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Sottoscrizione autenticata querela: quando è valida?

La Corte di Cassazione rigetta il ricorso del Procuratore in un caso di appropriazione indebita. Sebbene il legale rappresentante di una società possa sporgere querela senza mandato speciale, la mancanza della sottoscrizione autenticata querela rende l’atto invalido e impedisce la prosecuzione del procedimento penale.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sottoscrizione autenticata querela: un requisito formale invalicabile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 6341/2024) ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la validità di una querela dipende dal rispetto di requisiti formali precisi, tra cui spicca la sottoscrizione autenticata querela. Questo caso, nato da un’accusa di appropriazione indebita, offre spunti cruciali sia sui poteri del legale rappresentante di una società, sia sull’inderogabilità delle forme previste dal codice.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da una querela presentata dai vertici di una società per azioni (Presidente del Consiglio di Amministrazione e Amministratore Delegato) contro un soggetto per il reato di appropriazione indebita. Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato il non doversi procedere a causa di un ‘difetto di querela’.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo la piena validità dell’atto. Secondo l’accusa, i vizi contestati in primo grado – ossia la mancata precisazione dei poteri rappresentativi dei querelanti e l’assenza di autentica di firma da parte del legale nominato – erano infondati.

La Questione Giuridica: Poteri Societari vs. Requisiti Processuali

La Corte di Cassazione si è trovata a dover bilanciare due aspetti distinti ma interconnessi:
1. I poteri del rappresentante legale: È necessario un mandato specifico e apposito affinché l’amministratore di una società possa sporgere querela?
2. I requisiti formali della querela: La mancanza della sottoscrizione autenticata è un vizio che ne inficia la validità?

La decisione della Corte su questi due punti ha portato a un esito solo apparentemente contraddittorio.

Le Motivazioni della Cassazione: la forma prevale

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due profili del ricorso, giungendo a conclusioni diverse per ciascuno, ma con un risultato finale univoco.

I Poteri del Rappresentante Legale Sono Ampi

Sul primo punto, la Corte ha dato ragione al Procuratore ricorrente. Citando precedenti consolidati (Cass. n. 16150/2012 e n. 45402/2019), ha affermato che l’esercizio del diritto di querela rientra tra i compiti del rappresentante legale di una società di capitali. Tale potere non richiede un mandato speciale dell’assemblea o dello statuto, a meno che non sia espressamente escluso. Si tratta di un atto funzionale al raggiungimento degli scopi sociali, che non si distingue tra ordinaria e straordinaria amministrazione, ma si valuta in base ai poteri concretamente conferiti.

Il Requisito della Sottoscrizione Autenticata Querela è Inderogabile

Nonostante l’accoglimento del primo profilo, il ricorso è stato comunque rigettato a causa del secondo, decisivo, vizio. La querela in esame, pur sottoscritta dai legali rappresentanti della società, era priva della sottoscrizione autenticata prevista dall’art. 337, comma 1, del codice di procedura penale.

La Corte ha ribadito con fermezza che questo requisito è essenziale per la validità dell’atto. La norma prevede che la sottoscrizione debba essere autenticata da un soggetto a ciò abilitato (come un notaio, un avvocato, o le altre figure indicate dall’art. 39 disp. att. c.p.p.). L’assenza di tale formalità rende la querela giuridicamente inefficace, indipendentemente dalla qualità di chi la presenta.

Le Conclusioni: l’importanza della forma nel processo penale

La sentenza n. 6341/2024 è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. Se da un lato conferma l’ampia legittimazione degli amministratori societari a tutelare gli interessi dell’ente attraverso la querela, dall’altro sottolinea come il rispetto delle garanzie formali previste dal codice di procedura penale sia un pilastro non negoziabile. La mancanza di un requisito apparentemente ‘burocratico’ come la sottoscrizione autenticata querela può determinare l’improcedibilità dell’azione penale, vanificando la tutela della persona offesa. Pertanto, è fondamentale che la presentazione di atti così delicati sia sempre curata con la massima attenzione ai dettagli procedurali, affidandosi a professionisti che possano garantirne la conformità alla legge.

Il rappresentante legale di una società ha bisogno di un mandato speciale per sporgere querela?
No, secondo la Cassazione, il rappresentante legale di una società di capitali è legittimato a sporgere querela senza la necessità di uno specifico e apposito mandato, a meno che non esista un divieto statutario o assembleare. Tale facoltà rientra nei suoi poteri di gestione e rappresentanza.

La querela presentata per conto di una società deve avere la sottoscrizione autenticata?
Sì, la sentenza stabilisce che la querela deve obbligatoriamente presentare la sottoscrizione autenticata, come previsto dall’art. 337, comma 1, del codice di procedura penale. L’assenza di tale autentica rende l’atto invalido, anche se sottoscritto dal legale rappresentante.

Cosa succede se una querela manca della sottoscrizione autenticata?
La mancanza della sottoscrizione autenticata costituisce un ‘difetto di querela’, ovvero un vizio insanabile che comporta una declaratoria di non doversi procedere per il reato. Di conseguenza, l’azione penale non può essere iniziata o proseguita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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