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Speciale tenuità del fatto: i limiti nei reati edilizi

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di assoluzione per speciale tenuità del fatto relativa a una serie di reati edilizi e paesaggistici. Il ricorso del Procuratore è stato accolto perché il giudice di primo grado non aveva adeguatamente motivato la sua decisione, omettendo una valutazione complessiva della condotta alla luce dei criteri previsti dall’art. 131 bis c.p. La Suprema Corte ha rinviato il caso per un nuovo giudizio, sottolineando la necessità di una motivazione rigorosa quando si applica la causa di non punibilità.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Speciale tenuità del fatto: quando non si applica nei reati edilizi?

L’istituto della speciale tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131 bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema giudiziario, consentendo di non punire condotte illecite di minima gravità. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 23453/2025, ha ribadito la necessità di un rigoroso percorso motivazionale, annullando un’assoluzione per una serie di reati in materia edilizia e paesaggistica.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza del Giudice monocratico del tribunale di Napoli, che aveva assolto un imputato da diverse accuse. I reati contestati erano numerosi e spaziavano dalla violazione delle normative urbanistiche (DPR 380/01) e antisismiche, alla deturpazione di bellezze naturali (art. 734 c.p.) e alla violazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/04). Il giudice di primo grado aveva ritenuto che l’insieme delle condotte rientrasse nell’ambito della speciale tenuità del fatto, escludendone quindi la punibilità.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e la speciale tenuità del fatto

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero del tribunale di Torre Annunziata ha proposto ricorso per cassazione. Il motivo principale del ricorso era la violazione di legge in riferimento all’art. 131 bis c.p. e un vizio di motivazione. Secondo l’accusa, la sentenza era carente, se non del tutto priva, di una spiegazione logica che giustificasse l’applicazione della causa di non punibilità. In sostanza, il giudice non avrebbe spiegato perché, nonostante la pluralità e la natura dei reati, il fatto potesse essere considerato di speciale tenuità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, annullando la sentenza di assoluzione e disponendo il rinvio per un nuovo giudizio al tribunale di Torre Annunziata. La Corte ha condiviso le perplessità sollevate dall’accusa, riconoscendo la fondatezza del vizio di motivazione lamentato.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si concentra sulla corretta applicazione dei criteri previsti dall’art. 131 bis c.p. per la speciale tenuità del fatto. Per escludere la punibilità, il giudice deve valutare due indici-requisiti: la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento. La valutazione dell’offesa deve tenere conto delle modalità della condotta, dell’esiguità del danno o del pericolo e del grado della colpevolezza.

Nel caso specifico, il giudice di primo grado si era limitato ad assolvere l’imputato senza fornire un’argomentazione adeguata che desse conto del rispetto di tali criteri. La presenza di una pluralità di reati, che ledono beni giuridici diversi (l’ordinato sviluppo del territorio, la sicurezza delle costruzioni, il paesaggio), avrebbe richiesto una motivazione ancora più approfondita. Il semplice fatto che le singole violazioni possano apparire di modesta entità non è sufficiente a giustificare l’applicazione dell’istituto, se la condotta nel suo complesso rivela una significativa offensività. La sentenza impugnata mancava di questa valutazione complessiva, risultando quindi viziata per motivazione omessa o illogica.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione offre un importante monito: la speciale tenuità del fatto non è un passe-partout per archiviare procedimenti penali. La sua applicazione deve essere il risultato di un’analisi ponderata e trasparente, esplicitata in una motivazione completa e coerente. In particolare, nei casi di reati edilizi e paesaggistici, dove spesso vengono lesi interessi collettivi, il giudice deve dimostrare di aver considerato tutti gli aspetti della condotta e la sua effettiva incidenza sui beni giuridici tutelati. L’annullamento con rinvio obbligherà il nuovo giudice a un esame più approfondito, garantendo che la decisione finale sia fondata su un percorso logico-giuridico ineccepibile.

Perché la Cassazione ha annullato l’assoluzione per speciale tenuità del fatto?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza perché il giudice di primo grado non ha fornito una motivazione adeguata per la sua decisione, omettendo di spiegare perché la condotta, nonostante la pluralità di reati contestati, potesse essere considerata di particolare tenuità secondo i criteri dell’art. 131 bis c.p.

L’assoluzione per speciale tenuità del fatto è possibile se si commettono più reati?
Sì, ma richiede una motivazione particolarmente rigorosa. Il giudice deve valutare la condotta nel suo complesso e dimostrare in modo chiaro e logico che, nonostante la pluralità delle violazioni, l’offesa ai beni giuridici tutelati sia minima e il comportamento dell’autore non sia abituale.

Cosa accade dopo l’annullamento della sentenza?
La causa è stata rinviata al tribunale di Torre Annunziata per un nuovo processo. Un diverso giudice dovrà riesaminare il caso e decidere nuovamente, tenendo conto dei principi di diritto stabiliti dalla Corte di Cassazione e fornendo una motivazione completa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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