LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Spaccio di droga: condanna anche con poche dosi

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per spaccio di droga, confermando la sentenza di merito. Nonostante la modesta quantità di stupefacente sequestrata (3,48 dosi) e l’assenza di strumenti per il confezionamento, la condanna è stata ritenuta legittima. Secondo la Corte, le modalità della condotta, come l’attesa di acquirenti in strada e le cessioni osservate, costituiscono prova sufficiente della destinazione della sostanza allo spaccio, rendendo irrilevanti gli altri elementi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Spaccio di Droga: la Condanna è Valida Anche con Poche Dosi?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20013/2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di stupefacenti: quali elementi sono necessari per provare il reato di spaccio di droga? La decisione chiarisce che una quantità minima di sostanza sequestrata o l’assenza di bilancini non sono sufficienti a escludere la colpevolezza, se il contesto e le modalità della condotta indicano chiaramente l’attività di vendita.

I Fatti del Caso

Un giovane veniva condannato in primo e secondo grado per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La Corte di Appello di Palermo, pur riducendo la pena per un coimputato, confermava la condanna del ricorrente. La difesa presentava quindi ricorso in Cassazione, basandosi su diversi motivi volti a smontare l’impianto accusatorio.

I Motivi del Ricorso: Spaccio di Droga e Valutazione delle Prove

Il ricorrente lamentava diversi vizi nella sentenza di appello, sostenendo che la condanna fosse ingiusta. In particolare, la difesa eccepiva:

* Mancanza di prova sulla destinazione allo spaccio: Si contestava che la finalità di vendita fosse stata desunta solo da brevi osservazioni (15 minuti) e che la quantità sequestrata (pari a 3,48 dosi singole) fosse modestissima. Inoltre, non erano stati trovati strumenti per la pesatura o il confezionamento.
* Mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto: Secondo il ricorrente, la lieve entità del fatto, data la minima quantità di droga, avrebbe dovuto portare all’applicazione dell’art. 131-bis c.p. e quindi all’esclusione della punibilità.
* Errata applicazione delle circostanze attenuanti: Veniva contestato il diniego sia dell’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.) sia delle attenuanti generiche, non considerando l’incensuratezza, la giovane età e lo scarso profilo criminale dell’imputato.

La Decisione della Cassazione sullo Spaccio di Droga

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, rigettando tutte le doglianze della difesa e confermando la logicità della motivazione della Corte di Appello.

La Prova della Cessione e il Meccanismo Collaudato

Secondo i giudici, la ricostruzione dei fatti era chiara: l’imputato stazionava in strada in attesa di acquirenti, per poi recarsi nel proprio appartamento a prelevare di volta in volta la sostanza da cedere. Questo “meccanismo collaudato”, osservato in un contesto di noto traffico di stupefacenti, è stato ritenuto un elemento probatorio più che sufficiente per dimostrare la finalità di spaccio, al di là di ogni ragionevole dubbio.

Irrilevanza del Modesto Quantitativo

La Corte ha ribadito un principio consolidato: né il modesto quantitativo di sostanza né l’assenza di strumenti da peso o confezionamento sono elementi decisivi per escludere lo spaccio. Essi devono essere valutati insieme a tutti gli altri elementi, come le modalità della condotta e il contesto ambientale, che in questo caso erano fortemente indicativi dell’attività illecita.

Il Diniego delle Attenuanti e dell’Art. 131-bis

Anche le censure relative alle attenuanti sono state respinte. La Corte ha ritenuto che la valutazione complessiva della condotta, inserita in un’attività organizzata e continuativa di spaccio in una nota piazza, impedisse di qualificare il fatto come di “particolare tenuità”. Allo stesso modo, l’assenza di elementi favorevolmente valutabili ha giustificato il diniego delle attenuanti generiche, superando le argomentazioni basate sulla giovane età e sull’incensuratezza.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della motivazione risiede nel concetto di valutazione complessiva degli indizi. La Cassazione ha sottolineato che la destinazione allo spaccio non deve essere provata da un singolo elemento schiacciante, ma può emergere logicamente da una serie di fattori convergenti. Nel caso di specie, l’osservazione delle cessioni, la modalità operativa (sostanza nascosta in casa e prelevata al bisogno) e il contesto territoriale erano elementi sufficienti a fondare un giudizio di colpevolezza. L’ipotesi alternativa che la droga appartenesse ad altri familiari conviventi è stata liquidata come una mera “congettura priva di ogni riscontro”.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma che, per configurare il reato di spaccio di droga, il giudice deve basare la sua decisione su una lettura logica e coordinata di tutti gli elementi a disposizione. La quantità di sostanza sequestrata è solo uno dei tanti fattori da considerare e, da sola, non può né provare né escludere la colpevolezza. La condotta dell’imputato, osservata nel suo contesto, rimane l’elemento probatorio principale per distinguere la detenzione per uso personale da quella finalizzata alla vendita.

È possibile essere condannati per spaccio di droga anche se viene sequestrata una quantità minima di sostanza?
Sì. La sentenza chiarisce che un modesto quantitativo (in questo caso 3,48 dosi) non esclude la condanna se altri elementi, come le modalità della condotta osservata e il contesto, dimostrano in modo logico l’intenzione di vendere la sostanza.

L’assenza di bilancini di precisione o materiale per il confezionamento esclude il reato di spaccio?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’assenza di tali strumenti non è un fattore decisivo. La prova della destinazione allo spaccio può essere raggiunta attraverso l’analisi complessiva del comportamento dell’imputato, come l’attesa di clienti e le cessioni di sostanza.

Perché non è stata concessa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La non punibilità è stata negata perché la Corte ha ritenuto che la condotta non fosse occasionale, ma parte di un’attività di spaccio strutturata e continuativa in una nota piazza di spaccio. Questa valutazione complessiva del comportamento ha escluso la possibilità di considerare il fatto di particolare tenuità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati