LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spaccio di lieve entità: quando è escluso? La Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio. La richiesta di riconoscere l’ipotesi di spaccio di lieve entità è stata respinta, poiché la valutazione deve essere complessiva e anche un solo elemento, come la professionalità dell’attività, è sufficiente a escludere il beneficio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di Lieve Entità: La Valutazione Complessiva Esclude l’Attenuante

L’applicazione dell’ipotesi di spaccio di lieve entità, prevista dall’art. 73, comma 5, del D.P.R. 309/1990, è una questione centrale nel diritto penale degli stupefacenti, poiché comporta una notevole riduzione della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i rigorosi criteri che il giudice deve seguire per il suo riconoscimento, sottolineando come la valutazione debba essere onnicomprensiva e come anche un solo elemento negativo possa portare all’esclusione di tale beneficio. Analizziamo insieme la decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, emessa dal Tribunale e confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello, alla pena di quattro anni di reclusione e 18.000 euro di multa per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la decisione dei giudici di merito. L’unico motivo del ricorso si concentrava sulla mancata applicazione della fattispecie attenuata dello spaccio di lieve entità, sostenendo che ne ricorressero tutti i presupposti.

La Valutazione dello Spaccio di Lieve Entità secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Nel farlo, ha colto l’occasione per riaffermare un principio consolidato nella sua giurisprudenza: il riconoscimento dell’ipotesi della lieve entità non è automatico, ma deriva da un’attenta e adeguata valutazione complessiva del fatto.

Il giudice deve analizzare in modo congiunto tutti gli elementi indicati dalla norma, ovvero:

* I mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione criminale.
* La qualità e la quantità delle sostanze stupefacenti oggetto del reato.

L’obiettivo di questa analisi è determinare il grado di offensività e la proporzionalità della pena. La valutazione deve essere completa e non può trascurare alcun aspetto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha specificato che il giudice è tenuto a considerare tutti gli indici normativi. Se anche uno solo di questi elementi porta a escludere che la lesione al bene giuridico protetto (la salute pubblica) sia di lieve entità, il riconoscimento dell’attenuante deve essere negato.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato alcuni aspetti dell’attività di spaccio che rivelavano una certa “professionalità” e “non estemporaneità”. Questi elementi, che indicano un’attività strutturata e non occasionale, sono stati ritenuti di per sé sufficienti a escludere la minima offensività richiesta per l’ipotesi di spaccio di lieve entità.

La motivazione della Corte d’Appello è stata quindi giudicata adeguata e logicamente coerente, in quanto ha spiegato chiaramente le ragioni per cui ha attribuito a tali aspetti una rilevanza preponderante rispetto ad altri potenzialmente favorevoli all’imputato.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione rafforza un orientamento rigoroso: la concessione del beneficio dello spaccio di lieve entità richiede una disamina globale e approfondita di tutte le circostanze del caso concreto. La presenza di indici di professionalità, come una gestione non occasionale dell’attività illecita, è un fattore decisivo che può giustificare pienamente il diniego dell’attenuante. Per l’imputato, l’inammissibilità del ricorso ha comportato non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando si può applicare l’ipotesi di spaccio di lieve entità?
L’ipotesi di lieve entità si applica solo a seguito di una valutazione complessiva di tutti gli elementi del reato (mezzi, modalità, circostanze, quantità e qualità della sostanza), quando da tale analisi emerge che l’offesa al bene giuridico tutelato è minima.

Un singolo elemento può bastare a escludere il riconoscimento della lieve entità?
Sì. Secondo la giurisprudenza costante richiamata dalla Corte, anche un solo elemento che contrasti con la lieve entità del fatto, come la professionalità dimostrata nell’attività di spaccio, è sufficiente a giustificare il diniego dell’attenuante.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione in questo specifico caso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Ha stabilito che la valutazione era stata corretta nell’evidenziare aspetti di professionalità e non estemporaneità dell’attività di spaccio, ritenuti incompatibili con la fattispecie della lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati