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Spese legali parte civile: rimborso nel patteggiamento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32890/2025, ha chiarito un importante principio in tema di patteggiamento. Anche quando la pena applicata è inferiore a due anni, l’imputato è tenuto a rimborsare le spese legali della parte civile. L’esenzione prevista dall’art. 445 c.p.p. riguarda solo le spese processuali dovute allo Stato e non le spese di costituzione e difesa sostenute dalla vittima del reato. La Corte ha quindi annullato la decisione del Tribunale che aveva negato tale rimborso, stabilendo che i diritti della persona offesa devono essere tutelati.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento: l’imputato deve sempre rimborsare le spese legali della parte civile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale a tutela delle vittime di reato: anche in caso di patteggiamento con pena inferiore ai due anni, l’imputato è obbligato a pagare le spese legali della parte civile. Questa decisione chiarisce l’errata interpretazione di una norma che esonera l’imputato dal pagamento delle sole spese processuali dovute allo Stato, ma non da quelle sostenute dalla persona offesa per la propria difesa.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un procedimento penale a carico di un individuo accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate ai danni di un agente di polizia. L’imputato ha richiesto e ottenuto l’applicazione della pena su richiesta delle parti (il cosiddetto ‘patteggiamento’), con una condanna a sei mesi di reclusione con pena sospesa.

Il Tribunale, nell’emettere la sentenza, ha però negato alla vittima, costituitasi parte civile, il rimborso delle spese legali sostenute. La motivazione del giudice si basava su un’interpretazione dell’art. 445, comma 1, del codice di procedura penale, secondo cui, in caso di pena patteggiata non superiore a due anni, non vi è condanna al pagamento delle ‘spese del procedimento’. Il Tribunale ha erroneamente incluso in questa categoria anche le spese di difesa della parte civile.

La Decisione della Cassazione sulle spese legali parte civile

La parte civile, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione del Tribunale. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza limitatamente al punto in cui negava il rimborso delle spese.

I giudici di legittimità hanno stabilito che il ricorso era ammissibile, poiché le questioni relative alla parte civile esulano dall’accordo tra imputato e Pubblico Ministero. Nel merito, la Corte ha affermato che l’interpretazione del Tribunale era errata, poiché confondeva due categorie di spese completamente diverse.

La distinzione tra Spese Processuali e Spese della Parte Civile

Il punto centrale della sentenza è la netta distinzione tra:
1. Spese del procedimento: Si tratta dei costi che lo Stato sostiene per portare avanti il processo (es. costi di notifica, perizie, etc.). L’art. 445 c.p.p. prevede che, per pene patteggiate inferiori a due anni, l’imputato sia esonerato dal pagarle. Si tratta di un incentivo a scegliere riti alternativi che deflazionano il carico giudiziario.
2. Spese di costituzione di parte civile: Sono le spese che la vittima del reato sostiene per avvalersi di un avvocato che la rappresenti nel processo al fine di ottenere il risarcimento del danno. Queste spese non sono dovute allo Stato, ma alla vittima stessa.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha spiegato che l’esonero previsto dalla legge è un beneficio concesso all’imputato che sceglie il patteggiamento, ma non può tradursi in un danno ingiusto per la vittima. La persona offesa dal reato ha il diritto di partecipare al processo per tutelare i propri interessi e, per farlo, deve sostenere dei costi. Sarebbe illogico e contrario ai principi di giustizia far gravare tali costi sulla vittima quando la responsabilità dell’imputato è stata accertata, seppur tramite un rito speciale come il patteggiamento.

La giurisprudenza, anche delle Sezioni Unite, è costante nell’affermare che l’esonero riguarda unicamente le spese processuali in senso stretto, quelle anticipate dall’Erario, e non si estende alle obbligazioni civili derivanti dal reato, tra cui rientra pienamente il rimborso delle spese legali della parte civile.

Di conseguenza, il giudice del patteggiamento, una volta ammessa la costituzione di parte civile, ha il dovere di pronunciarsi sulla richiesta di rifusione delle spese legali, condannando l’imputato al relativo pagamento.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza la tutela della vittima nel processo penale. Stabilisce in modo inequivocabile che il beneficio premiale del patteggiamento per l’imputato non può pregiudicare il diritto della parte civile a vedere rimborsate le spese sostenute per la propria difesa legale. Il Tribunale dovrà quindi riesaminare il caso, limitatamente a questo punto, per procedere alla liquidazione delle spese legali dovute alla parte civile. Questa pronuncia serve da monito per i giudici di merito affinché applichino correttamente la normativa, distinguendo nettamente le spese dovute allo Stato da quelle spettanti alla vittima del reato.

Nel patteggiamento con pena inferiore a due anni, l’imputato deve pagare le spese legali della parte civile?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imputato deve sempre rimborsare le spese legali sostenute dalla parte civile, anche se la pena patteggiata è inferiore a due anni di detenzione.

Qual è la differenza tra ‘spese del procedimento’ e ‘spese di costituzione di parte civile’?
Le ‘spese del procedimento’ sono i costi sostenuti dallo Stato per il processo (es. notifiche, perizie) e, in caso di patteggiamento sotto i due anni, l’imputato non è tenuto a pagarle. Le ‘spese di costituzione di parte civile’ sono invece i costi legali sostenuti dalla vittima per partecipare al processo e ottenere il risarcimento, e queste devono sempre essere rimborsate dall’imputato.

La parte civile può impugnare in Cassazione una sentenza di patteggiamento che omette la condanna alle spese?
Sì. La Corte ha confermato che le questioni relative alla costituzione di parte civile e alla liquidazione delle spese sono autonome rispetto all’accordo sul patteggiamento tra imputato e pubblico ministero. Pertanto, la parte civile ha pieno diritto di ricorrere in Cassazione se il giudice omette o nega illegittimamente la condanna dell’imputato al pagamento delle sue spese legali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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