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Spaccio di lieve entità: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. La decisione si fonda sulla carente motivazione della Corte d’appello, che non ha effettuato una valutazione complessiva e unitaria per escludere l’ipotesi di ‘spaccio di lieve entità’. Secondo la Suprema Corte, il giudice deve considerare tutti gli indici (mezzi, modalità, quantità) e non può basare la sua decisione su singoli elementi isolati. Anche la valutazione sulla recidiva è stata ritenuta insufficiente, poiché basata su precedenti troppo datati senza una reale analisi della pericolosità attuale. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di lieve entità: la Cassazione stabilisce i criteri per una corretta valutazione

Nel diritto penale, la distinzione tra diverse fattispecie di reato è cruciale per garantire una pena proporzionata alla gravità del fatto commesso. Questo è particolarmente vero in materia di stupefacenti, dove la legge distingue nettamente tra lo spaccio ‘ordinario’ e lo spaccio di lieve entità. Con la recente sentenza n. 12138/2025, la Corte di Cassazione è tornata su questo tema fondamentale, annullando una condanna per detenzione e spaccio di droga a causa di una motivazione carente da parte del giudice d’appello. La pronuncia ribadisce la necessità di una valutazione globale e non frammentaria di tutti gli elementi del caso.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna all’Annullamento

Il caso riguardava un individuo condannato in appello per la detenzione ai fini di spaccio di cocaina, eroina e hashish. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:
1. Errata qualificazione del reato: Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avevano correttamente valutato gli elementi per far rientrare il fatto nella fattispecie più grave, ignorando gli indizi che deponevano per uno spaccio di lieve entità.
2. Motivazione insufficiente sulla recidiva: La difesa contestava anche il riconoscimento della recidiva, sostenendo che la Corte d’appello si fosse basata su precedenti penali molto datati (uno risalente a vent’anni prima) senza spiegare perché questi fossero ancora sintomo di una pericolosità sociale attuale.

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi, annullando la sentenza e disponendo un nuovo processo d’appello.

La Valutazione dello Spaccio di lieve entità deve essere complessiva

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel richiamo ai principi stabiliti dalle Sezioni Unite (sentenza Murolo n. 51063/2018). Per stabilire se un fatto integri uno spaccio di lieve entità, il giudice non può limitarsi a considerare isolatamente alcuni elementi negativi, ma deve condurre un’analisi complessiva di tutti gli ‘indici’ previsti dalla norma. Questi includono i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione, nonché la quantità e qualità delle sostanze.

Nel caso specifico, la Corte d’appello aveva escluso la lieve entità basandosi su tre elementi: il possesso di una bicicletta elettrica per gli spostamenti, la presenza di una modesta somma di denaro (140 euro) e il rinvenimento di due bilancini di precisione. Secondo la Cassazione, questa valutazione è stata ‘atomistica’ e insufficiente. I giudici di merito non hanno spiegato come questi elementi, di per sé non eccezionali, potessero indicare un’attività di spaccio organizzata e di portata tale da escludere la lieve entità. Mancava, inoltre, qualsiasi riferimento al numero di clienti o ai profitti dell’attività.

La Suprema Corte ha anche ribadito che la detenzione di sostanze stupefacenti di diversa tipologia (nel caso di specie, cocaina, eroina e hashish) non è, da sola, un fattore ostativo al riconoscimento della lieve entità.

La Questione della Recidiva e la Motivazione Carente

Anche il secondo motivo di ricorso è stato ritenuto fondato. La Corte di Cassazione ha censurato la motivazione della sentenza d’appello riguardo alla sussistenza della recidiva. I giudici si erano limitati a menzionare l’esistenza di due precedenti condanne per fatti simili, di cui l’ultima risalente a vent’anni prima.

Questo approccio, secondo la Cassazione, non è sufficiente. Per applicare l’aumento di pena per la recidiva, il giudice ha l’obbligo di motivare in modo specifico sul perché i precedenti penali, soprattutto se datati, siano indicativi di una ‘persistente pericolosità’ dell’imputato. Una semplice elencazione di condanne passate non soddisfa questo requisito motivazionale.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata perché viziata da una motivazione carente e illogica su punti decisivi. In primo luogo, la valutazione sullo spaccio di lieve entità è stata frammentaria e non ha rispettato il principio consolidato che impone un giudizio globale e sintetico su tutti gli elementi caratterizzanti la condotta. Il giudice non può selezionare solo gli aspetti negativi per escludere la fattispecie meno grave, ma deve ponderare e bilanciare tutti gli indici a disposizione, spiegando le ragioni della prevalenza di alcuni su altri. In secondo luogo, la motivazione sulla recidiva era meramente apparente, poiché non conteneva un’effettiva analisi della pericolosità sociale attuale del soggetto, elemento imprescindibile per giustificare l’aggravante.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per i giudici di merito sulla necessità di un rigore motivazionale. Per negare la qualifica di spaccio di lieve entità, non basta elencare elementi come bilancini o modeste somme di denaro; è necessario contestualizzarli e spiegare perché, nel caso concreto, essi siano indice di un’offensività superiore. Allo stesso modo, la recidiva non può essere applicata in modo automatico, ma richiede una valutazione concreta e attuale della personalità del reo. L’annullamento con rinvio significa che un’altra sezione della Corte d’appello dovrà riesaminare il caso, attenendosi scrupolosamente ai principi di diritto enunciati dalla Cassazione.

La detenzione di più tipi di droga esclude automaticamente la qualifica di ‘fatto di lieve entità’?
No, la sentenza chiarisce che la diversità delle sostanze stupefacenti detenute non è di per sé un ostacolo al riconoscimento del reato di lieve entità, ma è un elemento che deve essere valutato complessivamente insieme a tutti gli altri indici del caso.

Come deve essere valutato il ‘fatto di lieve entità’ dal giudice?
Il giudice deve compiere una valutazione complessiva e unitaria di tutti gli indici rilevanti (mezzi, modalità, circostanze del reato, quantità e qualità della sostanza), senza fermarsi a un singolo elemento negativo. Deve spiegare nella motivazione come ha ponderato tutti gli aspetti per giungere a un giudizio sulla concreta offensività del fatto.

Perché la Corte ha annullato la valutazione sulla recidiva?
Perché la Corte d’appello si è limitata a menzionare due precedenti specifici, di cui uno risalente a vent’anni prima, senza spiegare perché questi episodi remoti dimostrino una persistente pericolosità attuale dell’imputato. Tale analisi è un requisito necessario per giustificare l’applicazione dell’aggravante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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