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Spaccio lieve entità: quando è escluso? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti. La decisione conferma che l’ipotesi di spaccio di lieve entità può essere esclusa anche in presenza di un solo elemento negativo, come l’ingente quantitativo di droga. La Corte ha inoltre ribadito che la valutazione complessiva del fatto è necessaria e ha confermato il diniego delle attenuanti generiche a causa dei precedenti penali dell’imputato e della gravità della condotta.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio Lieve Entità: Basta un Solo Elemento Negativo per Escluderlo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema dello spaccio di lieve entità, chiarendo i criteri che i giudici devono seguire per riconoscere o escludere questa ipotesi di reato meno grave. La Suprema Corte ha confermato un principio fondamentale: per negare l’applicazione dell’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti, è sufficiente la presenza di un solo indicatore di particolare gravità, come un quantitativo ingente di droga.

I Fatti di Causa

Il caso riguardava un individuo condannato in primo e secondo grado per detenzione ai fini di spaccio di hashish. Durante una perquisizione domiciliare, erano state rinvenute oltre 250 dosi della sostanza, insieme a strumenti per la pesatura e il confezionamento. La Corte d’Appello aveva confermato la condanna a tre anni di reclusione e 9.000 euro di multa, ritenendo sussistente anche la recidiva.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando tre vizi principali:
1. Errata valutazione della sua responsabilità.
2. Mancato riconoscimento dell’ipotesi di spaccio di lieve entità.
3. Eccessività della pena e mancata concessione delle attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte: il Diniego dello Spaccio di Lieve Entità

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella valutazione del secondo motivo di ricorso. La difesa sosteneva che la condotta dovesse essere inquadrata nella fattispecie meno grave prevista dalla legge. Tuttavia, i giudici di legittimità hanno ritenuto inammissibile la censura, confermando la correttezza della decisione della Corte d’Appello.

I giudici di merito avevano adeguatamente motivato il loro diniego basandosi su elementi concreti:
* Quantitativi elevati: la quantità di hashish sequestrata era considerevole (oltre 250 dosi).
* Natura della sostanza: si trattava di hashish.
* Strumenti accessori: la presenza di materiale per pesare e confezionare la droga indicava un’attività strutturata e non occasionale.

La Cassazione ha richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui la valutazione per il riconoscimento dello spaccio di lieve entità deve essere globale. Tuttavia, se anche uno solo degli indici previsti dalla norma (mezzi, modalità, circostanze dell’azione, qualità e quantità delle sostanze) risulta particolarmente negativo e tale da escludere una ‘minima offensività’ della condotta, ogni altra considerazione perde di rilevanza. In questo caso, l’ingente quantitativo era di per sé sufficiente a giustificare l’esclusione dell’attenuante speciale.

Il Rifiuto delle Attenuanti Generiche

Anche il terzo motivo di ricorso, relativo alla misura della pena e al diniego delle attenuanti generiche, è stato respinto. La Corte ha sottolineato che la decisione dei giudici di merito era ben motivata. A sfavore dell’imputato deponevano i suoi precedenti penali, anche specifici in materia di stupefacenti, la gravità della condotta e il suo comportamento ostruzionistico, avendo tentato la fuga. L’assenza di profili di meritevolezza ha quindi legittimato il diniego delle attenuanti e l’applicazione di una pena superiore ai minimi edittali.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e generico. I motivi presentati non si confrontavano criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limitavano a riproporre censure già esaminate e logicamente respinte nei precedenti gradi di giudizio. Il ragionamento del giudice distrettuale è stato ritenuto coerente con le risultanze processuali, in particolare riguardo alle finalità di cessione dedotte dalla quantità e dal frazionamento dello stupefacente. Per queste ragioni, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale in materia di reati di droga: la valutazione per l’applicazione della norma sullo spaccio di lieve entità è complessa e tiene conto di molteplici fattori. Tuttavia, la presenza di un elemento di particolare gravità, come un quantitativo non trascurabile di sostanza, può essere determinante e sufficiente per escludere il beneficio. La decisione sottolinea inoltre come i precedenti penali e la condotta processuale dell’imputato abbiano un peso significativo nella determinazione della pena e nella concessione delle attenuanti generiche.

Quando si può escludere l’ipotesi di spaccio di lieve entità?
L’ipotesi di lieve entità può essere esclusa quando, da una valutazione complessiva del fatto, emerge che la lesione del bene giuridico non è minima. Secondo la Corte, anche un solo elemento negativo (come la notevole quantità di droga, i mezzi utilizzati o le modalità dell’azione) può essere sufficiente a giustificare l’esclusione di tale fattispecie attenuata.

Perché sono state negate le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche sono state negate a causa di diversi fattori negativi: i precedenti penali dell’imputato (anche specifici), la gravità della condotta, il suo comportamento ostruzionistico (essendosi dato alla fuga) e l’assenza di profili di meritevolezza che potessero giustificare una riduzione della pena.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché i motivi del ricorso non rispettavano i requisiti di legge. In questo caso, sono stati giudicati generici, privi di un reale confronto con la sentenza impugnata e ripropositivi di censure già adeguatamente valutate e respinte nei precedenti gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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