Sostituzione Pena Detentiva: la Cassazione Fissa i Paletti
La richiesta di sostituzione pena detentiva con una sanzione pecuniaria è un istituto fondamentale del nostro ordinamento, ma la sua concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del potere del giudice e i motivi per cui un ricorso su questo punto può essere dichiarato inammissibile. Analizziamo insieme la decisione per capire quando e perché questa richiesta può essere respinta.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello. L’imputato sollevava due questioni principali: in primo luogo, contestava il diniego della sostituzione della pena detentiva con la relativa pena pecuniaria, ai sensi della Legge 689/1981. In secondo luogo, metteva in discussione la sua condanna per il reato di ricettazione (art. 648 c.p.), sostenendo un’errata valutazione delle prove documentali, come DVD e CD.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Ha ritenuto infondato il primo motivo e inammissibile il secondo, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende. La decisione si basa su principi consolidati riguardanti i poteri del giudice di merito e i limiti del giudizio di legittimità.
Le Motivazioni: i Criteri per la Sostituzione Pena Detentiva
Il cuore della decisione risiede nell’analisi del primo motivo di ricorso. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla concessione delle sanzioni sostitutive è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito. Questo giudizio non può essere sindacato in Cassazione, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica.
Nel caso specifico, i giudici di merito avevano negato la sostituzione basandosi su tre elementi concreti:
1. Un precedente penale: L’esistenza di una condanna passata.
2. Lo status di irregolarità sul territorio: La condizione di immigrato irregolare dell’imputato.
3. L’evidente condizione di disagio: Una situazione economica e sociale precaria.
Secondo la Corte, questi elementi, considerati nel loro insieme, costituivano una base logica e sufficiente per presumere che l’imputato non avrebbe avuto la capacità di adempiere agli obblighi derivanti dalla sanzione sostitutiva. Pertanto, il diniego non era manifestamente illogico e il motivo di ricorso è stato respinto.
Le Motivazioni: l’Inammissibilità delle Doglianze di Fatto
Per quanto riguarda il secondo motivo, relativo alla condanna per ricettazione, la Cassazione ha sottolineato un principio cardine del processo penale: la sede di legittimità non è un terzo grado di giudizio sul merito. Il ricorrente, contestando la valutazione dei supporti DVD e CD, stava di fatto chiedendo alla Corte una nuova e diversa lettura delle prove.
Questo tipo di richiesta è inammissibile, poiché si traduce in una “mera doglianza in punto di fatto”. Il ricorso in Cassazione può censurare un errore di diritto o un vizio logico della motivazione, ma non può proporre una ricostruzione alternativa dei fatti basata su una diversa interpretazione del materiale probatorio. L’unica eccezione sarebbe stata la dimostrazione di uno specifico e decisivo travisamento della prova, che nel caso di specie non è stato adeguatamente dedotto.
Le Conclusioni
L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che la decisione sulla sostituzione pena detentiva è ampiamente discrezionale e ancorata a una valutazione prognostica del giudice, basata su elementi concreti relativi alla personalità e alla condizione del condannato. Un ricorso su questo punto ha scarse probabilità di successo se si limita a criticare la valutazione del giudice senza evidenziare una palese illogicità. In secondo luogo, ribadisce che il ricorso per Cassazione deve concentrarsi su questioni di diritto o vizi logici, evitando di trasformarsi in un tentativo di ottenere un nuovo esame del merito della causa.
Quando può essere negata la sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria?
La sostituzione può essere negata quando il giudice, basandosi su elementi di fatto come precedenti penali, la condizione di soggetto irregolare sul territorio e un’evidente situazione di disagio, ritiene in modo non manifestamente illogico che l’imputato non abbia la capacità di adempiere agli obblighi imposti dalla sanzione sostitutiva.
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove, come CD o DVD?
No, non è consentito. Un motivo di ricorso che mira a ottenere una nuova valutazione delle fonti di prova è considerato una “doglianza in punto di fatto” e, pertanto, è inammissibile. La Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti.
Cosa succede se il ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la decisione impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende a titolo sanzionatorio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 6501 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 6501 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/01/2023 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
9PR tleeSSA
Ritenuto che il primo motivo di ricorso di COGNOME, che contesta il diniego di sostituzione della pena detentiva in quella pecuniaria ai sensi dell’art. 53 I. 689/81 è generico e comunque manifestamente infondato.
Rilevato che in tema di sanzioni sostitutive, l’accertamento della sussistenza RAGIONE_SOCIALE condizioni che consentono di applicare una RAGIONE_SOCIALE sanzioni sostitutive della pena detentiva breve, previste dall’art. 53, legge 24 novembre 1981, n. 689, costituisce un accertamento di fatto, non sindacabile in sede di legittimità, se motivato in modo non manifestamente illogico (Sez. 1, n. 35849 del 17/05/2019, Rv. 276716 – 01)
Ritenuto che non sia manifestamente illogico il diniego della sostituzione della pena detentiva in pena pecuniaria fondato sulla sussistenza di un precedente, unitamente alla condizione di soggetto irregolare sul territorio e dell’evidente condizione di disagio che non consentivano di presumere la sua capacità di adempiere gli obblighi imposti con la sanzione sostitutiva.
Ritenuto che il secondo motivo di ricorso con cui contesta la correttezza della motivazione postaltase della dichiarazione di responsabilità per il reato di cui all’art. 648 cod.pen. (non essendo contestata l’affermazione di responsabilità penale per il reato di cui all’art. 171 I 633 del 1941), non è consentito dalla legge in sede di legittimità, perché è costituito da mere doglianza in punto di fatto; volto a prefigurare una rivalutazione e/o alternativa lettura RAGIONE_SOCIALE fonti probatorie in punto autonoma duplicazione dei supporti DVD e CD, estranee al sindacato di legittimità e avulse da pertinenti individuazione di specifici travisamenti probatori valorizzate dal giudice del merito.
Rilevato che pertanto che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di euro 3000 in favore della RAGIONE_SOCIALE.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spese processuali e della somma di € 3.000,00 in favore della RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE ammende.
Così deciso in Roma, il 12 gennaio 2024
Il Consig n7 COGNOME tensore COGNOME
Il Presidente