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Spese legali parte civile: niente condanna, no obbligo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5349/2024, ha stabilito un principio fondamentale: l’imputato non è tenuto al pagamento delle spese legali della parte civile se il reato viene dichiarato estinto per condotte riparatorie. Tale obbligo, infatti, scaturisce esclusivamente da una formale sentenza di condanna, che è concettualmente diversa da una pronuncia di non doversi procedere. La decisione annulla la statuizione che imponeva il pagamento delle spese, chiarendo la netta separazione tra estinzione del processo penale e le pretese civilistiche.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spese Legali Parte Civile: Quando l’Imputato Non Deve Pagarle

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5349/2024) ha chiarito un punto cruciale riguardo all’obbligo di pagamento delle spese legali parte civile in caso di estinzione del reato. La Corte ha stabilito che se il procedimento penale si conclude con una declaratoria di estinzione per condotte riparatorie, l’imputato non può essere condannato a rifondere le spese legali alla persona offesa. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Estinzione del Reato ma Condanna alle Spese

Il caso trae origine da un procedimento per lesioni volontarie. L’imputata, al fine di beneficiare della causa di estinzione del reato prevista dall’art. 162-ter del codice penale, aveva offerto alla persona offesa una somma di 800 euro a titolo di risarcimento. Il Tribunale di Arezzo, ritenendo l’offerta congrua, dichiarava il reato estinto per condotte riparatorie.

Tuttavia, nella stessa sentenza, il Tribunale condannava l’imputata a pagare le spese di costituzione della parte civile, liquidate in 1.200 euro. Contro questa statuizione, la difesa dell’imputata ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che mancasse il presupposto fondamentale per tale condanna: una sentenza di colpevolezza.

Il Ricorso in Cassazione: il Principio sulle Spese Legali della Parte Civile

Il ricorso si basava su due motivi principali, poi assorbiti in un’unica valutazione dalla Suprema Corte. L’argomentazione centrale era la violazione degli articoli 538, 539 e 541 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, la condanna al pagamento delle spese legali parte civile è strettamente legata all’accoglimento della domanda di risarcimento del danno, che a sua volta presuppone una formale sentenza di condanna dell’imputato. Una sentenza che dichiara l’estinzione del reato, per sua natura, non è una sentenza di condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, annullando senza rinvio la parte della sentenza che imponeva il pagamento delle spese. La decisione si fonda su un principio consolidato, già espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza Schirru del 2016.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito che il potere del giudice penale di decidere sulle questioni civili (restituzioni e risarcimento) è un’eccezione e, come tale, strettamente subordinata alla pronuncia di una sentenza di condanna. L’articolo 538 del codice di procedura penale è chiaro nel collegare la decisione sulla domanda civile a una declaratoria di colpevolezza.

Una sentenza di “non doversi procedere per estinzione del reato” non rientra nel genere delle “sentenze di condanna”. Essa, infatti, non accerta la responsabilità penale dell’imputato, ma si limita a prendere atto di una causa che preclude la prosecuzione del processo. Di conseguenza, non sussiste il presupposto normativo per poter condannare l’imputato al pagamento delle spese sostenute dalla parte civile, come previsto dall’art. 541 c.p.p.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che la parte civile non subisce alcun pregiudizio da questa impostazione. La sentenza di estinzione per condotte riparatorie non ha efficacia di giudicato nel giudizio civile. La persona danneggiata è libera di intentare una causa civile separata per ottenere il pieno risarcimento del danno e il rimborso delle spese legali, senza essere vincolata dalla valutazione di congruità fatta dal giudice penale, che era finalizzata solo all’estinzione del reato.

Le Conclusioni

La sentenza in commento rafforza un principio di garanzia fondamentale: non c’è condanna alle spese civili senza una condanna penale. L’imputato che si attiva per riparare il danno e ottiene l’estinzione del reato non può essere gravato anche dei costi legali della parte civile in sede penale. Per la parte civile, la strada per ottenere il pieno ristoro dei danni e delle spese rimane quella del giudizio civile, dove potrà far valere integralmente le proprie ragioni.

Se il reato viene dichiarato estinto per condotte riparatorie, l’imputato deve pagare le spese legali della parte civile?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di pagare le spese della parte civile sorge solo in caso di una formale sentenza di condanna, non in caso di una sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato.

Perché una sentenza di estinzione del reato non è considerata una “sentenza di condanna”?
Perché non accerta la colpevolezza dell’imputato nel merito, ma si limita a prendere atto di una causa estintiva del reato (in questo caso, l’avvenuta riparazione del danno) che impedisce la prosecuzione del processo penale e la valutazione sulla responsabilità.

Cosa può fare la parte civile per ottenere il risarcimento dei danni e il pagamento delle spese legali in questo caso?
La parte civile dovrà avviare un autonomo giudizio civile per richiedere il risarcimento completo del danno e il rimborso delle spese legali sostenute. La sentenza penale di estinzione del reato non ha valore di giudicato in sede civile e non preclude tale azione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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