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Speciale tenuità e spaccio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione esamina un caso di spaccio di stupefacenti in un parco pubblico, pronunciandosi sull’inapplicabilità dell’attenuante della speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) al reato continuato. La Corte chiarisce che, per valutare la tenuità, non si deve considerare il singolo episodio di spaccio, ma l’intera attività criminosa programmata, che nel caso di specie mirava a un guadagno non marginale. La sentenza conferma anche la decisione della Corte d’Appello che aveva qualificato i fatti come di ‘lieve entità’ (art. 73, co. 5, D.P.R. 309/90) e respinto l’aggravante della prossimità a scuole.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Speciale Tenuità e Spaccio Continuato: L’Analisi della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10234 del 2024, offre importanti chiarimenti sulla differenza tra il ‘fatto di lieve entità’ e l’attenuante della speciale tenuità nel contesto dello spaccio di stupefacenti, soprattutto quando l’attività è sistematica e continuativa. La Corte ha stabilito che per concedere l’attenuante non basta guardare al modesto guadagno di una singola vendita, ma è necessario valutare l’intero progetto criminale. Analizziamo insieme la decisione.

I Fatti di Causa: Da Piazza di Spaccio a Sentenza d’Appello

Il caso trae origine da un’operazione di polizia che aveva smantellato un’attività di spaccio all’interno di un parco pubblico di una città toscana. Diversi individui erano stati condannati in primo grado per plurime condotte di cessione di stupefacenti. La Corte di Appello di Firenze, tuttavia, aveva parzialmente riformato la sentenza.

I giudici di secondo grado avevano riqualificato i fatti come ‘reato di lieve entità’ (previsto dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990), escludendo le aggravanti della prossimità a plessi scolastici e della cessione a minorenni. Di conseguenza, le pene inflitte erano state notevolmente ridotte.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della speciale tenuità

Contro la decisione della Corte d’Appello sono stati proposti due distinti ricorsi in Cassazione:

1. Il Procuratore Generale: Contestava sia la qualificazione del fatto come di ‘lieve entità’, sostenendo che la trasformazione del parco in una stabile ‘piazza di spaccio’ indicasse una notevole offensività, sia l’esclusione dell’aggravante della vicinanza a scuole e altri luoghi sensibili.
2. Alcuni imputati: Chiedevano il riconoscimento dell’attenuante comune della speciale tenuità del danno e del lucro (art. 62 n. 4 c.p.), evidenziando come ogni singola cessione avesse prodotto un guadagno di poche decine di euro.

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi, fornendo motivazioni distinte e di grande interesse giuridico.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Cassazione ha affrontato separatamente le questioni sollevate, tracciando confini netti tra la valutazione dei fatti, di competenza dei giudici di merito, e la valutazione della legittimità, propria della Corte.

La Decisione sul Ricorso del Procuratore Generale

La Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso della Procura perché mirava a una rivalutazione del merito della vicenda, operazione non consentita in sede di legittimità. Secondo i giudici, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente per qualificare il fatto come di ‘lieve entità’, basandosi su elementi come il numero non particolarmente elevato di cessioni osservate, i corrispettivi modesti e l’assenza di una vera e propria rete organizzata. Allo stesso modo, l’esclusione dell’aggravante della ‘prossimità’ ai plessi scolastici è stata ritenuta una valutazione di fatto, incensurabile in Cassazione, poiché i giudici di merito avevano accertato che gli edifici non erano fisicamente contigui al parco e non era necessario attraversarlo per raggiungerli.

Il Diniego della Speciale Tenuità per gli Imputati

Il punto cruciale della sentenza risiede nel rigetto della richiesta degli imputati di applicare l’attenuante della speciale tenuità. La Corte ha spiegato che, in presenza di un ‘reato continuato’ – ovvero plurime azioni criminose unite da un medesimo disegno – la valutazione non può essere frammentata. Non si può considerare il lucro ‘tenue’ di una singola vendita isolandola dal contesto generale.

L’elemento determinante è l’atteggiamento volitivo dell’agente. Se, come nel caso di specie, l’imputato si posiziona quotidianamente in un’area per vendere droga a chiunque si presenti, la sua condotta è proiettata al conseguimento di un guadagno complessivo che non è affatto marginale. L’aspettativa di plurimi e ingenti guadagni, derivanti dalla somma delle singole vendite, esclude la possibilità di riconoscere la tenuità del vantaggio patrimoniale. La Corte ha ribadito che l’attenuante richiede una particolare modestia non solo del profitto (lucro conseguito), ma dell’intero disvalore della condotta, inclusa la sua pericolosità. Un’attività di spaccio sistematica, anche se composta da micro-cessioni, non possiede tale caratteristica.

Le Conclusioni

La sentenza n. 10234/2024 della Corte di Cassazione consolida un principio fondamentale: nel valutare l’applicabilità dell’attenuante della speciale tenuità al reato di spaccio continuato, il giudice deve guardare al quadro d’insieme. La frammentazione della condotta in singoli episodi, ciascuno con un profitto irrisorio, non è una valutazione corretta se questi episodi sono parte di un progetto criminale unitario e protratto nel tempo. Questa decisione rafforza la distinzione tra il ‘fatto di lieve entità’, che descrive la natura oggettiva del reato, e la ‘speciale tenuità’, che si concentra sul risultato economico e sul disvalore complessivo della condotta del singolo agente, offrendo uno strumento interpretativo cruciale per i tribunali.

Quando si applica l’attenuante della speciale tenuità in un caso di spaccio continuato?
Secondo la sentenza, si applica solo se la condotta, valutata nel suo complesso, denota una finalità di lucro marginale e se ogni episodio comporta un evento dannoso o pericoloso di speciale tenuità. Non è sufficiente considerare il profitto irrisorio di una singola cessione se questa fa parte di un’attività di spaccio programmata e continuativa.

Qual è la differenza tra ‘fatto di lieve entità’ e ‘speciale tenuità’ nello spaccio di droga?
Il ‘fatto di lieve entità’ (art. 73, co. 5, D.P.R. 309/90) è una fattispecie autonoma di reato, meno grave, definita in base a mezzi, modalità, circostanze dell’azione e quantità/qualità della sostanza. La ‘speciale tenuità’ (art. 62 n. 4 c.p.) è invece un’attenuante comune, applicabile a molti reati, che si basa sulla valutazione del profitto conseguito e del danno o pericolo causato, che devono essere particolarmente esigui.

Perché la Cassazione ha respinto il ricorso del Procuratore Generale?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le censure del Procuratore non riguardavano errori di diritto, ma contestavano la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove operate dalla Corte d’Appello. Questo tipo di riesame è precluso alla Corte di Cassazione, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non riesaminare il merito della vicenda.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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