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Speciale tenuità: Cassazione annulla condanna spaccio

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per spaccio di lieve entità, chiarendo due importanti principi sulla speciale tenuità. Primo, la non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) non può essere negata sulla base di messaggi che suggeriscono un’attività abituale non accertata. Secondo, l’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) è pienamente compatibile con il reato di spaccio di lieve entità. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Speciale Tenuità: la Cassazione traccia i confini per i reati di droga

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 29337/2024) offre chiarimenti cruciali sull’applicazione della speciale tenuità nei reati di spaccio di sostanze stupefacenti. La pronuncia annulla una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Brescia, riaffermando due principi fondamentali: la necessità di una valutazione concreta per escludere la non punibilità del fatto e la piena compatibilità tra il reato di lieve entità e l’attenuante del lucro esiguo.

Il caso in esame: condanna per spaccio di lieve entità

Un giovane veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di detenzione a fini di spaccio di una piccola quantità di hashish (1,8 grammi), previsto dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990. Durante il processo, era stato invece assolto per la detenzione di una quantità più cospicua di marijuana.

La difesa presentava ricorso in Cassazione lamentando due errori commessi dai giudici di merito:
1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per speciale tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.). La Corte d’Appello aveva negato questo beneficio basandosi sul contenuto di alcune conversazioni via chat trovate sul telefono dell’imputato, dalle quali desumeva un’attività di spaccio sistematica e non occasionale.
2. Il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno e del lucro di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), ritenuta incompatibile con la fattispecie di reato di lieve entità già contestata.

Le motivazioni della Cassazione: la valutazione sulla speciale tenuità deve essere concreta

La Suprema Corte ha accolto entrambi i motivi di ricorso, annullando la sentenza e rinviando il caso per un nuovo giudizio.

Sul primo punto, i giudici hanno stabilito che la Corte d’Appello ha commesso un errore nel negare la non punibilità basandosi su elementi congetturali. Richiamando precedenti sentenze delle Sezioni Unite, la Cassazione ha ribadito che il riconoscimento della speciale tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutti gli elementi della fattispecie concreta (modalità della condotta, grado di colpevolezza, entità del danno). Negare a priori l’applicazione dell’art. 131-bis sulla base di messaggi che ‘disvelano un’attività di spaccio sistematica’ – attività peraltro non accertata e non oggetto del capo di imputazione – significa fondare la decisione su congetture, senza effettuare la necessaria valutazione del fatto specifico per cui si procede.

La piena compatibilità tra spaccio lieve e lucro esiguo

Anche il secondo motivo di doglianza è stato ritenuto fondato. La Cassazione ha censurato la decisione della Corte territoriale, la quale aveva erroneamente affermato l’incompatibilità tra l’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.) e il reato di lieve entità (art. 73, comma 5, D.P.R. 309/1990).

Facendo riferimento a una fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite (n. 24990 del 2020), la Corte ha ricordato che tale compatibilità è stata ampiamente affermata. Le due norme operano su piani diversi: una definisce una fattispecie autonoma di reato (lieve entità), l’altra introduce una circostanza attenuante comune che può applicarsi a qualsiasi reato, inclusi quelli già connotati da una minore gravità intrinseca. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a valutare la possibile applicazione dell’attenuante anche in questi casi.

Conclusioni

La sentenza in commento rappresenta un importante monito per i giudici di merito. Essa sottolinea che la valutazione sulla speciale tenuità del fatto non può essere liquidata con motivazioni apparenti o basate su sospetti non provati. È necessaria un’analisi rigorosa e ancorata al fatto specifico contestato. Inoltre, viene riaffermato un principio di diritto ormai consolidato sulla compatibilità tra l’attenuante del lucro esiguo e lo spaccio di lieve entità. La decisione della Cassazione, annullando con rinvio, impone alla Corte d’Appello di riesaminare il caso attenendosi a questi fondamentali principi, garantendo così una corretta applicazione della legge.

L’esistenza di messaggi che suggeriscono un’attività di spaccio abituale impedisce automaticamente l’applicazione della causa di non punibilità per speciale tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
No. Secondo la Cassazione, il giudice deve effettuare una valutazione concreta e specifica del fatto per cui si procede, in termini di tenuità, e non può negare il beneficio basandosi su mere congetture (come i messaggi sul telefono) che suggeriscono un’attività abituale non accertata nel processo.

La circostanza attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) è compatibile con il reato di spaccio di lieve entità (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990)?
Sì. La Cassazione ha ribadito, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite, la piena compatibilità tra le due norme. Affermare il contrario costituisce un errore di diritto.

Cosa significa quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza con rinvio?
Significa che la sentenza impugnata viene cancellata. Il processo torna al giudice che l’aveva emessa (in questo caso, la Corte d’Appello), il quale dovrà emettere una nuova decisione tenendo obbligatoriamente conto dei principi di diritto stabiliti dalla Cassazione nella sua pronuncia di annullamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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