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Spaccio lieve entità: la valutazione del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo posto agli arresti domiciliari per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la qualifica di ‘spaccio di lieve entità’ non dipende solo dalla quantità della sostanza, ma da una valutazione complessiva che include le modalità del fatto, la varietà delle droghe e i legami dell’indagato con l’ambiente criminale. Viene inoltre confermata la legittimità della misura cautelare basata su un pericolo di recidiva ‘attuale’ e concreto.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di Lieve Entità: La Cassazione Chiarisce i Criteri di Valutazione

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 5534/2025, offre importanti chiarimenti sui criteri per determinare lo spaccio di lieve entità e sulla valutazione delle esigenze cautelari. La decisione sottolinea come il giudice debba considerare una pluralità di fattori, andando ben oltre la mera quantità di sostanza stupefacente detenuta. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Salerno, in riforma di una precedente decisione, applicava la misura cautelare degli arresti domiciliari a un giovane indagato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, al soggetto venivano contestate la detenzione di cocaina, hashish, marijuana e 60 dosi di crack.
L’indagato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, lamentando due principali violazioni di legge:
1. L’erronea esclusione della fattispecie di spaccio di lieve entità (prevista dall’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990), che avrebbe impedito l’applicazione della misura cautelare. Secondo la difesa, il Tribunale non aveva correttamente valutato la quantità di droga.
2. La mancanza di motivazione e l’errata applicazione delle norme sulle esigenze cautelari (art. 274 cod.proc.pen.), sostenendo che non sussisteva un reale pericolo di reiterazione del reato, di fuga o di inquinamento probatorio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione del Tribunale di Salerno. Secondo i giudici di legittimità, entrambi i motivi di ricorso erano manifestamente infondati. La Corte ha colto l’occasione per ribadire i consolidati principi giurisprudenziali in materia.

Le motivazioni: Spaccio di Lieve Entità e Valutazione Complessiva

Il cuore della sentenza risiede nella disamina del primo motivo di ricorso. La Corte ha affermato che la valutazione per riconoscere l’ipotesi di spaccio di lieve entità non può essere ancorata al solo dato quantitativo dello stupefacente. Al contrario, il giudice deve compiere un’analisi globale e complessiva di tutti gli elementi indicati dalla norma.

Oltre la Quantità: Gli Indici Rilevanti

Per la Corte, il Tribunale ha correttamente valorizzato una serie di elementi che, nel loro insieme, delineavano una condotta di particolare gravità, incompatibile con la lieve entità. Tra questi:
* Caratteristiche qualitative e quantitative: La detenzione non riguardava un solo tipo di droga, ma un mix di sostanze (cocaina, hashish, marijuana, crack), indice di un’attività rivolta a una platea diversificata di consumatori.
* Modalità del fatto: L’indagato dimostrava una consolidata affidabilità verso i suoi fornitori, inseriti in un ambiente criminale strutturato.
* Capacità di distribuzione: L’attività di spaccio non era limitata al luogo di residenza, ma si estendeva ad altre zone, dimostrando una notevole capacità di collocazione sul mercato.
La Cassazione ha ribadito che un’attività di spaccio svolta in un contesto organizzato, con reiterazione delle condotte e disponibilità di diverse tipologie di droghe, è sintomatica di una capacità criminale che esclude la lieve entità, anche in presenza di quantitativi non eccezionali.

Le motivazioni: La Valutazione delle Esigenze Cautelari

Anche il secondo motivo è stato rigettato. La Corte ha ritenuto che la valutazione del Tribunale sul pericolo di reiterazione del reato fosse congrua, logica e giuridicamente corretta. I giudici di merito non si sono limitati a considerare la gravità del reato, ma hanno analizzato le specifiche modalità del fatto e la personalità dell’indagato, desumendone una sicura inserzione nell’ambiente criminale e una spiccata capacità a delinquere.

Il Pericolo “Attuale” di Reato

La sentenza ricorda l’importanza del requisito dell'”attualità” del pericolo, introdotto dalla riforma del 2015. Questo concetto non va inteso come imminenza di un nuovo reato, ma come una prognosi basata su elementi concreti e attuali (condizioni di vita, personalità, modalità del fatto) che rendano probabile una ricaduta nel delitto in un futuro prossimo. Nel caso di specie, il Tribunale ha fornito una motivazione adeguata su questo punto, rendendo la misura cautelare degli arresti domiciliari legittima e proporzionata a contenere il pericolo di nuove iniziative criminose.

Le conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione consolida due principi fondamentali. Primo, la qualificazione di spaccio di lieve entità richiede un giudizio onnicomprensivo che non si esaurisce nel mero calcolo del peso della droga. Secondo, la legittimità di una misura cautelare si fonda su una valutazione concreta e attuale del pericolo di recidiva, basata sulla personalità dell’indagato e sulle specifiche circostanze del reato. La decisione delinea chiaramente i confini tra il sindacato di legittimità, proprio della Cassazione, e la valutazione di merito, riservata ai giudici dei gradi inferiori.

Per qualificare un reato di spaccio come ‘di lieve entità’, è sufficiente considerare solo la quantità di droga?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il giudice deve effettuare una valutazione complessiva che include tutti gli elementi indicati dalla norma. Questo comprende i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione, la qualità e quantità delle sostanze, ma anche la capacità organizzativa del soggetto, le sue relazioni nel mercato della droga e la sistematicità della condotta.

Cosa significa che il pericolo di reiterazione del reato deve essere ‘attuale’ per giustificare una misura cautelare?
Significa che il pericolo non può essere solo ‘concreto’ o desunto dalla gravità del reato per cui si procede. Deve esistere al momento in cui la misura viene decisa, sulla base di una prognosi fondata su elementi concreti (modalità del fatto, personalità dell’indagato, sue condizioni di vita) che facciano ritenere probabile una ricaduta nel delitto in un futuro prossimo, anche se non imminente o specificamente individuato.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione del giudice di merito sulla pericolosità sociale dell’indagato?
No, il ricorso in Cassazione è limitato al controllo di legittimità, cioè alla verifica che non vi siano state violazioni di legge o vizi logici evidenti nella motivazione. Non è possibile proporre censure che mirano a una diversa ricostruzione dei fatti o a una differente valutazione delle circostanze già esaminate dal giudice di merito, poiché ciò rientra nella sua esclusiva competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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