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Stato di bisogno usura: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per usura aggravata. La sentenza conferma che per integrare lo stato di bisogno usura è sufficiente una crisi finanziaria prolungata, non necessariamente irreversibile. I motivi di ricorso basati su una nuova valutazione delle prove o su eccezioni procedurali generiche non sono ammessi in sede di legittimità.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Stato di bisogno usura: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 7946/2024, offre importanti chiarimenti sul reato di usura e, in particolare, sulla nozione di stato di bisogno usura come circostanza aggravante. La Corte, nel dichiarare inammissibile il ricorso di un imputato, ha ribadito i confini del proprio giudizio, escludendo la possibilità di una terza valutazione del merito dei fatti, e ha consolidato principi giurisprudenziali fondamentali in materia.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna, confermata sia in primo grado che in appello, di un soggetto per il reato di usura ai danni di un imprenditore. La condotta era aggravata dall’aver agito approfittando dell’attività imprenditoriale della vittima e del suo stato di bisogno. L’imprenditore, infatti, versava in una prolungata crisi di liquidità che lo aveva reso vulnerabile e lo aveva indotto ad accettare un prestito a condizioni usurarie. L’imputato, non rassegnandosi alla condanna, ha proposto ricorso per Cassazione, affidandolo a cinque distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Corte

L’imputato ha tentato di smontare l’impianto accusatorio attraverso diverse censure, che la Suprema Corte ha ritenuto manifestamente infondate, generiche o non consentite.

Il Travisamento della Prova e lo Stato di Bisogno Usura

I motivi principali del ricorso miravano a una rivalutazione del merito. L’imputato lamentava un ‘travisamento della prova’ sia riguardo al carattere usurario di una somma incassata, sia riguardo alla sussistenza dello stato di bisogno. Sosteneva che i giudici non avessero considerato la sua presunta flessibilità nella restituzione del debito.

La Cassazione ha respinto queste argomentazioni, chiarendo che il ricorso non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul fatto. I giudici di merito avevano ampiamente e logicamente motivato le loro conclusioni, basandosi su prove concrete, incluse intercettazioni telefoniche. Per quanto riguarda lo stato di bisogno usura, la Corte ha ribadito che esso non richiede un dissesto finanziario irreversibile o un esito fallimentare. È sufficiente una situazione di significativa e prolungata difficoltà economica che comprima la libertà negoziale della vittima, inducendola a rivolgersi all’usuraio come unica via d’uscita. Nel caso di specie, la crisi di liquidità dell’imprenditore, protrattasi per anni, integrava pienamente tale aggravante.

L’Inutilizzabilità delle Intercettazioni Telefoniche

Un altro motivo di ricorso verteva sulla presunta inutilizzabilità di un’intercettazione telefonica, poiché non rientrante tra quelle oggetto di una perizia specificamente autorizzata. Anche questa doglianza è stata respinta. La Corte ha ricordato che le cause di inutilizzabilità delle intercettazioni previste dall’art. 271 c.p.p. sono tassative e non includono le modalità di trascrizione. La prova è costituita dalla registrazione stessa (la ‘bobina’), non dalla sua trascrizione, il cui contenuto può essere dimostrato anche tramite testimonianza.

La Particolare Tenuità del Fatto e il Calcolo degli Interessi

Infine, l’imputato lamentava la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.) e un errore nel calcolo del tasso d’interesse. La Corte ha liquidato questi motivi come generici e manifestamente infondati. La valutazione sulla tenuità del fatto rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, e in questo caso la motivazione era congrua e logica, anche in considerazione dell’entità degli interessi (pari al 20%). Analogamente, la censura sul calcolo degli interessi è stata ritenuta vaga, poiché non specificava quali ‘spese eventuali’ sarebbero state indebitamente incluse.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti erano, nella loro essenza, un tentativo di sollecitare una nuova e non consentita valutazione delle prove. I giudici di legittimità non possono sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito se la motivazione di questi ultimi è logica, coerente e completa. In presenza di una ‘doppia conforme’, ovvero due sentenze di merito che giungono alle medesime conclusioni, il ricorso deve evidenziare vizi logici radicali e manifesti, assenti nel caso di specie. Le censure procedurali, come quella sulle intercettazioni, sono state ritenute infondate in diritto, mentre quelle relative alla qualificazione giuridica dei fatti e alla pena sono state considerate generiche o finalizzate a una rivalutazione del merito.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due principi chiave. In primo luogo, definisce con chiarezza i contorni dello stato di bisogno usura: non è necessario un fallimento imminente, ma è sufficiente una condizione di difficoltà economica che indebolisce la vittima e la espone all’usura. In secondo luogo, riafferma la funzione della Corte di Cassazione come giudice di legittimità, non di merito. I ricorsi che si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza individuare vizi logici o violazioni di legge evidenti, sono destinati all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Cosa si intende per ‘stato di bisogno’ nel reato di usura?
Secondo la sentenza, lo stato di bisogno non richiede una situazione di dissesto economico irreversibile o un fallimento. È sufficiente una condizione di difficoltà economica e di carenza di liquidità che, anche se temporanea, comprime la libertà di scelta della persona offesa e la spinge ad accettare condizioni usurarie.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove del processo?
No. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non può effettuare una nuova valutazione delle prove o sostituire il proprio giudizio a quello dei giudici dei gradi precedenti, a meno che la motivazione di questi ultimi non sia palesemente illogica o contraddittoria.

La trascrizione di un’intercettazione tramite perizia è necessaria per la sua utilizzabilità?
No. La sentenza chiarisce che la prova è costituita dalla registrazione audio, non dalla sua trascrizione. Le norme sull’inutilizzabilità delle intercettazioni sono tassative e non prevedono l’inutilizzabilità per vizi relativi alla trascrizione. Il contenuto di una conversazione intercettata può essere provato anche con altri mezzi, come la deposizione testimoniale di chi ha ascoltato la registrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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