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Speciale tenuità del lucro: sì anche con più droghe

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza di condanna per spaccio, limitatamente al diniego dell’attenuante della speciale tenuità del lucro. I giudici hanno stabilito che la presenza di due diversi tipi di sostanze stupefacenti non esclude a priori l’applicazione di tale attenuante, che deve essere valutata in base al carattere modesto del guadagno perseguito e non sulla base della sola diversità qualitativa della droga.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Speciale tenuità del lucro: applicabile anche con più droghe

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale in materia di reati legati agli stupefacenti, specificando i criteri per l’applicazione dell’attenuante della speciale tenuità del lucro. Con la sentenza n. 10458/2024, la Suprema Corte ha stabilito che la detenzione di due diverse tipologie di droghe ‘pesanti’ non è, di per sé, un motivo sufficiente per negare questa importante circostanza attenuante. La valutazione deve concentrarsi sulla modestia effettiva del profitto, non sulla varietà delle sostanze.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per il reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, previsto dall’art. 73, comma 5, del DPR 309/90. L’imputato era stato fermato mentre si trovava in una pubblica via in compagnia della sua fidanzata e, durante il controllo, aveva tentato di estrarre la droga, occultata negli slip, venendo però interrotto dall’intervento degli agenti. La difesa sosteneva che la droga fosse destinata al consumo di coppia e non allo spaccio, chiedendo anche l’assunzione della testimonianza della ragazza per provare la loro relazione e l’uso congiunto.

I Motivi del Ricorso e la Tesi difensiva

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su cinque motivi. I punti principali contestavano:
1. Il rigetto della richiesta di sentire la fidanzata come testimone, ritenuto immotivato.
2. L’illogicità della motivazione che aveva dedotto la finalità di spaccio da elementi come l’occultamento della droga e il ritrovamento di bilancini di precisione a casa.
3. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.).
4. Il diniego dell’attenuante della speciale tenuità del lucro (art. 62 n. 4 c.p.), giustificato dai giudici di merito con la mera presenza di due diversi tipi di sostanze.
5. Il rigetto della richiesta di sanzioni sostitutive.

La Decisione della Corte sulla speciale tenuità del lucro

La Corte di Cassazione ha rigettato quasi tutti i motivi del ricorso, confermando la logicità del ragionamento dei giudici di merito nel qualificare il fatto come detenzione a fini di spaccio. Elementi come l’occultamento della droga in strada e la presenza di bilancini a casa sono stati considerati indizi sufficienti a escludere il mero uso personale.

Tuttavia, la Corte ha accolto il quarto motivo, relativo all’attenuante della speciale tenuità del lucro. I giudici ermellini hanno censurato la decisione della Corte d’Appello, definendo ‘non sostenibile’ la tesi secondo cui tale attenuante non sarebbe applicabile solo perché le droghe detenute, seppur in modesta quantità, erano di due tipi diversi.

Le motivazioni

Nelle motivazioni, la Cassazione ha richiamato un importante principio stabilito dalle Sezioni Unite (sent. n. 24990/2020), secondo cui l’attenuante del lucro di speciale tenuità è applicabile a ogni tipo di delitto commesso per un motivo di lucro, inclusi quelli in materia di stupefacenti. La sua operatività, hanno spiegato i giudici, deve essere valutata ‘a prescindere dal profilo qualitativo dello stupefacente’.

Il fatto che le sostanze fossero di due tipi diversi non costituisce di per sé un dato ostativo. Ciò che conta è se tale circostanza si traduca, con adeguata motivazione, in un elemento che incide negativamente sul ‘carattere modesto del lucro perseguito’. Negare l’attenuante solo sulla base della diversità qualitativa, senza una valutazione concreta del profitto, rappresenta un errore di diritto.

Per gli altri motivi di ricorso, la Corte ha ritenuto che la decisione dei giudici di merito fosse ben motivata. La richiesta di rinnovare l’istruttoria in appello per sentire la fidanzata è stata correttamente respinta perché la prova non era ‘indispensabile’ ai fini della decisione, data la presenza di altri elementi probatori solidi.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante promemoria per i giudici di merito: la valutazione sull’attenuante della speciale tenuità del lucro non può basarsi su automatismi o presunzioni. La diversità qualitativa delle sostanze stupefacenti è un elemento da considerare, ma non può essere l’unico motivo per escludere l’attenuante. È necessario un giudizio concreto e motivato che dimostri come tale diversità influisca effettivamente sul carattere modesto del profitto derivante dall’attività illecita. Di conseguenza, la Corte ha annullato la sentenza impugnata su questo specifico punto, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione.

La presenza di diversi tipi di droga esclude automaticamente l’attenuante della speciale tenuità del lucro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la presenza di più tipi di sostanze stupefacenti non costituisce di per sé un dato ostativo all’applicazione dell’attenuante. È necessaria una motivazione adeguata che spieghi come tale diversità incida negativamente sul carattere modesto del lucro perseguito.

Quando è obbligatorio per un giudice d’appello ammettere nuove prove, come una testimonianza?
La rinnovazione dell’istruttoria in appello per assumere nuove prove è un evento eccezionale. Il giudice è tenuto a disporla solo se la ritiene ‘assolutamente necessaria’ o ‘indispensabile’ per decidere, ovvero quando i dati probatori già acquisiti sono incerti e la nuova prova ha carattere di decisività. Nel caso di specie, la testimonianza non è stata ritenuta indispensabile.

Quali elementi possono indicare l’intenzione di spacciare droga invece del semplice uso personale?
La sentenza evidenzia alcuni elementi indiziari valorizzati dai giudici: l’occultamento della sostanza sulla persona (negli slip), il tentativo di estrarla in una pubblica via, l’interruzione dell’azione solo alla vista degli agenti e il possesso di strumenti come bilancini di precisione nel proprio domicilio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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