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Spaccio di droga: ricorso inammissibile se generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di droga. I motivi dell’appello, relativi alla sussistenza del reato, al riconoscimento del fatto di lieve entità e alla concessione delle attenuanti generiche, sono stati ritenuti generici e assertivi, in quanto non si confrontavano criticamente con la solida motivazione della Corte d’Appello, basata sulla quantità della sostanza, sulla strumentazione per il confezionamento e sui precedenti dell’imputato.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di droga: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito i severi requisiti di ammissibilità per i ricorsi, in particolare in materia di spaccio di droga. La decisione sottolinea come la genericità e la mancanza di una critica puntuale alla sentenza impugnata portino inevitabilmente a una dichiarazione di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo questo caso emblematico per comprendere i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso: La Condanna per Possesso di Sostanze Stupefacenti

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un individuo trovato in possesso di un considerevole quantitativo di marijuana. Nello specifico, durante un’attività investigativa, le forze dell’ordine avevano rinvenuto 205 grammi di sostanza, con un principio attivo del 7,31%, da cui si sarebbero potute ricavare circa 589 dosi medie singole. Oltre alla droga, in casa dell’imputato era stata trovata anche la strumentazione necessaria per il confezionamento delle dosi. Sulla base di questi elementi, i giudici di merito avevano escluso l’uso personale, ritenendo provata la destinazione allo spaccio, anche in considerazione del fatto che l’imputato non risultava essere un tossicodipendente seguito dai servizi territoriali.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre principali motivi di doglianza.

L’Insussistenza del Reato e la Richiesta di Lieve Entità

In primo luogo, si contestava la sussistenza stessa del reato, sostenendo che la condanna fosse basata unicamente sul dato quantitativo della sostanza, senza altri elementi concreti a supporto dell’accusa di spaccio. In secondo luogo, si chiedeva il riconoscimento della fattispecie di lieve entità prevista dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/90, evidenziando come in altri casi la giurisprudenza avesse qualificato come ‘lieve’ anche il possesso di quantitativi superiori.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, il ricorrente lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche (art. 62 bis c.p.), ponendo l’accento sulla sua giovane età all’epoca dei fatti, sul tempo trascorso e sul suo stato di incensuratezza. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente considerato questi aspetti nel negare il beneficio.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso per spaccio di droga

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici supremi hanno ritenuto i motivi presentati assolutamente privi di specificità e del tutto assertivi. Invece di formulare una critica mirata e argomentata contro le motivazioni della sentenza d’appello, il ricorso si limitava a riproporre le stesse questioni già adeguatamente esaminate e respinte nel giudizio precedente.

Le Motivazioni della Sentenza

L’ordinanza della Cassazione offre spunti importanti sulla corretta redazione di un ricorso e sui criteri di valutazione in tema di reati di droga.

La Genericità dei Motivi come Causa di Inammissibilità

Il punto centrale della decisione è l’inammissibilità derivante dalla genericità dei motivi. La Corte ribadisce un principio consolidato: il ricorso non può essere una mera riproduzione delle argomentazioni difensive già presentate, ma deve contenere una critica specifica delle ragioni giuridiche poste a fondamento della decisione impugnata. Mancando questo confronto analitico, il ricorso perde la sua funzione e viene respinto in rito.

La Valutazione dello spaccio di droga e della Lieve Entità

I giudici hanno confermato la correttezza della valutazione della Corte d’Appello. Il possesso di un quantitativo di droga superiore ai limiti tabellari, sebbene non sia una prova decisiva di per sé, diventa un elemento di forte valenza indiziaria se corroborato da altri fattori. In questo caso, la presenza di strumenti per il confezionamento e l’elevato numero di dosi ricavabili hanno legittimamente fondato la conclusione della destinazione allo spaccio. Per quanto riguarda la lieve entità, la Corte ha specificato che la valutazione non può basarsi solo sul dato quantitativo, ma deve considerare un apprezzamento complessivo di tutti gli indici previsti dalla norma, inclusa la predisposizione di mezzi per l’attività illecita.

Il Rigetto delle Attenuanti Generiche

Anche sul diniego delle attenuanti generiche, la motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta logica e sufficiente. I giudici di merito avevano correttamente bilanciato gli elementi, valutando negativamente non solo il quantitativo della sostanza, ma anche un precedente specifico risultante dal casellario giudiziale. La Cassazione ha ricordato che, a seguito delle riforme legislative, la mera incensuratezza non è più un elemento di per sé sufficiente a giustificare la concessione delle attenuanti, essendo invece necessaria la presenza di elementi positivi che, nel caso di specie, erano assenti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma l’importanza del rigore e della specificità nella redazione degli atti di impugnazione. Per avere una possibilità di successo in Cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia percepita, ma è indispensabile costruire una critica giuridica puntuale e argomentata, in grado di evidenziare vizi logici o violazioni di legge nella decisione dei giudici di merito. In materia di spaccio di droga, la valutazione del giudice deve essere complessiva, tenendo conto di tutti gli indici (quantità, qualità, mezzi, precedenti), e una motivazione che dia conto di tale valutazione in modo logico e coerente risulta difficilmente censurabile in sede di legittimità.

Quando un ricorso in Cassazione per spaccio di droga rischia di essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso rischia l’inammissibilità quando i motivi sono generici, assertivi, privi di specificità e si limitano a riproporre questioni già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata.

La sola quantità di droga è sufficiente per escludere il reato di lieve entità?
No, la qualificazione del fatto come lieve non può basarsi solo sul dato quantitativo. È necessario un apprezzamento complessivo che consideri tutti gli indici richiamati dalla norma, come le modalità dell’azione e la predisposizione di strumenti per il confezionamento delle dosi.

Perché non sono state concesse le circostanze attenuanti generiche in questo caso?
Le attenuanti generiche non sono state concesse perché i giudici hanno valutato negativamente il quantitativo della sostanza, il numero di dosi ricavabili e un precedente specifico risultante dal casellario giudiziale. La Corte ha ritenuto assenti elementi o circostanze positive tali da giustificare una riduzione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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