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Specificità motivi appello: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte d’Appello, ripristinando un’assoluzione di primo grado. La decisione si basa sulla mancanza di specificità dei motivi di appello presentati dal Pubblico Ministero, ritenuti troppo generici per contestare efficacemente la sentenza assolutoria. La Suprema Corte ha ribadito che un appello deve contenere una critica argomentata e puntuale delle ragioni della decisione impugnata, non potendosi limitare a una generica doglianza.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità dei Motivi di Appello: la Cassazione Annulla la Condanna per Appello Generico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15722/2025, ha riaffermato un principio cardine del nostro ordinamento processuale: l’importanza della specificità dei motivi di appello. Un’impugnazione non può limitarsi a una critica generica, ma deve confrontarsi puntualmente con le argomentazioni della sentenza che si intende contestare. In caso contrario, l’appello è inammissibile. La pronuncia in esame offre un chiaro esempio di come la carenza di argomentazioni specifiche da parte dell’appellante possa portare all’annullamento di una condanna e al ripristino di una sentenza di assoluzione.

La Vicenda Processuale: Dall’Assoluzione alla Condanna in Appello

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Foggia, che aveva assolto un imputato dalle accuse di messa in commercio di prodotti con marchi falsificati e di ricettazione. Il Pubblico Ministero, non condividendo la decisione, proponeva appello.

La Corte d’Appello di Bari, accogliendo l’impugnazione, riformava completamente la sentenza di primo grado. Dichiarava prescritto il reato di commercio di prodotti contraffatti e condannava l’imputato per il reato di ricettazione alla pena di sei mesi di reclusione e 300 euro di multa. In pratica, la Corte territoriale ribaltava l’assoluzione, accogliendo le tesi dell’accusa.

I Motivi del Ricorso e la Specificità dei Motivi di Appello

Contro la sentenza di condanna, la difesa dell’imputato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi. Il motivo risultato decisivo, tuttavia, è stato il primo: la difesa sosteneva che l’appello originale del Pubblico Ministero fosse inammissibile per la sua assoluta genericità. Secondo il ricorrente, l’atto di impugnazione non conteneva una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza di assoluzione, ma si limitava a denunciare una presunta “disarmante incongruità” della decisione, senza però confutarla nel merito.

L’Appello Generico del Pubblico Ministero

La Cassazione, analizzando l’atto di appello del PM, ha concordato con la difesa. I giudici di legittimità hanno osservato come l’impugnazione fosse “radicalmente priva di un confronto con la sentenza impugnata”. L’atto si limitava a un elenco di vizi (erronea valutazione delle prove, violazione di legge) senza alcuna elaborazione e a lamentare l’assoluzione in modo generico, citando un orientamento giurisprudenziale contrario senza contestualizzarlo.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i principi, già consolidati dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite (in particolare, la sentenza “Galtelli” del 2017), sui requisiti di ammissibilità dell’appello. Un’impugnazione, per superare il vaglio di ammissibilità, deve avere una “specificità estrinseca”.

Questo significa che non basta indicare quale parte della sentenza si contesta, ma è necessario:

1. Esplicitare i rilievi critici: L’appellante deve enunciare e argomentare in modo chiaro le critiche alle ragioni di fatto e di diritto che fondano la sentenza impugnata.
2. Confutare la motivazione: È richiesta una puntuale confutazione delle argomentazioni del primo giudice. Non è sufficiente contestare sic et simpliciter la decisione, ma bisogna prendere posizione su di essa, spiegando perché non la si condivide.
3. Specificare le violazioni di legge: In caso di motivi di diritto, non basta richiamare le norme violate, ma occorre spiegare le ragioni della loro rilevanza nel caso concreto.

Nel caso di specie, l’appello del PM era del tutto carente sotto questi profili. La mera denuncia della “disarmante incongruità” della motivazione, senza un’analisi critica e dettagliata, è stata giudicata insufficiente a soddisfare lo standard richiesto dalla legge.

Le Conclusioni

La conseguenza di tale vizio è stata drastica. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità originaria dell’appello proposto dal Pubblico Ministero. Per questo motivo, ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna della Corte d’Appello. L’annullamento “senza rinvio” significa che la vicenda processuale si chiude qui: poiché l’appello non avrebbe mai dovuto essere giudicato nel merito, la sentenza di condanna viene cancellata e torna ad essere valida e definitiva la prima pronuncia, quella di assoluzione del Tribunale. Questa decisione sottolinea come il rispetto delle regole processuali, inclusa la specificità dei motivi di appello, non sia un mero formalismo, ma una garanzia fondamentale per la corretta amministrazione della giustizia.

Quando un atto di appello può essere considerato inammissibile per genericità?
Secondo la sentenza, un appello è inammissibile quando non si confronta criticamente e specificamente con le argomentazioni della decisione impugnata. Non è sufficiente esprimere un dissenso generico o elencare presunte violazioni di legge, ma è necessario spiegare in modo puntuale perché la valutazione del primo giudice, sia in fatto che in diritto, è errata.

Cosa significa che la Cassazione “annulla senza rinvio” la sentenza?
Significa che la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello in modo definitivo. Poiché l’annullamento è dovuto al fatto che l’appello originario del Pubblico Ministero era inammissibile e non avrebbe dovuto essere esaminato, non è necessario un nuovo processo d’appello. Di conseguenza, diventa definitiva la prima sentenza, ovvero quella di assoluzione.

È sufficiente citare una giurisprudenza contraria per rendere specifico un motivo di appello?
No. La sentenza chiarisce che la semplice citazione di un precedente giurisprudenziale, senza argomentare in modo specifico come e perché i principi di quel precedente si applichino al caso concreto e invalidino le motivazioni della sentenza impugnata, non è sufficiente a soddisfare il requisito della specificità dei motivi di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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