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Spaccio lieve entità: la quantità elevata lo esclude

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di stupefacenti. La difesa chiedeva il riconoscimento del reato di spaccio lieve entità, ma la Corte ha ritenuto che l’elevata quantità di droga (100 dosi di cocaina e 1900 di marijuana), l’alta percentuale di principio attivo e il sequestro di 4.000 euro fossero elementi incompatibili con la fattispecie di minore gravità.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio lieve entità: quando l’elevata quantità di droga esclude l’ipotesi meno grave

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sui criteri per la configurabilità del reato di spaccio lieve entità. La decisione sottolinea come alcuni elementi oggettivi, in particolare la quantità di sostanza stupefacente, possano assumere un ruolo decisivo nell’escludere l’applicazione della norma più favorevole. Questo caso offre un’importante chiave di lettura per comprendere i confini tra lo spaccio ‘comune’ e quello considerato di minore gravità dalla legge.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale riguarda un soggetto condannato dalla Corte di Appello per due violazioni della legge sugli stupefacenti. L’imputato, attraverso il suo legale, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento della fattispecie di spaccio lieve entità, prevista dal comma 5 dell’art. 73 del d.P.R. 309/1990. Secondo la difesa, sussistevano tutti i presupposti per qualificare il fatto come di minore gravità, con conseguente applicazione di una pena più mite.

La Decisione della Corte di Cassazione sullo spaccio lieve entità

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. I giudici hanno ritenuto la motivazione della Corte di Appello del tutto congrua, logica e fondata su elementi oggettivi emersi durante il processo. La Cassazione ha confermato che la valutazione operata dal giudice di merito era incensurabile, poiché basata su una corretta analisi degli indici sintomatici della gravità del reato.

Le Motivazioni: Perché non si tratta di Spaccio Lieve Entità?

La decisione si fonda su una serie di elementi concreti che, nel loro insieme, delineano una condotta criminale di notevole spessore, incompatibile con la nozione di ‘lieve entità’.

1. Quantità e Qualità della Droga

Il primo e più rilevante fattore considerato è stato il ‘dato ponderale’. La Corte ha evidenziato l’obiettiva ed elevata quantità delle sostanze sequestrate, corrispondenti a 100 dosi di cocaina e ben 1900 dosi di marijuana. Un numero così alto di dosi è stato ritenuto intrinsecamente incompatibile con un giudizio di ‘minima offensività’. A questo si aggiunge l’elevata percentuale di principio attivo della cocaina, compresa tra il 78% e il 79%, un dato che ne attesta la notevole purezza e pericolosità.

2. Destinazione a un’ampia rete di consumatori

La quantità e la varietà dello stupefacente hanno portato i giudici a concludere che la droga fosse destinata a soddisfare le esigenze di un’ampia rete di consumatori. Questo aspetto qualifica la condotta dell’imputato non come un’attività marginale, ma come un’operazione criminale strutturata e di rilevante valenza.

3. Somma di Denaro Sequestrata

Un altro elemento significativo è stato il sequestro di circa 4.000 euro in contanti. In assenza di una stabile e lecita attività lavorativa da parte dell’imputato, la Corte ha logicamente ritenuto tale somma il provento dell’attività di spaccio. Questo dato ha ulteriormente rafforzato la convinzione che non si trattasse di un’attività occasionale, ma di una fonte di reddito illecita e consolidata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale nella giurisprudenza in materia di stupefacenti: sebbene la valutazione della lieve entità debba tener conto di tutti i parametri indicati dalla legge (mezzi, modalità, circostanze dell’azione, qualità e quantità delle sostanze), il dato quantitativo può assumere un valore preponderante. Quando la quantità di droga è tale da indicare una capacità di diffusione su larga scala, come nel caso di specie, questo elemento può essere da solo sufficiente a escludere la fattispecie meno grave. La decisione serve da monito: non è possibile invocare la ‘lieve entità’ di fronte a prove oggettive che dimostrano una significativa offensività della condotta e una sua proiezione su un vasto mercato.

Quando può essere escluso il reato di spaccio di lieve entità?
Può essere escluso quando elementi oggettivi, come l’elevata quantità di stupefacente (nel caso specifico 100 dosi di cocaina e 1900 di marijuana) e l’alta percentuale di principio attivo, indicano una condotta di rilevante valenza criminale e incompatibile con un giudizio di minima offensività.

La sola quantità di droga è sufficiente per negare la fattispecie di lieve entità?
Sì, secondo questa ordinanza, il dato quantitativo può assumere un valore così preponderante e negativo da risultare, da solo, incompatibile con il riconoscimento della lieve entità. La Corte ha ritenuto che una tale quantità fosse destinata a un’ampia rete di consumatori.

Che importanza ha il sequestro di denaro in un processo per spaccio?
Il sequestro di una somma di denaro consistente (qui circa 4.000 euro), specialmente in assenza di un’attività lavorativa lecita, è un elemento significativo. Viene considerato provento dell’attività di spaccio e indica una professionalità nell’illecito che contrasta con la natura occasionale e meno grave del fatto di lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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