LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sottrazione fraudolenta: il trust fittizio è reato

Un imprenditore ha costituito un trust per proteggere i propri beni immobili dalle pretese del fisco. Nonostante la presenza di ipoteche preesistenti sui beni, la Corte di Cassazione ha confermato il sequestro preventivo. La Corte ha stabilito che la **sottrazione fraudolenta** si configura quando si rende più difficoltosa la riscossione, e ha chiarito che il reato può protrarsi nel tempo. Il rinnovo del trust è stato considerato un nuovo atto illecito, facendo decorrere da quel momento un nuovo termine di prescrizione. Il trust è stato ritenuto una mera finzione, dato che l’imprenditore ne manteneva il pieno controllo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sottrazione Fraudolenta: Quando il Trust Diventa uno Schermo per Evadere il Fisco

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 13844 del 2024, offre importanti chiarimenti sul reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, disciplinato dall’art. 11 del D.Lgs. 74/2000. La Corte si è pronunciata sul caso di un imprenditore che aveva utilizzato un trust per schermare il proprio patrimonio immobiliare, analizzando la natura del reato e la rilevanza di atti successivi alla sua costituzione, come il rinnovo del trust stesso. Questa decisione è cruciale per comprendere i limiti dell’utilizzo di strumenti giuridici, come il trust, e le conseguenze penali di un loro impiego fraudolento.

I Fatti del Caso: La Creazione di un Trust Sospetto

Nel 2012, un imprenditore, a fronte di un cospicuo debito erariale, decideva di costituire un trust in cui confluiva il suo patrimonio immobiliare, del valore di oltre un milione di euro. La finalità dichiarata del trust era quella di garantire un tenore di vita decoroso alla madre, nominata beneficiaria. Tuttavia, la gestione dei beni rimaneva di fatto nelle mani dell’imprenditore. Nel 2018 la madre decedeva, ma la situazione non cambiava. Anzi, nel 2022, l’imprenditore rinnovava il trust per una durata di 50 anni, questa volta senza nemmeno indicare un beneficiario. Le indagini rivelavano che il trust era solo uno schermo per rendere i beni “invisibili” al fisco. Di conseguenza, il Tribunale disponeva il sequestro preventivo dei beni e di una somma equivalente al debito tributario.

La Difesa dell’Imprenditore e i Motivi del Ricorso

L’imprenditore ricorreva in Cassazione, sostenendo principalmente tre argomenti:
1. Insussistenza del reato: La difesa affermava che, essendo i beni già gravati da due ipoteche iscritte dall’ente di riscossione prima della costituzione del trust, il credito erariale era già garantito. Pertanto, il trust non avrebbe ostacolato in alcun modo la riscossione.
2. Prescrizione del reato: Secondo il ricorrente, il reato di sottrazione fraudolenta è istantaneo. Di conseguenza, si sarebbe perfezionato e consumato nel 2012 con la costituzione del trust, e quindi, al momento del sequestro, sarebbe già stato estinto per prescrizione. Il rinnovo del 2022 non costituirebbe una nuova condotta penalmente rilevante.
3. Violazione del capo d’imputazione: Si contestava che il rinnovo del trust, avvenuto nel 2022, non fosse compreso nell’imputazione originaria, che si riferiva solo alla costituzione del 2012.

La Sottrazione Fraudolenta e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la validità del sequestro e fornendo un’analisi dettagliata di ogni motivo di doglianza.

Il Trust Fittizio e l’Irrilevanza delle Ipoteche Pregresse

La Corte ha ritenuto l’argomento sulle ipoteche preesistenti del tutto generico e infondato. Il reato di sottrazione fraudolenta non richiede che la riscossione sia resa impossibile, ma semplicemente che sia resa più difficoltosa. La costituzione di un trust, anche su beni ipotecati, costringe l’Erario a intraprendere azioni giudiziarie più complesse per superare l’effetto segregativo del trust stesso. Inoltre, il ricorrente non aveva dimostrato che le ipoteche coprissero l’intero debito tributario, che nel frattempo poteva essere aumentato. La Corte ha sottolineato che il trust era una creazione puramente apparente, dato che l’imprenditore manteneva la piena disponibilità materiale e giuridica dei beni.

La Natura del Reato di Sottrazione Fraudolenta: Non Solo Istantaneo

Questo è il punto più interessante della sentenza. La Cassazione ha chiarito che il delitto di sottrazione fraudolenta è un reato di pericolo, che si perfeziona con il compimento del primo atto idoneo a rendere inefficace la riscossione. Tuttavia, la sua consumazione può protrarsi nel tempo. Si tratta di un reato “eventualmente permanente”, la cui condotta illecita continua finché persistono gli atti volti a mettere in pericolo l’obbligazione tributaria.

Nel caso specifico, il rinnovo del trust nel 2022, per 50 anni e senza beneficiario, è stato considerato non solo una prosecuzione della condotta, ma una “nuova concretizzazione del reato”. Questo atto ha segnato un nuovo momento consumativo, facendo decorrere da tale data un nuovo termine di prescrizione. Di conseguenza, nessuna prescrizione era maturata.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sulla base di principi consolidati e di una logica stringente. In primo luogo, ha ribadito che qualsiasi negozio giuridico, anche se formalmente valido, diventa nullo se posto in essere con l’unico scopo di violare una norma imperativa, come quella che impone il pagamento delle imposte. La finalità fraudolenta del trust era evidente: era stato creato dopo l’accumulo del debito, l’imprenditore ne aveva sempre mantenuto il controllo e il rinnovo era avvenuto in concomitanza con nuove esposizioni debitorie.

In secondo luogo, la Corte ha applicato correttamente la giurisprudenza sulla natura del reato. La condotta di sottrazione fraudolenta non si esaurisce in un singolo atto, ma può consistere in una pluralità di azioni volte a depauperare il patrimonio del debitore. Il rinnovo del trust non è stato un atto neutro, ma un nuovo vincolo sui beni che ha rafforzato e prolungato nel tempo la sottrazione alla pretesa erariale, configurando una nuova e autonoma concretizzazione dell’illecito penale. Questa interpretazione impedisce che manovre elusive, protratte nel tempo, possano beneficiare della prescrizione calcolata solo dal primo atto fraudolento.

Le Conclusioni

La sentenza n. 13844/2024 della Corte di Cassazione è un monito importante per chi intende utilizzare strumenti giuridici sofisticati come il trust per finalità illecite. La decisione chiarisce tre punti fondamentali:
1. La presenza di garanzie preesistenti, come le ipoteche, non esclude automaticamente il reato di sottrazione fraudolenta se l’atto compiuto rende comunque più difficile la riscossione.
2. Il reato può avere una natura protratta nel tempo. Atti successivi, come il rinnovo di un trust, possono costituire una nuova consumazione del reato, spostando in avanti il termine di prescrizione.
3. L’analisi della sostanza prevale sulla forma: un trust utilizzato come mero schermo, senza una reale funzione gestoria separata, è considerato una simulazione e l’atto costitutivo è nullo per illiceità della causa.

Costituire un trust su beni già ipotecati dal fisco esclude il reato di sottrazione fraudolenta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il reato sussiste anche in presenza di ipoteche se l’atto fraudolento, come la costituzione di un trust, rende comunque più difficoltosa e complessa la procedura di riscossione coattiva per l’erario.

Il reato di sottrazione fraudolenta si prescrive a partire dalla prima azione o può continuare nel tempo?
Il reato si perfeziona con il primo atto idoneo a eludere le pretese del fisco, ma la sua consumazione può protrarsi per tutto il tempo in cui vengono posti in essere atti che mettono in pericolo l’obbligazione tributaria. È un reato ‘eventualmente permanente’.

Il rinnovo di un trust può essere considerato una nuova condotta criminosa ai fini della sottrazione fraudolenta?
Sì. La Corte ha stabilito che il rinnovo di un trust, soprattutto se effettuato con modalità che ne accentuano la natura fraudolenta (es. per una lunga durata e senza beneficiario), costituisce una ‘nuova concretizzazione del reato’. Questo atto segna un nuovo momento consumativo e fa decorrere un nuovo termine di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati