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Specificità motivi appello: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per furto, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il caso sottolinea il principio fondamentale della specificità dei motivi di appello: un’impugnazione deve contenere critiche precise e argomentate contro la sentenza di primo grado, non bastando richieste generiche. La mancanza di tale specificità ha portato alla condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità dei Motivi di Appello: la Cassazione Sancisce l’Inammissibilità

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale penale: la specificità dei motivi di appello. Un’impugnazione non può limitarsi a una generica richiesta di riforma della sentenza, ma deve articolare critiche precise e puntuali. In questo caso, la mancata osservanza di tale onere ha portato alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale di Palermo, che aveva condannato un’imputata per il reato di furto aggravato (artt. 624 e 625 c.p.) alla pena di sei mesi di reclusione e 250 euro di multa. L’imputata aveva proposto appello, chiedendo l’assoluzione, l’esclusione delle aggravanti, la concessione delle attenuanti generiche e, in subordine, una riduzione della pena.

La Decisione della Corte d’Appello: L’Inammissibilità per Genericità

La Corte d’Appello di Palermo, con sentenza del 10 luglio 2023, ha dichiarato l’impugnazione inammissibile. Il motivo? Un palese ‘difetto di specificità dei motivi’. I giudici di secondo grado hanno evidenziato come, a fronte di una sentenza di primo grado dettagliata e ben argomentata sulla sussistenza del reato e sulla determinazione della pena, le doglianze difensive fossero del tutto generiche e assertive. In pratica, l’atto di appello non instaurava un vero contraddittorio con le ragioni della prima decisione, limitandosi a riproporre le richieste senza criticare in modo mirato il percorso logico-giuridico del Tribunale.

Il Ricorso in Cassazione e la Conferma del Principio di Specificità dei Motivi d’Appello

Nonostante la pronuncia della Corte d’Appello, l’imputata ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una presunta mancanza e illogicità della motivazione. Anche in questa sede, tuttavia, la difesa non ha superato lo scoglio della genericità. La Suprema Corte ha ritenuto i motivi del ricorso ‘manifestamente infondati’ proprio perché, ancora una volta, non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ovvero quella della Corte d’Appello che aveva dichiarato l’inammissibilità.

Le motivazioni

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire con forza i dettami degli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale. Un atto di appello, per non essere inammissibile, deve contenere una critica argomentata alla decisione di primo grado. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso o elencare le richieste. È necessario indicare con precisione le parti della sentenza che si contestano e, soprattutto, spiegare le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che giustificano tali contestazioni. L’appello deve essere un ‘dialogo critico’ con la sentenza precedente, non un monologo. La mancanza di questo confronto rende l’impugnazione un atto sterile e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ha inoltre applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, condannando la ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, ritenendo che non vi fosse assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Le conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale per gli operatori del diritto. La preparazione di un atto di impugnazione richiede un’analisi approfondita e meticolosa della sentenza che si intende contestare. La specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma l’essenza stessa del diritto di difesa nella fase di appello. Ignorare questo principio significa esporre il proprio assistito non solo a una sicura declaratoria di inammissibilità, ma anche a ulteriori conseguenze economiche. La giustizia, specialmente nei gradi di impugnazione, esige rigore, precisione e un confronto argomentativo serio, al fine di garantire l’efficienza e la credibilità del sistema giudiziario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile sia in Appello che in Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile in entrambi i gradi di giudizio perché i motivi presentati erano generici e assertivi, privi di una critica specifica e argomentata contro le ragioni di fatto e di diritto esposte nelle sentenze precedenti.

Cosa richiede il principio della specificità dei motivi di appello?
Richiede che l’atto di impugnazione indichi in modo chiaro e specifico le parti della sentenza che si contestano e le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta, instaurando un confronto critico con la decisione impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile davanti alla Cassazione?
In caso di declaratoria di inammissibilità del ricorso, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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