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Sottrazione veicolo sequestrato: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un soggetto condannato per la sottrazione di un veicolo sequestrato. La Suprema Corte ribadisce che tale condotta costituisce un reato penale, sorretto da dolo generico, e non una semplice violazione amministrativa come la circolazione del mezzo. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sottrazione Veicolo Sequestrato: Quando il Ricorso è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso di sottrazione di un veicolo sequestrato, chiarendo in modo definitivo la differenza tra illecito penale e violazione amministrativa. Questa decisione sottolinea la gravità della condotta e le conseguenze per chi tenta di eludere un provvedimento dell’autorità, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la responsabilità penale di un individuo. L’imputato era stato giudicato colpevole per aver sottratto un veicolo che era stato precedentemente sottoposto a sequestro. In sua difesa, il ricorrente ha tentato di inquadrare la sua condotta come una mera violazione amministrativa, ma la Suprema Corte ha respinto categoricamente tale interpretazione.

Sottrazione Veicolo Sequestrato: Reato Penale, non Illecito Amministrativo

Il punto centrale della decisione della Cassazione risiede nella netta distinzione tra due diverse condotte:

1. La circolazione di un veicolo sequestrato: Questa azione è punita dall’articolo 213 del Codice della Strada (D.Lgs. 285/1992) ed è qualificata come una violazione amministrativa.
2. La sottrazione o dispersione del veicolo sequestrato: Questa condotta, oggetto del caso in esame, integra invece una fattispecie di reato. Non si tratta semplicemente di utilizzare il bene, ma di rimuoverlo dalla disponibilità dell’autorità, vanificando di fatto il provvedimento di sequestro.

La Corte ha specificato che l’atto di sottrarre il bene non può essere confuso con la semplice circolazione, poiché lede in modo più grave l’autorità dello Stato e l’efficacia dei suoi provvedimenti.

Il Ruolo del Dolo Generico

Un altro aspetto fondamentale chiarito dai giudici è l’elemento soggettivo richiesto per il reato. Per la configurazione del delitto di sottrazione di un veicolo sequestrato, è sufficiente il cosiddetto “dolo generico”. Ciò significa che non è necessario dimostrare un fine specifico (come la volontà di venderlo o distruggerlo), ma è sufficiente la coscienza e la volontà di compiere l’azione di sottrazione, sapendo che il veicolo è vincolato da un sequestro.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ritenuto i motivi del ricorso “manifestamente infondati”. La sentenza impugnata aveva, secondo i giudici di legittimità, correttamente riaffermato la responsabilità penale dell’imputato. La difesa non è riuscita a scalfire la logica della decisione della Corte d’Appello, che aveva ben distinto tra la violazione amministrativa e il reato penale. Poiché la condotta contestata non era la circolazione, ma la sottrazione stessa del veicolo, l’argomentazione basata sull’art. 213 del Codice della Strada è stata giudicata non pertinente.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con una declaratoria di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta due conseguenze dirette per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. A livello pratico, questa pronuncia rafforza un principio cardine: manomettere o sottrarre beni sottoposti a sequestro è un reato che viene punito severamente, e non può essere declassato a semplice infrazione amministrativa. La decisione serve da monito sull’indisponibilità dei beni vincolati da un provvedimento giudiziario e sulle pesanti conseguenze che derivano dalla sua violazione.

Guidare un veicolo sequestrato è la stessa cosa che sottrarlo?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che la circolazione di un veicolo sequestrato è una violazione amministrativa (art. 213 del Codice della Strada), mentre la sua sottrazione o dispersione è un reato penale, in quanto impedisce all’autorità di disporre del bene.

Quale tipo di intenzione è necessaria per il reato di sottrazione di un bene sequestrato?
Per questo reato è sufficiente il “dolo generico”. Ciò significa che basta la consapevolezza e la volontà di sottrarre il bene, sapendo che è sottoposto a sequestro, senza che sia necessario provare un fine specifico o un ulteriore scopo.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una sanzione di 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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