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Spaccio lieve: quantità e traffico escludono l’ipotesi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio. I giudici hanno confermato che la notevole quantità di droga (114g di cocaina) e l’inserimento in un vasto traffico escludono l’applicazione dell’ipotesi di spaccio lieve (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90), rendendo irrilevanti altri elementi.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio Lieve: Quando Quantità e Contesto Escludono la Minor Gravità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i confini dell’ipotesi di spaccio lieve, chiarendo come alcuni elementi, quali la notevole quantità di stupefacente e l’inserimento in un’articolata rete di traffico, possano di per sé escludere l’applicazione di questa fattispecie attenuata. La decisione offre importanti spunti di riflessione sui criteri di valutazione che i giudici devono adottare in materia di reati legati alla droga.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Bari per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. La difesa contestava la decisione dei giudici di merito, i quali avevano negato la configurabilità dell’ipotesi del fatto di lieve entità, prevista dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/90).

L’imputato era stato trovato in possesso di un quantitativo significativo di droga: 114 grammi di cocaina e 5,31 grammi di hashish. Secondo la Corte d’Appello, tale dato ponderale, unito all’evidenza di un inserimento dell’attività in un traffico di rilevante diffusività, rendeva impossibile qualificare il fatto come di lieve entità.

La Valutazione dello Spaccio Lieve

L’ipotesi di spaccio lieve rappresenta una versione meno grave del reato di spaccio, punita con pene notevolmente inferiori. Per stabilire se un fatto rientri in questa categoria, la legge impone al giudice di considerare una serie di parametri oggettivi e soggettivi:

* Dato quantitativo e qualitativo: la quantità e la purezza della sostanza.
* Mezzi e modalità dell’azione: l’organizzazione e gli strumenti utilizzati.
* Circostanze dell’azione: il contesto in cui si è svolto il reato.

La giurisprudenza consolidata ha chiarito che questi indici devono essere valutati complessivamente. Tuttavia, la presenza di un singolo elemento di particolare gravità può risultare ‘assorbente’, ovvero sufficiente da solo a escludere la lieve entità del fatto, rendendo superflua l’analisi degli altri parametri.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure proposte dalla difesa del tutto generiche. I giudici hanno confermato la correttezza della motivazione della Corte d’Appello, la quale ha fatto corretta applicazione dei principi di diritto consolidati.

In primo luogo, la Cassazione ha sottolineato come il dato ponderale (114 grammi di cocaina) fosse di per sé un indice fortemente negativo. Oltre a ciò, l’inserimento dell’imputato in un’attività di traffico di vasta portata è stato considerato un elemento decisivo, incompatibile con la qualificazione di spaccio lieve.

La Corte ha specificato che l’appellante non aveva fornito alcun elemento concreto a favore di una diversa qualificazione, limitandosi a una critica generica della sentenza impugnata. Anche il motivo di ricorso relativo alla recidiva è stato respinto, in quanto i giudici di merito avevano adeguatamente motivato la maggiore pericolosità sociale del soggetto, desunta dai suoi numerosi e specifici precedenti penali.

Di conseguenza, stante l’inammissibilità del ricorso, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: l’ipotesi di spaccio lieve non è un’opzione automaticamente disponibile, ma deve essere rigorosamente accertata sulla base di tutti gli indicatori previsti dalla legge. La decisione evidenzia come la presenza di un quantitativo ingente di droga, specialmente se inserito in un contesto di traffico organizzato, costituisce un ostacolo quasi insormontabile per il riconoscimento della minore gravità del fatto. Per la difesa, ciò significa che non è sufficiente contestare genericamente la valutazione del giudice, ma è necessario fornire elementi specifici e concreti che possano giustificare una qualificazione più favorevole del reato.

Quando può essere applicata l’ipotesi di spaccio lieve (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90)?
L’ipotesi di spaccio lieve può essere applicata quando il fatto, valutato nel suo complesso, risulta di minore gravità. Il giudice deve considerare tutti i parametri indicati dalla legge, come la quantità e qualità della sostanza, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione.

La sola quantità di droga è sufficiente per escludere lo spaccio lieve?
Sì. Secondo la Corte, se uno degli indici previsti dalla legge, come il dato quantitativo, risulta ‘negativamente assorbente’, ovvero di gravità tale da dominare la valutazione complessiva, questo da solo può essere sufficiente per escludere l’ipotesi del fatto di lieve entità, rendendo irrilevante ogni altra considerazione.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, come in questo caso, la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. Ai sensi dell’art. 616 c.p.p., questa decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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