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Speciale tenuità del danno: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30782/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro la decisione della Corte d’Appello che negava l’applicazione della circostanza attenuante della speciale tenuità del danno. La Suprema Corte ha confermato che la valutazione sulla gravità del danno è un giudizio di fatto, non sindacabile in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito è logica e coerente, come nel caso di specie, dove la quantità e tipologia dei danni sono state ritenute rilevanti.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Speciale Tenuità del Danno: Quando la Valutazione del Giudice è Insindacabile

L’applicazione della circostanza attenuante della speciale tenuità del danno, prevista dall’art. 61, n. 4 del codice penale, rappresenta un tema cruciale in molti procedimenti. Questa attenuante permette una riduzione della pena quando il danno patrimoniale causato dal reato è di lieve entità. Tuttavia, quando è possibile contestare la decisione di un giudice che nega tale beneficio? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30782 del 2024, offre un chiarimento fondamentale, stabilendo i limiti del sindacato di legittimità su questa materia.

Il Fatto e il Ricorso per Cassazione

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. Il ricorrente lamentava la mancata applicazione della circostanza attenuante della speciale tenuità del danno. A suo avviso, il danno patrimoniale causato era di entità talmente lieve da giustificare una riduzione della pena. La difesa sosteneva quindi che la Corte territoriale avesse errato nel non riconoscere tale circostanza.

La Valutazione della Corte sulla speciale tenuità del danno

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso, concentrandosi sull’unico motivo di doglianza: la presunta erronea esclusione dell’attenuante. Gli Ermellini hanno però ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato del nostro ordinamento processuale: la valutazione sulla concessione o meno delle circostanze attenuanti, inclusa quella della speciale tenuità del danno, è una questione di merito, riservata alla discrezionalità del giudice di primo e secondo grado.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che il suo ruolo, in sede di legittimità, non è quello di riesaminare i fatti o di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito. Il controllo della Cassazione è limitato alla verifica della logicità e coerenza della motivazione della sentenza impugnata. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione esente da vizi logici evidenti. I giudici di secondo grado avevano correttamente affermato che ‘la quantità e la tipologia dei danni arrecati con la condotta illecita sono logicamente idonei ad escludere connotati di speciale tenuità del danno’. In altre parole, la Corte territoriale ha considerato la natura e l’entità del pregiudizio come elementi sufficienti per negare l’attenuante. Tale valutazione, essendo fondata su un ragionamento non illogico, non può essere messa in discussione davanti alla Cassazione.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la valutazione sulla speciale tenuità del danno è un giudizio di fatto che spetta ai giudici di merito. Il ricorso in Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. L’imputato che intende contestare tale decisione deve dimostrare una palese illogicità o una contraddittorietà manifesta nella motivazione della sentenza, non semplicemente proporre una diversa interpretazione degli elementi fattuali. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo di fondamento.

Quando si può contestare in Cassazione la mancata applicazione dell’attenuante della speciale tenuità del danno?
La contestazione in sede di Cassazione è consentita solo se la motivazione della sentenza impugnata è manifestamente illogica o contraddittoria. Non è possibile chiedere alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti.

Quali criteri ha utilizzato la Corte d’Appello per escludere l’attenuante?
La Corte d’Appello ha basato la sua decisione sulla ‘quantità e la tipologia dei danni arrecati’, ritenendo che questi elementi fossero logicamente sufficienti a escludere la speciale tenuità del danno.

Qual è stata la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso ritenuto infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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