LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spaccio di droga lieve: quando è escluso?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per spaccio di cocaina, che chiedeva il riconoscimento dell’ipotesi di spaccio di droga lieve. La Corte ha stabilito che la detenzione di una quantità di sostanza da cui è possibile ricavare 186 dosi, unita al sequestro di una cospicua somma di denaro (€ 3.800), esclude la lieve entità del fatto, poiché tali elementi indicano una capacità di spaccio non occasionale ma strutturata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di Droga Lieve: I Criteri della Cassazione per Escluderlo

L’applicazione dell’ipotesi di spaccio di droga lieve rappresenta un punto cruciale in molti procedimenti penali, data la notevole differenza di pena rispetto all’ipotesi ordinaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con chiarezza i parametri per la sua valutazione, confermando che non basta considerare il solo peso della sostanza sequestrata. Analizziamo la decisione per capire quali elementi sono determinanti per escludere la lieve entità del fatto.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per detenzione ai fini di spaccio di cocaina. Durante le indagini, le autorità avevano sequestrato una quantità di sostanza stupefacente dalla quale era possibile ricavare 186 dosi, oltre a una somma di denaro contante pari a 3.800 euro.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente la mancata motivazione da parte della Corte d’Appello sul diniego del riconoscimento dell’ipotesi di spaccio di droga lieve, prevista dal comma 5 dell’art. 73 del D.P.R. 309/90.

La Decisione della Corte di Cassazione sullo spaccio di droga lieve

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il ricorrente si era limitato a riproporre le medesime questioni già esaminate e respinte con motivazione adeguata e coerente dalla Corte d’Appello.

La Corte ha colto l’occasione per ribadire l’orientamento consolidato della giurisprudenza, secondo cui l’accertamento della lieve entità del fatto richiede una valutazione complessiva di tutti gli indici sintomatici previsti dalla norma. Questi includono non solo gli aspetti legati all’oggetto materiale del reato (quantità e qualità della sostanza), ma anche quelli relativi all’azione (mezzi, modalità e circostanze).

Le Motivazioni: Oltre il Peso Ponderale

La motivazione della Cassazione si articola su alcuni punti chiave che chiariscono perché, nel caso specifico, non poteva trovare applicazione l’ipotesi lieve.

1. Numero di Dosi come Indicatore di Offensività

I giudici hanno specificato che, al di là del peso totale, il grado di offensività della condotta è rivelato dal quantitativo di principio attivo e, soprattutto, dal numero di dosi potenzialmente ricavabili e diffusibili sul mercato. La Corte distingue nettamente le ipotesi di “piccolo spaccio”, caratterizzate da un numero modesto di dosi conteggiabili “a decine”, da situazioni come quella in esame, dove le 186 dosi indicano una capacità offensiva e un inserimento nel mercato dello spaccio ben più significativo.

2. Il Ruolo del Denaro Sequestrato

Un altro elemento decisivo è stata l’entità della somma di denaro sequestrata. La cifra di 3.800 euro è stata ritenuta un chiaro indicatore della natura non occasionale dell’attività di spaccio. Secondo la Corte, tale somma permette di dedurre che la capacità dell’imputato di contribuire alla diffusione della droga non fosse affatto episodica o non professionale, ma al contrario, ben avviata e redditizia.

3. Valutazione Complessiva e Coerenza Giurisprudenziale

La decisione si pone in perfetta linea con la giurisprudenza consolidata, incluse le pronunce delle Sezioni Unite. La valutazione per il riconoscimento dello spaccio di droga lieve non può essere frammentaria, ma deve considerare l’insieme degli elementi concreti. La combinazione tra un numero elevato di dosi e il possesso di una somma di denaro cospicua ha costituito un quadro probatorio solido, sufficiente a escludere la lieve entità del fatto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame conferma un principio fondamentale: per ottenere il riconoscimento dello spaccio di droga lieve, non è sufficiente appellarsi a un singolo dato, come il peso della sostanza. La difesa deve confrontarsi con tutti gli elementi che possono indicare la portata dell’attività illecita. Il numero di dosi ricavabili e gli indicatori di una certa capacità economica, come il denaro contante, sono fattori che i giudici di merito devono e possono valorizzare per delineare il profilo dell’attività di spaccio. Questa pronuncia ribadisce che la lieve entità è riservata a situazioni di minima offensività, caratterizzate da una marginalità effettiva dell’agente nel mercato degli stupefacenti.

Quando un reato di spaccio può essere considerato di ‘lieve entità’?
Un reato di spaccio viene considerato di ‘lieve entità’ solo a seguito di una valutazione complessiva di tutti gli elementi del caso. I giudici devono analizzare i mezzi usati, le modalità dell’azione, le circostanze, la quantità e la qualità della sostanza stupefacente. Non è sufficiente basarsi su un singolo dato, come il peso totale.

Il numero di dosi ricavabili dalla droga è importante per escludere lo spaccio di droga lieve?
Sì, è un fattore cruciale. La Corte di Cassazione chiarisce che il cosiddetto ‘piccolo spaccio’ si caratterizza per un numero modesto di dosi, conteggiabili ‘a decine’. Un quantitativo che permette di ricavare centinaia di dosi (in questo caso 186) è considerato incompatibile con l’ipotesi lieve perché indica una maggiore offensività e capacità di diffusione.

Quali altri elementi, oltre alla quantità di droga, sono stati decisivi in questo caso?
Oltre al numero di dosi, è stato decisivo il sequestro di una considerevole somma di denaro (3.800 euro). Questo elemento è stato interpretato dalla Corte come prova del fatto che l’attività di spaccio non era occasionale, episodica o non professionale, ma indicava una capacità economica e organizzativa che escludeva la lieve entità del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati