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Specificità del ricorso: Cassazione su pene brevi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo per la sostituzione di pene detentive brevi, sottolineando la fondamentale importanza della specificità del ricorso. Il motivo, basato unicamente sulla sua condizione di padre, non contestava in modo critico le ragioni del giudice di merito, il quale aveva già considerato i precedenti penali e il fallimento di passate misure alternative come indicatori di inidoneità a prevenire futuri reati.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Specificità del ricorso: un requisito non negoziabile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23687/2024, ha ribadito un principio cardine del nostro sistema processuale penale: la specificità del ricorso è un requisito imprescindibile per poter accedere a un giudizio di merito. La vicenda in esame riguarda il rigetto di un’istanza di sostituzione di pene detentive brevi, confermando come argomentazioni generiche e non correlate alla decisione impugnata conducano inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

I fatti del caso

Un uomo, condannato a pene detentive brevi, presentava ricorso avverso l’ordinanza del Tribunale di Marsala che aveva negato la sostituzione della pena. L’unica argomentazione addotta a sostegno della sua richiesta era la sua condizione personale di padre di quattro figli. Il ricorrente, tuttavia, ometteva di confrontarsi criticamente con le motivazioni poste a base del provvedimento del giudice dell’esecuzione, che aveva invece ampiamente argomentato il proprio diniego.

L’importanza della specificità del ricorso in appello

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nell’applicazione rigorosa dell’art. 581 del codice di procedura penale. Questo articolo impone che i motivi di impugnazione siano specifici, ovvero che non si limitino a una generica lamentela, ma che instaurino un dialogo critico e puntuale con le ragioni esposte nel provvedimento impugnato. Nel caso di specie, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato proprio per questa carenza. I giudici hanno sottolineato come la semplice menzione della propria situazione familiare, senza contestare le valutazioni del tribunale, renda il motivo di ricorso vago e indeterminato.

La valutazione del Giudice dell’Esecuzione

Il Tribunale di Marsala aveva basato la sua decisione negativa su elementi concreti e decisivi. Aveva infatti considerato i precedenti penali del ricorrente e il fallimento di precedenti percorsi di risocializzazione, testimoniato dalla concessione passata di misure alternative alla detenzione che non avevano impedito la commissione di ulteriori reati. Tale valutazione, secondo la Cassazione, era logica, coerente e giuridicamente corretta, dimostrando l’inidoneità delle misure richieste a prevenire la recidiva.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per diverse ragioni convergenti. In primo luogo, ha riscontrato una totale mancanza di specificità del ricorso, poiché le censure erano generiche e non si correlavano con la complessa argomentazione della decisione impugnata. Il richiamo alla sola condizione di padre è stato ritenuto un elemento insufficiente a costituire un valido motivo di doglianza. In secondo luogo, i giudici hanno evidenziato come il ricorso tentasse, inammissibilmente, di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. Infine, la Corte ha validato pienamente l’analisi del giudice dell’esecuzione, il quale aveva correttamente bilanciato la richiesta del condannato con la sua storia criminale e il fallimento dei precedenti percorsi alternativi, concludendo per la sua attuale pericolosità sociale.

Le conclusioni

La decisione riafferma che per ottenere la sostituzione di una pena non è sufficiente appellarsi a circostanze personali, pur rilevanti. È necessario dimostrare, attraverso un ricorso specifico e argomentato, che le conclusioni del giudice precedente siano errate in punto di diritto o basate su un travisamento dei fatti. L’ordinanza serve da monito: un’impugnazione deve essere un atto tecnico-giuridico preciso, non una mera supplica. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende sancisce la ‘colpa’ nel presentare un ricorso palesemente privo dei requisiti di legge, sottolineando la serietà e il rigore richiesti nell’adire la Suprema Corte.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile per mancanza di specificità?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile per mancanza di specificità quando non contiene una critica puntuale e argomentata delle ragioni esposte nella decisione impugnata, ma si limita a lamentele generiche o a presentare motivi non correlati alla motivazione del provvedimento contestato, come richiesto dall’art. 581 cod. proc. pen.

La sola condizione di genitore è sufficiente per ottenere la sostituzione di una pena detentiva breve?
No, sulla base di questa ordinanza, la sola condizione di genitore non è di per sé sufficiente. Il ricorso basato unicamente su tale circostanza, senza confrontarsi con le altre valutazioni del giudice (come i precedenti penali e il rischio di recidiva), è stato ritenuto generico e quindi inammissibile.

Cosa valuta il giudice dell’esecuzione nel decidere sulla sostituzione di una pena?
Il giudice dell’esecuzione valuta un insieme complesso di fattori. Come emerge dal caso, considera elementi quali i precedenti penali del richiedente, l’esito di eventuali misure alternative già concesse in passato e la conseguente idoneità della misura richiesta a prevenire la commissione di ulteriori reati, in un’ottica di risocializzazione e rieducazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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