LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spaccio di droga: quando il ricorso è inammissibile

Un individuo condannato per spaccio di droga ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la valutazione delle prove (intercettazioni) e chiedendo il riconoscimento del fatto di lieve entità. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Le motivazioni si fondano sull’impossibilità per la Cassazione di riesaminare i fatti e sulla genericità dei motivi, che si limitavano a riproporre argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio, in un caso caratterizzato da una “doppia conforme” (sentenze uguali in primo e secondo grado).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di droga e ricorso inammissibile: la lezione della Cassazione

In materia di spaccio di droga, quando è possibile contestare una condanna davanti alla Corte di Cassazione? Un’ordinanza recente ci offre importanti chiarimenti sui limiti del ricorso, specialmente in presenza di una “doppia conforme”. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per cessione di hashish, ribadendo che il giudizio di legittimità non è una terza occasione per riesaminare le prove, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Parma e confermata dalla Corte d’Appello di Bologna. L’imputato era stato riconosciuto colpevole del reato di spaccio di droga, specificamente per aver ceduto, con condotte indipendenti, hashish per quantitativi non inferiori a 500 grammi. La condanna si basava in gran parte sull’analisi di alcune intercettazioni telefoniche.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su due principali motivi:

1. Violazione delle norme sulla prova (art. 192 c.p.p.): Secondo il ricorrente, dalle intercettazioni non emergeva con certezza che si parlasse di sostanze stupefacenti. Inoltre, l’assenza di perquisizioni o sequestri rendeva impossibile determinare la qualità e la quantità della sostanza. In particolare, si contestava l’interpretazione del termine gergale “mezza macchina” come equivalente a mezzo chilogrammo.
2. Mancato riconoscimento del fatto di lieve entità: Si chiedeva l’applicazione della fattispecie attenuata prevista dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti, sostenendo che le prove non dimostravano un’attività di spaccio di particolare gravità.

La Decisione della Corte sullo spaccio di droga

La Corte di Cassazione ha ritenuto entrambi i motivi inammissibili, confermando la condanna. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale.

La Rilettura dei Fatti è Preclusa

In primo luogo, la Corte ha ribadito un principio cardine: il giudice di legittimità non può effettuare una nuova valutazione dei fatti. Il suo compito non è stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma verificare se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Nel caso di specie, il ricorrente non ha evidenziato vizi di legittimità, ma si è limitato a proporre una lettura alternativa delle prove, attività preclusa in sede di Cassazione.

Il Valore della “Doppia Conforme”

La Corte ha sottolineato che le sentenze di primo e secondo grado erano “conformi”, cioè erano giunte alle medesime conclusioni attraverso un’analisi coerente delle prove. Questa “doppia conforme” crea un unico corpo decisionale solido. Per scalfirlo, il ricorso deve contenere una critica argomentata e specifica ai ragionamenti dei giudici, non una generica riproposizione di argomenti già esaminati e respinti.

L’Esclusione della Lieve Entità

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. I giudici di merito avevano già valutato e motivatamente escluso l’ipotesi del fatto di lieve entità. La Corte d’Appello aveva evidenziato come l’imputato fosse inserito in un “circuito criminale di considerevole spessore delinquenziale”, dedito allo spaccio di rilevanti quantitativi di stupefacenti e in contatto con fornitori e acquirenti fidelizzati. Questa valutazione “complessiva”, conforme ai dettami delle Sezioni Unite, rendeva incompatibile il quadro probatorio con la fattispecie attenuata.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema sono chiare e didattiche. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non attaccava vizi di legge della sentenza impugnata, ma si risolveva in una richiesta di rivalutazione del merito. La Cassazione ha ricordato che, di fronte a una “doppia conforme”, il ricorrente ha l’onere di formulare censure specifiche e puntuali che dimostrino un’evidente illogicità o una violazione di legge nel ragionamento dei giudici di merito. Riproporre semplicemente le stesse argomentazioni dell’appello, senza confrontarsi con le risposte già fornite dalla Corte territoriale, equivale a presentare un ricorso generico e, quindi, inammissibile. La valutazione sull’entità dello spaccio di droga era stata condotta correttamente, considerando tutti gli indici rilevanti (quantità, modalità dell’azione, inserimento in un contesto criminale), portando alla logica esclusione dell’ipotesi di lieve entità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma che il ricorso per Cassazione è uno strumento tecnico che non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio sul fatto. La decisione sottolinea l’importanza di una difesa che, in sede di legittimità, si concentri esclusivamente sui profili di diritto, evidenziando le specifiche violazioni di legge o i vizi logici manifesti nella motivazione della sentenza impugnata. Per i professionisti legali, è un monito a non riproporre sterilmente le stesse doglianze, ma a costruire un’impugnazione mirata. Per gli imputati, è la conferma che le possibilità di ribaltare una condanna in Cassazione sono legate a errori giuridici e non a una diversa interpretazione delle prove.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come le intercettazioni?
No, la Corte di Cassazione ha il compito di giudicare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non di riesaminare le prove e i fatti del processo (giudizio di merito). È preclusa una rilettura degli elementi di fatto.

Cosa significa “doppia conforme” e quali conseguenze ha sul ricorso?
Si ha una “doppia conforme” quando la sentenza della Corte d’Appello conferma pienamente quella del Tribunale. In questo caso, le due sentenze costituiscono un unico corpo decisionale, rendendo il ricorso in Cassazione più difficile, poiché deve criticare in modo specifico e argomentato la logica giuridica di entrambe le decisioni e non può limitarsi a riproporre genericamente le stesse tesi difensive.

Perché è stata respinta la richiesta di considerare il reato di lieve entità (art. 73, comma 5)?
La richiesta è stata respinta perché i giudici hanno effettuato una valutazione complessiva del caso, concludendo che l’imputato era inserito in un circuito criminale di notevole spessore, dedito allo spaccio di rilevanti quantitativi di sostanza e agiva in concorso con un soggetto che aveva disponibilità continua di droga e clienti fidelizzati. Questi elementi sono stati ritenuti incompatibili con la fattispecie della lieve entità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati