184; da ultimo cfr. Sez. 4 – , n. 38888 del 13/06/2023, COGNOME, Rv. 285006 01).
La motivazione della sentenza impugnata è del tutto in linea coi predetti princi in quanto il ricorrente avrebbe potuto fronteggiare il pericolo di un danno all integrità fisica mediante espedienti alternativi (chiedere aiuto ad amici o fam oppure richiedere l’intervento del personale sanitario).
Per le ragioni che precedono, il ricorso va dichiarato inammissibile co conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e – no ricorrendo ragioni di esonero – al versamento della somma di euro tremila in favo della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e al versamento della somma di tremila euro alla Cassa del ammende.
Così deciso in Roma il 12 dicembre 2024.