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Specificità motivi appello: la Cassazione decide

Un individuo, condannato per aver violato un divieto di accesso a manifestazioni sportive, si è visto dichiarare inammissibile l’appello per genericità. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, ribadendo il principio fondamentale della specificità dei motivi di appello. La Suprema Corte ha chiarito che, se le critiche alla sentenza di primo grado sono ancorate a fatti concreti e richieste precise, l’appello non può essere respinto come inammissibile, ma deve essere esaminato nel merito. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità dei Motivi di Appello: Quando un Ricorso non è Generico

Il diritto a un secondo grado di giudizio è un pilastro del nostro sistema processuale, ma per accedervi è necessario rispettare requisiti formali precisi. Tra questi, spicca la specificità dei motivi di appello. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza di questo principio, annullando un’ordinanza che aveva dichiarato inammissibile l’appello di un imputato. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti chiarificazioni fornite dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Un giovane uomo veniva condannato in primo grado dal Tribunale per aver violato il divieto di accedere a manifestazioni sportive (noto come DASPO), un reato previsto dalla legge n. 401 del 1989. La condanna prevedeva una pena di 8 mesi di reclusione e 7.000 euro di multa.

Tramite il suo difensore, l’imputato presentava appello, basando la sua difesa su due punti principali:
1. Carenza dell’elemento psicologico: Sosteneva di aver agito nella convinzione che il DASPO a suo carico fosse già scaduto (sarebbe scaduto il giorno dopo la partita) e di essere in possesso di un biglietto regolarmente acquistato.
2. Richiesta di un trattamento sanzionatorio più mite: Chiedeva la concessione delle attenuanti generiche e una riduzione della pena, in virtù della sua giovane età, della sua condizione di incensurato e del suo comportamento processuale corretto.

Contrariamente alle aspettative, la Corte d’Appello dichiarava l’impugnazione inammissibile, giudicando le censure difensive troppo generiche e non adeguatamente confrontate con le motivazioni della sentenza di primo grado.

La Specificità dei Motivi di Appello alla Lente della Cassazione

Investita del caso, la Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione dei giudici d’appello, accogliendo il ricorso della difesa. La Suprema Corte ha richiamato un fondamentale principio espresso dalle sue Sezioni Unite (sentenza n. 8825 del 2016): l’appello è inammissibile per mancanza di specificità solo quando i motivi non enunciano e argomentano chiaramente i rilievi critici contro la decisione impugnata.

Il punto cruciale, sottolineato dalla Corte, è la distinzione tra mancanza di specificità e manifesta infondatezza. Mentre la prima è una causa di inammissibilità che impedisce l’esame nel merito, la seconda riguarda la debolezza delle argomentazioni, che però deve essere valutata dal giudice d’appello attraverso una sentenza, non liquidata con un’ordinanza di inammissibilità. In altre parole, il giudice dell’appello non può usare il pretesto della genericità per evitare di pronunciarsi su motivi che, sebbene specifici, ritiene infondati.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha ritenuto che, nel caso in esame, la Corte territoriale avesse commesso un errore. Le doglianze presentate dalla difesa non erano affatto generiche. Al contrario, erano saldamente ancorate a circostanze fattuali concrete e a richieste precise.

La contestazione sull’elemento psicologico si basava su fatti specifici: la presunta convinzione dell’imputato sulla scadenza del divieto e il possesso di un titolo d’accesso valido. Allo stesso modo, la richiesta di attenuanti era motivata da elementi personali e processuali ben definiti (età, stato di incensurato, comportamento in giudizio).

Secondo la Suprema Corte, l’appellante aveva fornito una lettura alternativa, seppur sintetica, ma legittima e sufficientemente specifica rispetto agli elementi fattuali considerati dal primo giudice. Pertanto, la Corte d’Appello avrebbe dovuto entrare nel merito della questione e valutare la fondatezza di tali argomenti, non dichiarare l’appello inammissibile.

Conclusioni

La sentenza in commento rappresenta un’importante garanzia per il diritto di difesa. Essa stabilisce che il requisito della specificità dei motivi di appello non deve essere interpretato in modo eccessivamente rigoroso, tale da trasformarsi in un ostacolo ingiustificato all’accesso al secondo grado di giudizio. Se l’atto di appello individua i punti della sentenza che intende criticare e fornisce argomentazioni a sostegno, anche se queste possono apparire deboli, il giudice ha il dovere di esaminarle nel merito. La decisione di inammissibilità deve essere riservata solo ai casi di reale indeterminatezza e astrattezza delle censure, non a quelli di presunta infondatezza.

Quando un motivo di appello può essere considerato ‘generico’ e quindi inammissibile?
Secondo la sentenza, un motivo è generico quando non enuncia e non argomenta in modo critico e specifico le ragioni di fatto o di diritto contro la decisione impugnata, ma si limita a riproporre tesi già respinte o lamentele indeterminate.

La Corte d’Appello può dichiarare inammissibile un appello perché ritiene i motivi ‘manifestamente infondati’?
No. La Cassazione chiarisce che la manifesta infondatezza non è una causa di inammissibilità dell’appello penale. Se i motivi sono specifici, anche se appaiono deboli, il giudice d’appello deve esaminarli nel merito e decidere con una sentenza, non con un’ordinanza di inammissibilità.

Qual era l’errore commesso dalla Corte d’Appello nel caso specifico?
L’errore è stato qualificare come ‘generiche’ le critiche della difesa, che invece erano ancorate a circostanze fattuali concrete (la convinzione sulla scadenza del DASPO, la richiesta di attenuanti basata su età e status di incensurato). La Corte d’Appello ha confuso la mancanza di specificità con una presunta infondatezza nel merito, violando il diritto a una piena revisione del giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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