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Spese processuali: no alla condanna se l’appello è accolto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8144/2025, ha annullato la condanna al pagamento delle spese processuali a carico di un’imputata. Nonostante la conferma della condanna per furto aggravato, la Corte ha rilevato che l’appello era stato di fatto parzialmente accolto, poiché era stata esclusa la recidiva. Tale riforma parziale in favore dell’imputato impedisce, ai sensi dell’art. 592 c.p.p., l’addebito delle spese.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spese Processuali: Quando la Riforma Parziale della Sentenza Evita la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione illumina un importante principio in materia di spese processuali nel processo penale. Anche se una condanna viene sostanzialmente confermata in appello, se l’impugnazione ottiene una modifica favorevole all’imputato, quest’ultimo non può essere condannato al pagamento delle spese. Analizziamo questa decisione per comprenderne la portata.

Il Caso in Esame

Il caso riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per il reato di furto con strappo, aggravato dall’uso di un mezzo fraudolento. L’aggravante era stata contestata perché l’imputata aveva approfittato di un momento di vulnerabilità della vittima, avvicinandola con il pretesto di porgerle le condoglianze per un lutto familiare realmente e recentemente avvenuto.

L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione basato su due motivi principali:
1. Errata applicazione della legge riguardo all’aggravante del mezzo fraudolento.
2. Violazione di legge in relazione alla condanna al pagamento delle spese processuali.

L’impugnazione e la gestione delle spese processuali

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il primo motivo di ricorso, ritenendolo “aspecifico”. I giudici hanno sottolineato che il ricorso non si confrontava adeguatamente con la motivazione della Corte d’Appello, la quale aveva chiaramente spiegato perché la condotta dell’imputata costituisse un mezzo fraudolento. Su questo punto, la Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: i motivi di ricorso devono essere strettamente correlati alle ragioni della decisione impugnata.

Tuttavia, la Corte ha accolto il secondo motivo, quello relativo alla condanna alle spese processuali.

Le Motivazioni della Sentenza

La chiave della decisione risiede nell’articolo 592 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’imputato è condannato al pagamento delle spese del procedimento solo quando il suo appello viene rigettato o dichiarato inammissibile.

Nel caso specifico, sebbene il dispositivo della sentenza d’appello avesse formalmente “confermato” la decisione di primo grado, la Corte di Cassazione ha guardato alla sostanza. La Corte d’Appello, accogliendo una delle lamentele della difesa, aveva infatti escluso la recidiva, che il primo giudice aveva erroneamente applicato. Questa modifica, seppur non avendo portato a un’assoluzione, costituisce una riforma della sentenza in senso favorevole all’imputato.

Poiché l’appello non è stato né interamente rigettato né dichiarato inammissibile, ma ha portato a una parziale riforma della sentenza, la condanna al pagamento delle spese processuali è risultata illegittima. La decisione della Corte d’Appello è stata quindi annullata senza rinvio su questo specifico punto.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di garanzia fondamentale: la condanna alle spese processuali non è una conseguenza automatica della conferma della colpevolezza, ma è strettamente legata all’esito complessivo dell’impugnazione. Se l’appello, anche solo in parte, viene accolto, modificando la sentenza precedente a vantaggio dell’imputato (ad esempio, escludendo un’aggravante o la recidiva), non può esserci condanna alle spese. È la sostanza della decisione, e non la sua forma, a determinare l’applicazione della norma.

Quando un ricorso in Cassazione è considerato ‘aspecifico’?
Un ricorso è considerato ‘aspecifico’ quando non contesta in modo puntuale e diretto le ragioni specifiche indicate nella motivazione della sentenza che si sta impugnando, risultando quindi generico e non pertinente.

L’imputato deve sempre pagare le spese processuali se la sua condanna è confermata in appello?
No. Secondo la sentenza, se l’appello, pur non portando a un’assoluzione, viene parzialmente accolto con una modifica favorevole all’imputato (come l’esclusione della recidiva), non si può essere condannati al pagamento delle spese processuali. La condanna alle spese è prevista solo in caso di rigetto totale o di inammissibilità dell’impugnazione.

Cosa significa che una sentenza viene ‘riformata nella sostanza’?
Significa che, al di là della formula usata nel dispositivo (come ‘conferma’), la decisione modifica concretamente il contenuto della sentenza precedente in un punto rilevante, come in questo caso l’esclusione della recidiva. È il risultato effettivo a contare, non solo la dicitura formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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