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Specificità del ricorso: Cassazione inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla mancanza di specificità del ricorso, poiché i motivi presentati erano generici, ripetitivi delle argomentazioni già respinte e non si confrontavano adeguatamente con le motivazioni della sentenza impugnata. La Corte ha ribadito che le valutazioni discrezionali del giudice di merito, se adeguatamente motivate, non sono sindacabili in sede di legittimità.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Specificità del Ricorso in Cassazione: Pena l’Inammissibilità

L’ordinanza in esame, emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione. Il principio cardine che emerge è quello della specificità del ricorso, un requisito essenziale previsto dall’art. 581 del codice di procedura penale, la cui violazione conduce a una conseguenza drastica: la declaratoria di inammissibilità. Questo significa che la Corte non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate, respingendo l’atto per un vizio formale e sostanziale. Analizziamo insieme la vicenda processuale e le ragioni della decisione.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Catania, ha presentato ricorso per Cassazione. I motivi del ricorso erano molteplici: si contestava l’affermazione della responsabilità penale, sia per una presunta insussistenza degli elementi del reato, sia in relazione alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). Inoltre, venivano mosse critiche al trattamento sanzionatorio e al diniego dei benefici di legge, come la sospensione condizionale della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. I giudici hanno ritenuto che i motivi presentati fossero del tutto privi dei necessari requisiti di specificità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria tipica in caso di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni: Analisi della Specificità del Ricorso

La Corte ha spiegato in modo dettagliato perché il ricorso mancasse di specificità. Non si tratta solo di genericità o indeterminatezza dei motivi, ma di un difetto più profondo: l’assenza di correlazione tra le argomentazioni difensive e le motivazioni della sentenza impugnata. In altre parole, la difesa si è limitata a riproporre le stesse doglianze già presentate e respinte in appello, senza confrontarsi criticamente con le ragioni che avevano spinto la Corte territoriale a rigettarle. Questo comportamento processuale trasforma il ricorso in una sterile ripetizione, incapace di innescare un reale controllo di legittimità.

La Discrezionalità del Giudice di Merito

Per quanto riguarda le censure relative alla quantificazione della pena (dosimetria) e al diniego dei benefici, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato. Queste sono decisioni che rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito. Il sindacato della Corte di legittimità è limitato alla verifica che la motivazione sia sufficiente e non manifestamente illogica. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano ampiamente esplicitato le ragioni del loro convincimento. La Corte ha inoltre precisato che per motivare una pena inferiore alla media edittale, possono essere sufficienti anche espressioni sintetiche come “pena congrua”, senza necessità di un’analisi dettagliata di tutti gli elementi dell’art. 133 c.p.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza è un monito per i difensori. Per superare il vaglio di ammissibilità in Cassazione, non è sufficiente dissentire dalla decisione di secondo grado. È indispensabile redigere un atto che dialoghi criticamente con la sentenza impugnata, smontandone punto per punto le argomentazioni logico-giuridiche. Un ricorso che ignora o elude le motivazioni del giudice d’appello è destinato all’inammissibilità. La specificità del ricorso impone un’analisi puntuale e critica, dimostrando dove e perché il giudice precedente abbia errato nell’applicare la legge, e non semplicemente riaffermando la propria tesi difensiva.

Quando un ricorso in Cassazione è considerato privo di specificità?
Un ricorso è privo di specificità quando è generico, indeterminato, o non si confronta criticamente con le ragioni della decisione impugnata, limitandosi a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte nei gradi di merito.

Il giudice deve motivare dettagliatamente una pena se questa è inferiore alla media prevista dalla legge?
No. Secondo la Corte, quando la pena inflitta è inferiore alla media edittale, l’onere di motivazione può essere assolto anche con espressioni sintetiche come “pena congrua” o “pena equa”, senza la necessità di una disamina analitica di tutti gli elementi dell’art. 133 del codice penale.

È possibile contestare in Cassazione le decisioni discrezionali del giudice, come la quantificazione della pena?
No, le decisioni che rientrano nell’esercizio della discrezionalità del giudice di merito, come la dosimetria della pena o la concessione di benefici, non sono sindacabili in Cassazione se sono sorrette da una motivazione sufficiente e non manifestamente illogica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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