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Spaccio lieve entità: quando è inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti, il quale richiedeva il riconoscimento dell’ipotesi di spaccio di lieve entità. Il ricorso è stato giudicato generico e dilatorio, in quanto non contestava specificamente le ragioni che avevano portato i giudici di merito a escludere la lieve entità, basate sulla natura abituale dell’attività e sulla consistente disponibilità di droga. La Corte ha inoltre confermato la legittimità della motivazione ‘per relationem’ adottata dalla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di Lieve Entità: I Limiti del Ricorso secondo la Cassazione

L’applicazione dell’ipotesi di spaccio di lieve entità è una questione centrale nei processi per reati legati agli stupefacenti, data la notevole differenza di pena rispetto all’ipotesi ordinaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione sulla corretta formulazione dei ricorsi e sui limiti della critica a una sentenza d’appello che motiva ‘per relationem’, ovvero richiamando la decisione di primo grado.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo grado, con rito abbreviato, alla pena di quattro anni di reclusione e quattordicimila euro di multa per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina, in più occasioni. La sentenza veniva confermata dalla Corte d’Appello.

L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di ricorrere in Cassazione, affidando la sua difesa a un unico motivo: l’erroneo mancato riconoscimento dell’ipotesi di spaccio di lieve entità (prevista dal comma 5 dell’art. 73 del d.P.R. 309/1990). Secondo la difesa, la motivazione della Corte d’Appello su questo punto era inesistente o, quantomeno, manifestamente illogica.

La Decisione della Corte di Cassazione sullo spaccio di lieve entità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della richiesta di applicazione dell’attenuante, ma si concentra sulla struttura e sulla sostanza del motivo di ricorso presentato.

Secondo gli Ermellini, l’appello era generico e non si confrontava adeguatamente con le solide argomentazioni dei giudici di merito. La Corte ha sottolineato come la sentenza d’appello avesse legittimamente escluso la lieve entità del fatto, basandosi sulle considerazioni già svolte dal giudice di primo grado.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Ritenuto Inammissibile?

La decisione della Cassazione si fonda su due pilastri argomentativi principali che meritano un’analisi approfondita.

La Critica Generica alla Motivazione ‘per Relationem’

La difesa aveva criticato la Corte d’Appello per aver motivato la sua decisione richiamando le pagine della sentenza di primo grado. Questa tecnica, nota come motivazione ‘per relationem’, è pacificamente ammessa dalla giurisprudenza di legittimità, anche a Sezioni Unite.

Il ricorso, tuttavia, si è limitato a stigmatizzare l’uso di questa tecnica in modo generico, senza specificare dove e come la Corte d’Appello avrebbe superato i limiti di tale strumento. Non è sufficiente lamentare il rinvio alla sentenza precedente; è necessario dimostrare che quel rinvio sia illegittimo, ad esempio perché la sentenza richiamata è a sua volta carente di motivazione o perché il giudice d’appello non ha mostrato di aver fatto proprio quel ragionamento.

Gli Indici di Gravità che Escludono lo Spaccio di Lieve Entità

La Corte ha evidenziato che la motivazione del giudice di primo grado, fatta propria dalla Corte d’Appello, era analitica e ben fondata. In particolare, i giudici di merito avevano posto in rilievo due elementi cruciali:

1. L’esistenza di un rapporto abituale tra spacciatori e acquirenti.
2. La consistente disponibilità di sostanza stupefacente.

Questi fattori, secondo la Corte, sono sintomatici di un’attività di spaccio non occasionale o modesta, e quindi incompatibile con la qualificazione di spaccio di lieve entità. Il ricorso non ha saputo contrapporre argomentazioni specifiche per smontare questa valutazione, limitandosi a una critica formale che la Cassazione ha ritenuto inefficace e, addirittura, dilatoria.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: un ricorso in Cassazione deve essere specifico, puntuale e tecnicamente rigoroso. Criticare una motivazione ‘per relationem’ in modo astratto e generico è una strategia destinata al fallimento. È necessario, invece, entrare nel cuore del ragionamento dei giudici di merito e dimostrare, con argomenti precisi, le sue eventuali illogicità o violazioni di legge.

Inoltre, la decisione conferma che elementi come l’abitualità dei rapporti con gli acquirenti e la disponibilità non minima di droga sono indicatori solidi, agli occhi dei giudici, per escludere l’ipotesi più lieve del reato di spaccio. Per la difesa, ciò significa che per ottenere il riconoscimento della lieve entità è indispensabile fornire elementi concreti che depongano per la natura puramente occasionale e contenuta dell’attività illecita.

Quando un ricorso per cassazione che contesta il mancato riconoscimento dello spaccio di lieve entità può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è generico, ad esempio se critica la motivazione ‘per relationem’ della Corte d’Appello senza specificare in che modo essa superi i limiti di legittimità, e se non si confronta con l’apparato argomentativo autonomo della sentenza impugnata. In questo caso, è stato anche ritenuto di carattere dilatorio.

È legittimo che un giudice d’appello motivi la sua decisione facendo riferimento alla sentenza di primo grado?
Sì, la motivazione ‘per relationem’ è considerata legittima dalla giurisprudenza consolidata, a condizione che la sentenza a cui si fa rinvio contenga una motivazione analitica e completa e che la sentenza d’appello non si limiti a un mero richiamo, ma mostri di aver fatto proprio quel ragionamento.

Quali elementi possono escludere la configurabilità dello spaccio di lieve entità?
Secondo l’ordinanza, l’esistenza di un rapporto abituale tra spacciatori e acquirenti e una consistente disponibilità di sostanza stupefacente sono elementi che denotano una gravità tale da escludere l’ipotesi del reato di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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