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Speciale tenuità del danno: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di due imputati condannati per cessione di stupefacenti. La Corte ha confermato che l’attenuante della speciale tenuità del danno non si applica se il profitto (in questo caso, da 50 grammi di marijuana) non è economicamente irrilevante. Ha inoltre escluso la non punibilità per particolare tenuità del fatto, valorizzando il contesto criminale più ampio in cui si inseriva l’episodio, che ne escludeva il carattere di mera occasionalità.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Speciale tenuità del danno: quando si applica in caso di stupefacenti?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 23724/2025, offre importanti chiarimenti sui criteri di applicazione della circostanza attenuante della speciale tenuità del danno e della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in materia di stupefacenti. Questa decisione sottolinea come la valutazione del giudice non possa limitarsi al solo dato quantitativo della sostanza, ma debba estendersi a un’analisi complessiva del contesto e della gravità della condotta.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di Appello che, pur riqualificando il reato come fatto di lieve entità ai sensi dell’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90, aveva condannato due persone per la cessione in concorso di marijuana. Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente il mancato riconoscimento di due istituti di favore: l’attenuante della speciale tenuità del danno (art. 62 n. 4 c.p.) per entrambi, e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) per una degli imputati.

La Decisione sulla Speciale Tenuità del Danno

La Corte di Cassazione ha rigettato il motivo di ricorso comune ai due imputati, confermando la decisione dei giudici di merito. Secondo la Suprema Corte, il riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità richiede una verifica rigorosa che dimostri come il lucro, perseguito o conseguito, sia di valore economico pressoché irrisorio. Nel caso di specie, la cessione di 50 grammi di marijuana per un corrispettivo di 50 euro, descritta nelle intercettazioni come una “palla grossa quanto un pugno”, non poteva essere considerata tale.
La Corte ha ribadito che il giudizio non deve basarsi solo sul valore intrinseco della cosa, ma anche sugli “ulteriori effetti pregiudizievoli della condotta”. La quantità, idonea a produrre una pluralità di dosi, e il pericolo per il bene giuridico protetto (la salute pubblica) sono stati elementi decisivi per escludere la speciale tenuità.

La Questione della Particolare Tenuità del Fatto (art. 131-bis c.p.)

Anche il secondo motivo di ricorso, sollevato da uno degli imputati, è stato ritenuto infondato. La difesa sosteneva che l’episodio dovesse essere considerato non punibile per la sua particolare tenuità, data la modestia dell’offesa e il ruolo marginale dell’imputato. Tuttavia, la Cassazione ha avallato il ragionamento della Corte d’Appello, la quale aveva evidenziato come l’episodio, seppur unico formalmente contestato, si inserisse in un “più ampio contesto di antidoverosità”. Le intercettazioni telefoniche avevano rivelato una “più ampia condivisione nell’attività illecita” dell’altro imputato, escludendo così il carattere meramente occasionale della condotta.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa e contestualizzata delle norme. Per quanto riguarda l’art. 62 n. 4 c.p., la sentenza si allinea all’insegnamento delle Sezioni Unite, secondo cui la valutazione deve essere esaustiva e considerare sia l’entità del lucro sia la gravità complessiva dell’evento. Un profitto di 50 euro, derivante dalla vendita di 50 grammi di sostanza, non è stato ritenuto “lievissimo” o “irrisorio”, precludendo l’applicazione dell’attenuante.
Per l’art. 131-bis c.p., la Corte ha precisato che il giudizio sulla tenuità dell’offesa deve fare riferimento ai criteri dell’art. 133 c.p., ma non richiede un’analisi di tutti gli elementi. È sufficiente indicare quelli ritenuti rilevanti. In questo caso, sono stati correttamente valorizzati sia i profili ponderali dello stupefacente sia, soprattutto, il carattere non occasionale dell’apporto fornito, desunto dal quadro probatorio complessivo.

Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio fondamentale: nei reati in materia di stupefacenti, l’applicazione di istituti di favore come la speciale tenuità del danno o la non punibilità per tenuità del fatto richiede un’attenta ponderazione di tutti gli elementi del caso concreto. La mera qualificazione del fatto come “lieve entità” non comporta automaticamente il riconoscimento di ulteriori benefici. La quantità della sostanza, il profitto ricavabile e, in modo determinante, il contesto generale dell’azione criminale sono fattori decisivi che il giudice deve attentamente valutare per giungere a una decisione equa e conforme alla legge.

Quando si può applicare l’attenuante della speciale tenuità del danno in un reato di spaccio?
Secondo la sentenza, questa attenuante si applica solo quando il lucro o il danno sono di valore economico “pressoché irrisorio” o “lievissimo”. La valutazione non si limita al valore monetario, ma considera anche la quantità di sostanza, il numero di dosi ricavabili e gli effetti pregiudizievoli della condotta. Nel caso specifico, la cessione di 50 grammi per 50 euro è stata ritenuta sufficiente a escludere tale attenuante.

La non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) può essere esclusa anche se si tratta di un singolo episodio di spaccio?
Sì. La Corte ha stabilito che, anche a fronte di un singolo episodio formalmente contestato, la causa di non punibilità può essere esclusa se le prove (come le intercettazioni) dimostrano che il fatto si inserisce in un contesto più ampio di attività illecita e di condivisione criminale, facendo venir meno il carattere di occasionalità della condotta.

Quali elementi valuta il giudice per escludere la speciale tenuità del danno e la particolare tenuità del fatto?
Il giudice valuta un insieme di elementi quantitativi e qualitativi. Per la speciale tenuità del danno, sono centrali i profili ponderali (50 grammi), il corrispettivo (50 euro) e il profitto non irrilevante. Per la particolare tenuità del fatto, oltre a questi elementi, assume rilievo decisivo il carattere non occasionale della condotta, desumibile dal coinvolgimento dell’imputato in un più ampio contesto criminale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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